PASQUA-RISURREZIONE DEL SIGNORE
Bartolomeo Schedoni, Le Marie al
Sepolcro, 1613-1614 circa, olio su tavola, Galleria nazionale di Parma.
Le tre Marie deluse per la tomba vuota e il giovane custode,
forse un angelo
At 10,34a.37-43
In quei giorni, Pietro prese la parola e disse: “Voi sapete ciò che è accaduto in tutta la Giudea,
cominciando dalla Galilea, dopo il battesimo predicato da Giovanni; cioè come
Dio consacrò in Spirito Santo e potenza Gesù di Nàzaret, il quale passò
beneficando e risanando tutti coloro che stavano sotto il potere del diavolo,
perché Dio era con lui. E noi siamo testimoni di tutte le cose da lui compiute
nella regione dei Giudei e in Gerusalemme. Essi lo uccisero appendendolo a una
croce, ma Dio lo ha risuscitato al terzo giorno e volle che si manifestasse,
non a tutto il popolo, ma a testimoni prescelti da Dio, a noi che abbiamo
mangiato e bevuto con lui dopo la sua risurrezione dai morti. E ci ha ordinato di annunciare al popolo e di testimoniare
che egli è il giudice dei vivi e dei morti, costituito da Dio. A lui tutti i
profeti danno questa testimonianza: chiunque crede in lui riceve il perdono dei
peccati per mezzo del suo nome”.
Sal 117
Rendete grazie al Signore perché è buono, / perché il suo amore è per sempre. / Dica Israele: / «Il suo
amore è per sempre». / La destra del Signore
si è innalzata, / la destra del Signore ha
fatto prodezze. / Non morirò, ma resterò in
vita / e annuncerò le opere del Signore.
/ La pietra scartata dai costruttori / .è divenuta la pietra d’angolo. / Questo è stato fatto dal Signore: / una meraviglia
ai nostri occhi.
Col 3,1-4
Fratelli, se siete risorti con Cristo, cercate le cose di lassù,
dove è Cristo, seduto alla destra di Dio; rivolgete il pensiero alle cose di lassù, non a quelle
della terra. Voi infatti siete morti e la vostra vita
è nascosta con Cristo in Dio! Quando Cristo, vostra vita, sarà
manifestato, allora anche voi apparirete con
lui nella gloria.
Il
VANGELO
Mc16,1-8
1. Passato il sabato, Maria Maddalena, Maria, madre di Giacomo, e
Salome comprarono degli aromi per andare a ungere Gesù. 2. La mattina del primo giorno della settimana, molto
presto, vennero al sepolcro al levar del sole. 3. E dicevano tra di loro: Chi ci rotolerà la pietra dall'apertura del sepolcro? 4. Ma, alzati gli occhi, videro che la pietra era stata
rotolata; ed era pure molto grande. 5. Entrate
nel sepolcro, videro un giovane seduto a destra, vestito di una veste bianca, e
furono spaventate. 6. Ma egli
disse loro: Non vi spaventate! Voi
cercate Gesù il Nazareno che è stato crocifisso; egli è risuscitato; non è qui;
ecco il luogo dove l'avevano messo. 7. Ma andate a dire ai suoi discepoli e a Pietro che
egli vi precede in Galilea; là lo vedrete, come vi ha detto. 8. Esse uscirono e fuggirono via dal sepolcro, perché erano
piene di spavento e di stupore. E non dissero niente a nessuno, perché erano
impaurite.
C o m m e n t i su:
1. LE LETTURE
a) At 10,34a.37-43
Pietro è nella casa di Cornelio, centurione romano
timorato di Dio. Lì racconta la storia di Gesù a partire dal battesimo di
Giovanni al Giordano, per continuare a parlare della Chiamata di Gesù sulla
rive del lago mentre pescava, della sua predicazione, della sua Crocifissione,
e di ciò che ben pochi ancora sapevano, della sua Resurrezione.
Al centro della storia di Gesù è la sua attività di
praticare guarigioni accompagnate dal perdono dei peccati e dalla conversione
del cuore. Ora spetta ai suoi seguaci darne testimonianza, nella fiducia che Lui
perdonerà i peccati grazie al nome di Giudice ricevuto dal Padre.
b) Col 3,1-4
Paolo conclude la parte teologica della lettera ai
Colossesi con questa esortazione: Il mistero
pasquale ha cambiato la vita del mondo e di tutti. La sua raccomandazione
finale è questa: rivolgete il pensiero
alle cose di lassù, non a quelle della terra. Voi infatti siete morti e la
vostra vita è nascosta con Cristo in Dio! Quando Cristo, vostra vita, sarà
manifestato, allora anche voi apparirete con lui nella gloria.
c) Sal 117
Questo cantico è stato oggetto di varie interpretazioni.
Recitato durante la cena pasquale mentre si mesceva la quarta coppa di vino, ha
una genesi liturgica; forse è da collegare alla festa autunnale delle Capanne,
commemorazione del soggiorno di Israele nel deserto. Il tema centrale è il
ringraziamento alla pietra scartata, che è divenuta la pietra d’angolo del
Tempio, simbolo di JHWH, una meraviglia ai nostri occhi.
2.
IL VANGELO
a) PREMESSA
Dal
momento che la liturgia dedica quest'anno all’evangelista Marco, si offre alla
lettura dei fedeli il testo proposto nella veglia pasquale, tratto
appunto da Marco 16,1-8.
Esso
sembra costruito con lo scopo di mettere in guardia i cristiani delle prime
comunità dal rischio di tradire l'annuncio pasquale, visto che il Maestro ha avuto
una morte di croce (di per sé fallimentare). Centrale è l’esortazione ad una
coraggiosa testimonianza della vittoria di Gesù Cristo sulla morte con la
resurrezione. Ma, dopo la grande prova della sua morte, per seguirlo è
indispensabile la FEDE.
Qui mi
pare opportuno citare J. Ratzinger: la fede è un contatto profondamente personale con Dio,
che mi tocca nel mio tessuto più intimo e mi mette di fronte al Dio vivente in
assoluta immediatezza, in modo cioè che io possa parlargli, amarlo ed entrare
in comunione con lui. Ma al tempo stesso questa realtà massimamente personale
ha inseparabilmente a che fare con la comunità: fa parte dell’essenza della
fede il fatto di introdurmi nel ‘noi’ dei figli di Dio, che è la comunità
peregrinante dei fratelli e delle sorelle. [E, quando il papa emerito parla di comunità peregrinante, certamente pensa,
non ad un recinto chiuso, bensì alla chiesa quale focolaio nel quale deve trovare
spazio ed alimento chiunque si apra alla realtà del Dio trascendente, il
cui Essere è sostanziato di Amore Universale]
b) Un preliminare excursus
Il vangelo secondo Marco parla, più degli altri, della morte
di Gesù come morte fallimentare, quasi che essa fosse la smentita di tutto
quello che Lui aveva detto e fatto.
Infatti tutti erano fuggiti, e gli appartenenti alla sua comunità erano
confusi e paurosi.
Sebbene ci siano chiari riferimenti e paralleli con i testi
degli altri sinottici e di Giovanni, Marco scrive il testo con una precisa
attenzione al racconto della passione narrato nei due capitoli precedenti, il
14° ed il 15°.
Le donne sono sorprese, exethambéthesan, alla lettera ‘sono colte da stupore’: pensavano di vedere
il cadavere, e invece vedono un giovane. Pensavano di vedere un lenzuolo che
avvolgeva il morto, e invece vedono un vivente vestito di bianco, che non è lui,
ma (forse) un angelo.
Marco conosce un ricco vocabolario per parlare dello
spavento: in pochi versetti usa almeno quattro termini per descriverlo. Qui
registra stupore misto a spavento. Ed ecco subito dopo il giovane parla alle donne
ripetendo lo stesso verbo: Non siate spaventate!.
Poi
continua: Ecco la voce di colui che si
fa interprete di ciò che le donne vedono: Voi cercate Gesù il Nazareno, il crocifisso. È risorto,
non è qui! (Mc 16,6). La voce proviene da Dio,
nella persona di Cristo ormai asceso al Cielo.
La
voce che invita a non avere paura, forse è un richiamo al primo sentimento di
paura testimoniato nella Bibbia, nell’In-principio, quando, alla domanda di
Dio: Adamo, dove sei?, egli rispose: Ho ascoltato il tuo passo e ho
avuto paura!”
(cf. Gen
3,9-10).
ANALISI DEL TESTO
1. Passato il sabato, Maria Maddalena, Maria, madre di
Giacomo, e Salome comprarono degli aromi per andare a ungere Gesù.
Marco,
volendo indicare chi va a comprare gli aromi per imbalsamare il corpo di Gesù,
nomina tre donne: la ben nota Maria Maddalena, Maria, la Madre di Giacomo e
Salome, la madre dei figli di Zebedeo. E’ strano che non venga fatta menzione
di Maria, la madre di Gesù!
Le tre
donne rappresentano tutte le donne e
tutti gli uomini che avevano vissuto vicino al loro Maestro ed avevano
assistito alla fine di una storia che era sembrata quella di un amore senza
fine. Ora vivono un sabato straziante, nel silenzio che si impone e domina
ovunque e le spinge ad affrontarlo per dare una sepoltura dignitosa
all’Amato.
2. La mattina del primo giorno della settimana, molto
presto, vennero al sepolcro al levar del sole.
Quando
il sabato cessò, al mattino seguente, le donne, da fervide discepole, tornano
alla tomba all’alzarsi del sole.
Vengono
spontanee due domande:
b) Perché Maria di Magdala non si è
recata al sepolcro subito dopo la sepoltura di Gesù, ma ha atteso il primo
giorno dopo il sabato? Perché è ancora condizionata dall'osservanza della
legge, il riposo del sabato?
3. E dicevano tra di loro: Chi ci rotolerà la pietra dall'apertura del sepolcro?
I
pensieri di queste donne vanno alla grande pietra messa come porta, come
custodia all’antro.
4. Ma, alzati gli occhi, videro che la pietra era stata
rotolata; ed era pure molto grande.
5. Entrate nel sepolcro, videro un giovane seduto a
destra, vestito di una veste bianca, e furono spaventate.
Ed
ecco la prima sorpresa: la pietra messa all’ingresso del sepolcro era stata
fatta rotolare. Se la pietra è già rotolata via -avranno pensato- la tomba è
aperta! Come?
[Alcuni
esegeti sostengono che il giovane il quale fugge nudo, è quello di cui Marco
parla nel cap.14, potrebbe simboleggiare Gesù che sfugge al potere della morte].
La paura
domina tutta la scena e forse si estende a noi con altre modalità: noi spesso abbiamo
paura, cediamo alla tentazione della paura. La maggior parte delle paure
nascono da un’immaginazione che si nutre di se stessa. La paura è sempre contro la responsabilità
perché nasce dalla mancanza dei esercizio spirituale in seno alla coscienza. E’
paura della vita, del futuro, del destino di morte… C’è un passo della Lettera
agli Ebrei in cui l’autore dice che per paura della morte, noi uomini e donne siamo alienati, soggetti a
schiavitù per tutta la vita
(cf. Eb 2,15),
ed indotti al peccato.
6. Ma egli disse loro: Non
vi spaventate! Voi cercate Gesù il Nazareno che è stato crocifisso; egli è
risuscitato; non è qui; ecco il luogo dove l'avevano messo.
Interessante
il modo in cui Gesù viene nominato, riferendosi alla sua origine (con un
termine per altro di etimologia incerta, Nazareno) e alla sua morte
infame.
L'apparente
fallimento, la morte in croce, è il dato necessario della resurrezione appena
annunciata.
7. Ma
andate a dire ai suoi discepoli e a Pietro che egli vi precede in Galilea; là
lo vedrete, come vi ha detto.
Marco
parla di una missione affidata alle donne (come leggiamo anche negli altri
vangeli): dire ai discepoli e in modo particolare a Pietro, di andare in
Galilea dove vedranno il Risorto, ricordando che Gesù stesso lo aveva predetto
(14,28). La menzione specifica a Pietro mette in luce il suo ruolo nella prima
comunità cristiana, mentre l'invito al ricordo spinge a riandare alle parole di
Gesù e a verificarne la veridicità.
Il
vangelo proclamato nella Veglia pasquale di quest'anno si conclude qui, al v.7.
8. Esse
uscirono e fuggirono via dal sepolcro, perché erano piene di spavento e di
stupore. E non dissero niente a nessuno, perché erano impaurite.
Questo versetto è
sovraccarico di verbi che riproducono lo stato di paura, di confusione e
terrore, come suggerisce l'abbinamento dei verbi usati dall'evangelista. Egli
utilizza gli stessi verbi che troviamo in altri testi del vangelo, che forse ci
fanno capire da dove derivasse la paura: la difficoltà dei discepoli nel
comprendere le parole e il comportamento del Maestro Gesù.
Un rischio, quello della paura e
della fuga, a cui è sottoposto anche il credente di ieri e di oggi.
H.
Balz a
riguardo del termine fobeo, osserva che lo spavento delle donne dipende
dal sepolcro vuoto e dall'incomprensibile messaggio del giovane. Infatti, la
promessa della risurrezione non è stata ancora sperimentata come attualità
salvifica del Risorto.
Quello
che sorprende nella finale del vangelo di Marco è la sottolineatura del
silenzio delle donne, quando, al v.8 si legge che esse non
dissero niente a nessuno. Ma come ha potuto la notizia della resurrezione
raggiungere tutta l’umanità, se esse hanno taciuto?
L'evangelista
costringe i suoi lettori a porsi delle domande, non solo sull'atteggiamento
delle donne e dei discepoli di Gesù, ma anche sulle modalità NOSTRE di credere
alla Resurrezione
3.
QUALI CONCLUSIONI?
Non può esserci
gradita l’insistenza sul tema della paura nel vangelo di oggi. E forse noi ci
aspettavamo ben altro:, lusingandoci che… se Gesù muore in croce, però risorge
e c’è da gioire.
Forse, invece, è bene
che debelliamo la paura interrogandoci sulle nostre paure. Non pochi hanno
paura di dire a se stessi e agli altri ciò che professano; o sono praticanti
tanto arroganti da voler imporre agli altri la propria fede, restando, in un
modo o in un altro, isolati dentro il cerchio del proprio io.
La paura fa preferire
un io malato ad una certezza umile ed impegnata, che dia senso alla propria
vita.
* Voglio avere una fede nel Risorto
alimentata dalla speranza.
* Nella mia immaginazione si fanno spazio tanti poveri cristi…. menomati, afflitti, ecc, e le mie domande prendono
un’altra direzione. Allora mi sorprende una risposta immediata:
Per vivere la
Resurrezione dobbiamo non distogliere l’attenzione dai sofferenti e dai bisognosi.
Sì, il Risorto è in coloro che imparano
tutta la vita ad amare gli altri.
Ed è in coloro che non vivono in questa terra unicamente per
compiere il proprio ciclo vitale destinato a finire; ma in chi vive per
scoprire in seno alla vita mortale, quella immortale.
Si può.
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