venerdì 18 maggio 2018


           PASQUA-RISURREZIONE DEL SIGNORE
Bartolomeo Schedoni, Le Marie al Sepolcro, 1613-1614 circa, olio su tavola, Galleria nazionale di Parma.
Le tre Marie deluse per la tomba vuota e il giovane custode, forse un angelo

At 10,34a.37-43
In quei giorni, Pietro prese la parola e disse: “Voi sapete ciò che è accaduto in tutta la Giudea, cominciando dalla Galilea, dopo il battesimo predicato da Giovanni; cioè come Dio consacrò in Spirito Santo e potenza Gesù di Nàzaret, il quale passò beneficando e risanando tutti coloro che stavano sotto il potere del diavolo, perché Dio era con lui.  E noi siamo testimoni di tutte le cose da lui compiute nella regione dei Giudei e in Gerusalemme. Essi lo uccisero appendendolo a una croce, ma Dio lo ha risuscitato al terzo giorno e volle che si manifestasse, non a tutto il popolo, ma a testimoni prescelti da Dio, a noi che abbiamo mangiato e bevuto con lui dopo la sua risurrezione dai morti. E ci ha ordinato di annunciare al popolo e di testimoniare che egli è il giudice dei vivi e dei morti, costituito da Dio. A lui tutti i profeti danno questa testimonianza: chiunque crede in lui riceve il perdono dei peccati per mezzo del suo nome”.
Sal 117
Rendete grazie al Signore perché è buono, / perché il suo amore è per sempre. / Dica Israele: / «Il suo amore è per sempre». / La destra del Signore si è innalzata, / la destra del Signore ha fatto prodezze. / Non morirò, ma resterò in vita / e annuncerò le opere del Signore. / La pietra scartata dai costruttori / .è divenuta la pietra d’angolo. / Questo è stato fatto dal Signore: / una meraviglia ai nostri occhi.
Col 3,1-4
Fratelli, se siete risorti con Cristo, cercate le cose di lassù, dove è Cristo, seduto alla destra di Dio; rivolgete il pensiero alle cose di lassù, non a quelle della terra. Voi infatti siete morti e la vostra vita è nascosta con Cristo in Dio! Quando Cristo, vostra vita, sarà manifestato, allora anche voi apparirete con lui nella gloria.

Il VANGELO
Mc16,1-8
1. Passato il sabato, Maria Maddalena, Maria, madre di Giacomo, e Salome comprarono degli aromi per andare a ungere Gesù. 2. La mattina del primo giorno della settimana, molto presto, vennero al sepolcro al levar del sole. 3. E dicevano tra di loro: Chi ci rotolerà la pietra dall'apertura del sepolcro? 4. Ma, alzati gli occhi, videro che la pietra era stata rotolata; ed era pure molto grande. 5. Entrate nel sepolcro, videro un giovane seduto a destra, vestito di una veste bianca, e furono spaventate. 6. Ma egli disse loro: Non vi spaventate! Voi cercate Gesù il Nazareno che è stato crocifisso; egli è risuscitato; non è qui; ecco il luogo dove l'avevano messo. 7. Ma andate a dire ai suoi discepoli e a Pietro che egli vi precede in Galilea; là lo vedrete, come vi ha detto. 8. Esse uscirono e fuggirono via dal sepolcro, perché erano piene di spavento e di stupore. E non dissero niente a nessuno, perché erano impaurite.

C o m m e n t i  su:

1. LE LETTURE

a) At 10,34a.37-43
Pietro è nella casa di Cornelio, centurione romano timorato di Dio. Lì racconta la storia di Gesù a partire dal battesimo di Giovanni al Giordano, per continuare a parlare della Chiamata di Gesù sulla rive del lago mentre pescava, della sua predicazione, della sua Crocifissione, e di ciò che ben pochi ancora sapevano, della sua Resurrezione.
Al centro della storia di Gesù è la sua attività di praticare guarigioni accompagnate dal perdono dei peccati e dalla conversione del cuore. Ora spetta ai suoi seguaci darne testimonianza, nella fiducia che Lui perdonerà i peccati grazie al nome di Giudice ricevuto dal Padre.
b) Col 3,1-4
Paolo conclude la parte teologica della lettera ai Colossesi con questa esortazione: Il mistero pasquale ha cambiato la vita del mondo e di tutti. La sua raccomandazione finale è questa: rivolgete il pensiero alle cose di lassù, non a quelle della terra. Voi infatti siete morti e la vostra vita è nascosta con Cristo in Dio! Quando Cristo, vostra vita, sarà manifestato, allora anche voi apparirete con lui nella gloria.
c) Sal 117
Questo cantico è stato oggetto di varie interpretazioni. Recitato durante la cena pasquale mentre si mesceva la quarta coppa di vino, ha una genesi liturgica; forse è da collegare alla festa autunnale delle Capanne, commemorazione del soggiorno di Israele nel deserto. Il tema centrale è il ringraziamento alla pietra scartata, che è divenuta la pietra d’angolo del Tempio, simbolo di JHWH, una meraviglia ai nostri occhi.

2. IL VANGELO

a) PREMESSA
Dal momento che la liturgia dedica quest'anno all’evangelista Marco, si offre alla lettura dei fedeli il testo proposto nella veglia pasquale, tratto appunto da Marco 16,1-8.
Esso sembra costruito con lo scopo di mettere in guardia i cristiani delle prime comunità dal rischio di tradire l'annuncio pasquale, visto che il Maestro ha avuto una morte di croce (di per sé fallimentare). Centrale è l’esortazione ad una coraggiosa testimonianza della vittoria di Gesù Cristo sulla morte con la resurrezione. Ma, dopo la grande prova della sua morte, per seguirlo è indispensabile la FEDE.
Qui mi pare opportuno citare J. Ratzinger: la fede è un contatto profondamente personale con Dio, che mi tocca nel mio tessuto più intimo e mi mette di fronte al Dio vivente in assoluta immediatezza, in modo cioè che io possa parlargli, amarlo ed entrare in comunione con lui. Ma al tempo stesso questa realtà massimamente personale ha inseparabilmente a che fare con la comunità: fa parte dell’essenza della fede il fatto di introdurmi nel ‘noi’ dei figli di Dio, che è la comunità peregrinante dei fratelli e delle sorelle. [E, quando il papa emerito parla di comunità peregrinante, certamente pensa, non ad un recinto chiuso, bensì alla chiesa quale focolaio nel quale deve trovare spazio ed alimento chiunque si apra alla realtà del Dio trascendente, il cui Essere è sostanziato di Amore Universale]

b) Un preliminare excursus
Il vangelo secondo Marco parla, più degli altri, della morte di Gesù come morte fallimentare, quasi che essa fosse la smentita di tutto quello che Lui aveva detto e fatto.  Infatti tutti erano fuggiti, e gli appartenenti alla sua comunità erano confusi e paurosi.
Sebbene ci siano chiari riferimenti e paralleli con i testi degli altri sinottici e di Giovanni, Marco scrive il testo con una precisa attenzione al racconto della passione narrato nei due capitoli precedenti, il 14° ed il 15°.
Le donne sono sorprese, exethambéthesan, alla lettera ‘sono colte da stupore’: pensavano di vedere il cadavere, e invece vedono un giovane. Pensavano di vedere un lenzuolo che avvolgeva il morto, e invece vedono un vivente vestito di bianco, che non è lui, ma (forse) un angelo.
Marco conosce un ricco vocabolario per parlare dello spavento: in pochi versetti usa almeno quattro termini per descriverlo. Qui registra stupore misto a spavento. Ed ecco subito dopo il giovane parla alle donne ripetendo lo stesso verbo: Non siate spaventate!.
Poi continua:  Ecco la voce di colui che si fa interprete di ciò che le donne vedono: Voi cercate Gesù il Nazareno, il crocifisso. È risorto, non è qui! (Mc 16,6). La voce proviene da Dio, nella persona di Cristo ormai asceso al Cielo.
La voce che invita a non avere paura, forse è un richiamo al primo sentimento di paura  testimoniato nella Bibbia, nell’In-principio, quando, alla domanda di Dio: Adamo, dove sei?, egli rispose: Ho ascoltato il tuo passo e ho avuto paura!” (cf. Gen 3,9-10).

ANALISI DEL TESTO

1. Passato il sabato, Maria Maddalena, Maria, madre di Giacomo, e Salome comprarono degli aromi per andare a ungere Gesù.
Marco, volendo indicare chi va a comprare gli aromi per imbalsamare il corpo di Gesù, nomina tre donne: la ben nota Maria Maddalena, Maria, la Madre di Giacomo e Salome, la madre dei figli di Zebedeo. E’ strano che non venga fatta menzione di Maria, la madre di Gesù!
Le tre donne rappresentano tutte le donne  e tutti gli uomini che avevano vissuto vicino al loro Maestro ed avevano assistito alla fine di una storia che era sembrata quella di un amore senza fine. Ora vivono un sabato straziante, nel silenzio che si impone e domina ovunque e le spinge ad affrontarlo per dare una sepoltura dignitosa all’Amato. 
2. La mattina del primo giorno della settimana, molto presto, vennero al sepolcro al levar del sole.
Quando il sabato cessò, al mattino seguente, le donne, da fervide discepole, tornano alla tomba all’alzarsi del sole.
Vengono spontanee due domande:
a) quale sole si è alzato? Forse il sole di giustizia di cui parla Malachia (3,20)?
b) Perché Maria di Magdala non si è recata al sepolcro subito dopo la sepoltura di Gesù, ma ha atteso il primo giorno dopo il sabato? Perché è ancora condizionata dall'osservanza della legge, il riposo del sabato?
3. E dicevano tra di loro: Chi ci rotolerà la pietra dall'apertura del sepolcro?
I pensieri di queste donne vanno alla grande pietra messa come porta, come custodia all’antro.
4. Ma, alzati gli occhi, videro che la pietra era stata rotolata; ed era pure molto grande. 5. Entrate nel sepolcro, videro un giovane seduto a destra, vestito di una veste bianca, e furono spaventate.
Ed ecco la prima sorpresa: la pietra messa all’ingresso del sepolcro era stata fatta rotolare. Se la pietra è già rotolata via -avranno pensato- la tomba è aperta! Come?
[Alcuni esegeti sostengono che il giovane il quale fugge nudo, è quello di cui Marco parla nel cap.14, potrebbe simboleggiare Gesù che sfugge al potere della morte].
La paura domina tutta la scena e forse si estende a noi con altre modalità: noi spesso abbiamo paura, cediamo alla tentazione della paura. La maggior parte delle paure nascono da un’immaginazione che si nutre di se stessa.  La paura è sempre contro la responsabilità perché nasce dalla mancanza dei esercizio spirituale in seno alla coscienza. E’ paura della vita, del futuro, del destino di morte… C’è un passo della Lettera agli Ebrei in cui l’autore dice che per paura della morte, noi uomini e donne siamo alienati, soggetti a schiavitù per tutta la vita (cf. Eb 2,15), ed indotti al peccato.
6. Ma egli disse loro: Non vi spaventate! Voi cercate Gesù il Nazareno che è stato crocifisso; egli è risuscitato; non è qui; ecco il luogo dove l'avevano messo.
Interessante il modo in cui Gesù viene nominato, riferendosi alla sua origine (con un termine per altro di etimologia incerta, Nazareno) e alla sua morte infame.
L'apparente fallimento, la morte in croce, è il dato necessario della resurrezione appena annunciata.
7. Ma andate a dire ai suoi discepoli e a Pietro che egli vi precede in Galilea; là lo vedrete, come vi ha detto.
Marco parla di una missione affidata alle donne (come leggiamo anche negli altri vangeli): dire ai discepoli e in modo particolare a Pietro, di andare in Galilea dove vedranno il Risorto, ricordando che Gesù stesso lo aveva predetto (14,28). La menzione specifica a Pietro mette in luce il suo ruolo nella prima comunità cristiana, mentre l'invito al ricordo spinge a riandare alle parole di Gesù e a verificarne la veridicità.
Il vangelo proclamato nella Veglia pasquale di quest'anno si conclude qui, al v.7.
8. Esse uscirono e fuggirono via dal sepolcro, perché erano piene di spavento e di stupore. E non dissero niente a nessuno, perché erano impaurite.
Questo versetto Qè sovraccarico di verbi che riproducono lo stato di paura, di confusione e terrore, come suggerisce l'abbinamento dei verbi usati dall'evangelista. Egli utilizza gli stessi verbi che troviamo in altri testi del vangelo, che forse ci fanno capire da dove derivasse la paura: la difficoltà dei discepoli nel comprendere le parole e il comportamento del Maestro Gesù.
Un rischio, quello della paura e della fuga, a cui è sottoposto anche il credente di ieri e di oggi.
H. Balz a riguardo del termine fobeo, osserva che lo spavento delle donne dipende dal sepolcro vuoto e dall'incomprensibile messaggio del giovane. Infatti, la promessa della risurrezione non è stata ancora sperimentata come attualità salvifica del Risorto.  
Quello che sorprende nella finale del vangelo di Marco è la sottolineatura del silenzio delle donne, quando, al v.8 si legge che esse non dissero niente a nessuno. Ma come ha potuto la notizia della resurrezione raggiungere tutta l’umanità, se esse hanno taciuto?
L'evangelista costringe i suoi lettori a porsi delle domande, non solo sull'atteggiamento delle donne e dei discepoli di Gesù, ma anche sulle modalità NOSTRE di credere alla Resurrezione

3. QUALI CONCLUSIONI?

 Una domanda: come mai, nemmeno l’arte ci dà un’immagine adeguata del Risorto, e ci tocca sostare davanti alla croce quale unica certezza?
Non può esserci gradita l’insistenza sul tema della paura nel vangelo di oggi. E forse noi ci aspettavamo ben altro:, lusingandoci che… se Gesù muore in croce, però risorge e c’è da gioire.
Forse, invece, è bene che debelliamo la paura interrogandoci sulle nostre paure. Non pochi hanno paura di dire a se stessi e agli altri ciò che professano; o sono praticanti tanto arroganti da voler imporre agli altri la propria fede, restando, in un modo o in un altro, isolati dentro il cerchio del proprio io.
La paura fa preferire un io malato ad una certezza umile ed impegnata, che dia senso alla propria vita.
* Voglio avere una fede nel Risorto alimentata dalla speranza.
* Nella mia immaginazione si fanno spazio tanti poveri cristi…. menomati, afflitti, ecc, e le mie domande prendono un’altra direzione. Allora mi sorprende una risposta immediata:
Per vivere la Resurrezione dobbiamo non distogliere l’attenzione dai sofferenti e dai bisognosi.
Sì, il  Risorto è in coloro che imparano tutta la vita ad amare gli altri.
Ed è in coloro che non vivono in questa terra unicamente per compiere il proprio ciclo vitale destinato a finire; ma in chi vive per scoprire in seno alla vita mortale, quella immortale.
Si può.

Nessun commento: