giovedì 16 giugno 2011

Qualcuno (oh l'anonimato!) si chiede se le fede è "qualcosa a prescindere"?
Come al solito, si cercano definizioni dell'indefinibile, che è sempre legato al mistero. Ecco la mia risposta apertis verbis: la fede nasce dalle profondità del nostro essere, come aspirazione al Tutto, alla trascendenza in cui tutte le cose (e noi stessi) acquistano luce che non scaturisce da noi, altrimenti sarebbe un fattore intimistico o di adesione ad una verità codificata.
Come dire "cosa è" se non attingiamo alla Fonte? Quel che spetta all'essere umano è proprio l'uscita dal solipsismo, connesso ai luoghi comuni, e la ricerca, la disponibilità a ricevere luce.
Sant'Agostino per decine d'anni vagò in ricerca della verità, lasciando, senza saperlo, porte e finestre aperte perché la Luce lo inondasse.
Per avere un sì pieno  bisogna dire dei no a ciò che appare e che svanisce presto. Più che una questione di volontà, si tratta di predisposizione, favorita dalla messa in atto di uno stile di pensiero e di vita che... non si accontenta delle fatue credenze e sentimentalismi. Anche l'umile "ignorante" che ha buon senso, fa già più di un dotto se alza gli occhi al cielo e lo interroga: quante volte l'ho constato!
Ausilia 

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