Dipinto
del pittore Rudolf Yelin – 1912 - Stoccarda
Mc 3, 20-35
20 Gesù tornò in casa,
ma si radunò di nuovo tanta folla che lui e i suoi discepoli non riuscivano più
nemmeno a mangiare. 21 Quando i suoi
parenti vennero a sapere queste cose si mossero per andare a prenderlo, perché
dicevano che era diventato pazzo. 22
Certi maestri della legge che erano venuti fin da Gerusalemme dicevano:
"Beelzebùl, il diavolo, è dentro di lui. È con l'aiuto del capo dei demoni
che egli ha il potere di scacciare i demoni". 23 Allora Gesù si rivolse alla gente e si mise a parlare servendosi
di parabole: Come è possibile che Satana
scacci via Satana? 24 Se gli abitanti di una nazione si dividono e
si combattono tra loro, quella nazione non può continuare a esistere. 25 Se
in una famiglia manca l'accordo e ci si divide, quella famiglia non potrà più
durare. 26 Se dunque Satana si mette contro se stesso e non è più unito, non può
andare avanti: il suo potere è finito. 27 Nessuno può entrare nella casa di un uomo forte e rubare i suoi beni,
se prima non riesce a legarlo; ma quando l'ha legato, può vuotargli la casa.
28 In verità, di una cosa vi assicuro: potranno essere perdonati tutti i
peccati che gli uomini avranno commesso e tutte le bestemmie che diranno; 29
ma chi avrà bestemmiato contro lo Spirito Santo non sarà mai perdonato, perché
ha commesso un peccato irreparabile.
30 Gesù dichiarò tutto questo perché qualcuno aveva detto: "Uno
spirito maligno è dentro di lui". 31 La madre e i fratelli di Gesù erano venuti dove egli si
trovava, ma erano rimasti fuori e lo avevano fatto chiamare. 32 In quel momento
molta gente stava seduta attorno a Gesù. Gli dissero: “Tua madre e i tuoi
fratelli sono qui fuori e ti cercano”. 33 Gesù rispose loro: Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli? 34 Poi si guardò attorno, e osservando la
gente seduta in cerchio vicino a lui disse: Guardate:
sono questi mia madre e i miei fratelli. 35 Perché, se uno fa la volontà di Dio, è mio fratello, mia sorella e mia
madre. miei fratelli. 35 Perché,
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C o m m e n t o
PASSAGGI FONDAMENTALI SU CUI RIFLETTERE
1)
PREMESSA
Il Vangelo di Marco, il più
antico e il più breve di tutti, in passato era considerato di secondo ordine,
perché disadorno, quasi rozzo e, soprattutto, aspro. Soltanto circa
quarant’anni fa gli studiosi hanno fatto riscoprire alla Chiesa la sua straordinaria
bellezza e hanno colto nell’evangelista la stoffa di un grande teologo e
letterato.
Nel
testo di oggi, Marco mette in rilievo la
dedizione di Gesù verso la folla che si stringe attorno a lui nonostante la durezza e la diffamazione di
cui era oggetto da parte di sacerdoti, scribi e farisei, i quali non
accettavano di buon grado questo Messia
che metteva in crisi istituzioni, tempio, tradizioni.
2)
GESU’ E SATANA
Per ridicolizzare e mettere in
difficoltà Gesù, gli scribi invitano il popolo a stargli alla larga attraverso questa
argomentazione: anche se Lui apparentemente libera e guarisce le persone, in
realtà opera in virtù di Belzebul (il più popolare e il più temuto dal popolo).
Gli scribi non negano che Gesù
compia opere di guarigione delle persone incontrate di cui si prende cura.
Pensano, però, che Gesù scacci i demoni da indemoniato: in lui agisce il capo
dei demoni, Belzebul (forma dispregiativa di Baal Zebul, da Baal, Signore e Zebuh, mosche = Signore delle mosche). Il suo nome deriva da quello di una divinità
filistea, causa di malattie veicolate dalle mosche, che s’affollavano sia sulle
carogne, sia sugli animali sacrificati al tempio di Gerusalemme, e che erano
perciò considerate dèmoni.
E’ da notare che Marco è l’unico
evangelista a preferire al termine greco diavolo la definizione ebraica Satan,
in aramaico Śaṭanâ,
che significa avversario, accusatore e contraddittore.
Talvolta
Gesù apostrofa Satana come se fosse una persona. Nelle guarigioni che opera,
quasi dimentica il malato e parla con lui; e quindi Satana risulta una realtà
che ruota attorno al mistero. Ratzinger, in un suo saggio di alcuni anni
fa, affermava: il diavolo è una persona
al modo della non-persona. Cioè egli è l’antipersona, la deformazione, la
scimmia della persona, ed è questo il grande inganno diabolico per tanti: ne
fanno un idolo, sia pure per esorcizzarlo.
In
verità, Satana rappresenta il limite negativo
dell’umanità e della storia, non separabile dalla libertà umana. Non è
un anti-Dio, ma una forza contraria al bene, alla quale lo stesso Gesù si è
sottoposto affinché, sia Lui, sia l’umanità, si facciano creatori della propria
salvezza. La libertà, dono preziosissimo fin dalla creazione del mondo, non
sarebbe tale senza la possibilità di scegliere. Libertà è non-necessità, cioè possibilità, sicché la
persona degna di questo nome, è invitata ad essere creatrice del suo destino.
Come dice Ravasi, siamo sospesi
tra la possibilità di avere all’interno dei nostri lineamenti il volto di Dio e
la possibilità di raffigurare il volto del satanico. Anche il padre della
chiesa Ambrogio (IV secolo), nell’esamerone
conclude una sua bella meditazione, affermando che Dio, a differenza di quando
si riposava dopo aver creato ogni cosa, si è riposato davvero quando ha fatto
l’Adam (umanità maschile e femminile) perché
aveva ormai qualcuno a cui perdonare i peccati.
Il
vero anti-satana è lo Spirito Santo; tanto che non c’è via di mezzo tra i due:
o si sceglie l’uno o si sceglie l’altro. Discorso, questo, allegorico per
commentare la difficile frase del versetto 29: chi avrà bestemmiato contro lo Spirito Santo
non sarà mai perdonato, perché ha commesso un peccato irreparabile.
I
tanti commenti (letti per capire) sono anch’essi poco convincenti. Comunque
citiamone alcuni: a) L’imperdonabilità
non è da parte di Dio, ma da parte dello stesso essere umano. b) Come una malattia vien
detta insanabile quando il malato respinge l’uso della medicina, così c’è una
specie di peccato che non si rimette né si perdona perché rifugge dalla grazia
di Dio, che è il rimedio suo proprio. c)
Tommaso d’Aquino afferma: Questo
non impedisce all’onnipotenza e alla misericordia di Dio di trovare la via del
perdono e della guarigione che talora sana spiritualmente anche costoro in una
maniera quasi prodigiosa. d) Il peccato contro lo Spirito Santo è una sfida cosciente scagliata contro Dio, il
rifiuto consapevole della
verità conosciuta come tale, è il rigetto cosciente della parola e dell’opera
di Gesù, pur sapendola vera e santa, per proprio interesse.
[alla fine del commento, un pensiero personale].
3)
LA FAMIGLIA DI GESU’
Secondo
Marco, la madre e i fratelli di Gesù furono
inizialmente scettici riguardo al ministero di Gesù, e soltanto in seguito
divennero parte del movimento cristiano.
È inutile ricordare che fin dai
primi secoli, nella Chiesa cristiana, si è cercato di attenuare un giudizio negativo
sulla famiglia di Gesù, sia per difendere la figura di Maria che per
riabilitare i fratelli di Gesù i quali, come sappiamo dal libro degli Atti, ebbero un ruolo di rilievo nella
prima comunità cristiana a Gerusalemme.
Ma chi sono i fratelli di Gesù?
Nell’ebraico
moderno, ancora oggi, non esiste un termine per distinguere il fratello dal
cugino, e quindi gli israeliani devono ricorrere ad espressioni del tipo: “figlio
della stessa madre” (o dello stesso
padre). Nell’Antico Testamento sono innumerevoli i casi in cui la parola
fratello, in ebraico ah, è usata per indicare
le parentele o i legami più svariati. Nella Genesi (13,8) Abramo chiama il
nipote Lot fratello e così fa anche Labano col nipote Giacobbe (Gn 29,15).
Anche Paolo usa spessissimo il termine fratello per indicare una
comunanza spirituale o un legame che non è quello carnale e familiare.
Il
noto biblista Gianfranco Ravasi considera l’espressione fratelli del
Signore, che troviamo in Atti 1, 14, oppure in 1 Corinzi 9, 5, come la
designazione di un gruppo ben definito, ossia i cristiani di origine giudaica
legati al clan nazaretano di Cristo.
Un altro noto biblista, Josè
Miguel Garcia, esperto di testi in aramaico, fa notare che la particella
greca kai traduce l’aramaico waw, che significa cioè, ossia. Nei vangeli
ricorre spesso il termine kai con
tale significato. Ad esempio, nell’episodio delle nozze di Cana, se Gesù è
accompagnato da sua madre e dai discepoli, come mai ritorna a Cafàrnao con la
madre, e, kai, i suoi discepoli? Per congruenza narrativa tra l’inizio e la
fine del racconto, il testo andrebbe letto: con
sua madre e i suoi fratelli, cioè i suoi discepoli”. Se
fossero stati veri fratelli di Gesù, allora sarebbe stato più logico un ritorno
a Nazaret, loro città natale; invece si dirigono a Cafàrnao, il luogo scelto da
Gesù per il suo operato in Galilea. Quindi questi fratelli sono in realtà i
suoi discepoli.
4)
PERSONALE
Ci siamo nutriti di favole, anziché
di Parola di Dio, cioè di quanto può orientare la nostra esistenza a fare le
scelte giuste.
Ancora ci confortano le devozioni, i
fanatismi di vario tipo, il culto dell’opinione, anziché della verità. Dimentichiamo
che tocca a ciascuno di noi coltivare lo spirito, evitando ogni superficialità.
Satana non dovrà essere bandito con vari tipi di esorcismi. Satana è il male
che ha sembianza di bene; è la noncuranza nel lasciarci distogliere dall’approfondire
gli scritti biblici e nello scoraggiare una cultura robusta che impedisca il
relativismo imperante.
Non voglio fare la Cassandra del
momento elencando i mali di questa nostra società allo sbando. Preferirei fare
l’elogio della speranza. A patto che sia una speranza impetrata con la
preghiera…..
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