giovedì 5 gennaio 2017

EPIFANIA


La storia dei tre Re Magi è leggenda o finzione letteraria? E' prova di ingegno di fantasia o sono davvero esistiti? Quello che è certo è che attorno alle loro spoglie sono avvenuti saccheggi e furti, alle reliquie dei magi pare ci abbiano creduto in tanti a partire da Marco Polo per arrivare a federico Barbarossa e passando per Ludovico il Moro, Papa Alessandro VI, Filippo II di Spagna, Papa Pio IV, Gregorio XIII e Federico Borromeo.
 
Secondo quella che leggenda non è, ma memorie di viaggio, Marco Polo avrebbe trovato la tomba dei Re Magi nella città di Saba, a sud di Teheran nel 1270: “In Persia è la città ch’è chiamata Saba, da la quale si partiro li tre re ch’andaro adorare Dio quando nacque. In quella città son soppeliti gli tre Magi in una bella sepoltura, e sonvi ancora tutti interi con barba e co’ capegli: l’uno ebbe nome Beltasar, l’altro Gaspar, lo terzo Melquior. Messer Marco dimandò più volte in quella cittade di quegli III re: niuno gliene seppe dire nulla, se non che erano III re soppelliti anticamente.” (Il Milione, cap. 30)
Forse Marco Polo avrà deciso di accrescere la sua fama attraverso invenzioni che sanno di leggenda? Non lo sappiamo. Ma quello che è certo è che non abbiamo tracce della tomba dei magi nella città di Saba, mentre abbiamo certezza di altre tombe attorno alle quali sarebbero passate le reliquie dei tre re. Se Marco Polo afferma di aver visto il corpo dei Magi ancora intatto, quasi 9 secoli prima, nella Basilica Romanica di Sant'Eustorgio esiste una tomba fatta costruire dal vescovo Eustorgio nell'anno del signore 344. L'obiettivo del vescovo era più che ambizioso: voleva essere seppellito assieme ai tre Magi. Per questo fine riuscì ad ottenere l'approvazione dell'Imperatore Costante e fece trasferire i corpi dei Magi dalla Terra Santa alla Basilica di Costantinopoli
Se i corpi dei Magi non si trovano più a Milano dove, il giorno dell'epifania viene esposta solo una spilla d'oro che si dice sia stata fatta con l'oro regalato al Signore, è solo perchè nel 1162 l'imperatore Federico Barbarossa si introdusse a Milano dove distrusse gran parte degli edifici pubblici compresa la chiesta di Sant'Eustorgio e si impossessò del corpo dei magi che però, nel 1164 furono trasferite dall'arcivescovo di Colonia, Rainaldo di dassel nella città tedesca. Da quel momento in poi, in tanti tentarono di recuperare di nuovo le spoglie dei Magi: Ludovico il Moro nel 1494,  Papa Alessandro VI,  Filippo II di Spagna,  Papa Pio IV,  Gregorio XIII,  Federico Borromeo riuscirono a far tornare le spoglie in Italia. Bisognò attendendere fino al 1904 quando, il cardinal ferrari, Arcivescovo di Milano, fece solennemente ricollocare alcuni frammenti ossei (due fibule, una tibia e una vertebra), offerti dall’Arcivescovo di Colonia Fischer, in Sant’Eustorgio. Era il 3 gennaio, tre giorni prima dell'Eifania. Un atto di riconciliazione se vogliamo, ma è tutto ciò che ci rimane dei magi.
Cosa dice la storia? Per capirla dobbiamo partire dal vangelo secondo Matteo, l'unico dei vangeli degli apostoli a parlare dei Magi assieme ad alcuni vangeli apocrifi. Nella storia narrata da Matteo si parla di "alcuni Magi", ma non si fa riferimento al numero, il numero tre appartiene a una simbologia sacra e sicuramente all'enumerazione dei doni che quelli erano esattamente tre: oro, inconso e mirra. che uno di loro fosse di pelle scura, un Moro, anche quella è pura leggenda o, almeno, nel vangelo secondo Matteo non c'è scritto.
Ecco quanto narrano i vangeli: «Gesù nacque a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode. Alcuni Magi (μάγοι magoi) giunsero da oriente a Gerusalemme e domandavano: "Dov'è il re dei Giudei (βασιλεὺς τῶν Ιουδαίων basileus tōn ioudaiōn) che è nato? Abbiamo visto sorgere la sua stella (ἀστέρα astera), e siamo venuti per adorarlo". All'udire queste parole, il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme. Riuniti tutti i sommi sacerdoti e gli scribi del popolo, s'informava da loro sul luogo in cui doveva nascere il Messia. Gli risposero: "A Betlemme di Giudea, perché così è scritto per mezzo del profeta: “E tu, Betlemme, terra di Giuda, non sei davvero il più piccolo capoluogo di Giuda: da te uscirà infatti un capo che pascerà il mio popolo, Israele.”
Allora Erode, chiamati segretamente i Magi, si fece dire con esattezza da loro il tempo in cui era apparsa la stella e li inviò a Betlemme esortandoli: "Andate e informatevi accuratamente del bambino e, quando l'avrete trovato, fatemelo sapere, perché anch'io venga ad adorarlo". Udite le parole del re, essi partirono. Ed ecco la stella, che avevano visto nel suo sorgere, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino. Al vedere la stella, essi provarono una grandissima gioia. Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, e prostratisi lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. Avvertiti poi in sogno di non tornare da Erode, per un'altra strada fecero ritorno al loro paese. Essi erano appena partiti, quando un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe e gli disse: "Alzati, prendi con te il bambino e sua madre e fuggi in Egitto, e resta là finché non ti avvertirò, perché Erode sta cercando il bambino per ucciderlo". Giuseppe, destatosi, prese con sé il bambino e sua madre nella notte e fuggì in Egitto »
 
CHI ERANO I MAGI? Come specificato su Focus.it che alla leggenda dei tre Magi dedica un approfondimento, i Magi erano i sacerdoti dei Medi, avi degli attuali Curdi: un popolo montanaro che nel VI secolo a. C. fu sottomesso dai Persiani. Sio tratta di un popolo dall'antica saggezza ricordata anche da Erodoto che scrive che i Magi sapevano interpretare gli astri e i sogni. Anche nella leggenda infatti, i magi erano tre uomini esperti di astronomia e interpretazione dei sogni. Ma non uomini dediti alle arti magiche, nè tantomeno dei Re.
 
Le altre notizie sui Magi, non essendo presenti nel Vangelo secondo Matteo, derivano indubbiamente dagli Apocrifi e, in particolare, nel Vangelo armeno, si legge che il viaggio dei Magi durò ben 9 mesi, cita anche i loro nomi oltre a enumerare il gran numero di doni che avrebbero portato con sé oltre a uno stuolo di 12 mila cavalieri: i doni, secondo quanto scritto in questo vangelo apocrifo, non sarebbero stati solo tre, ma sarebbero stati tanti e di gran pregio. Si va dalle piante medicinali come l'aloe, porpora, mussolina, nardo, cannella, cinnamomo, argento, zaffiri, perle, lino e libri esoterici.
Sempre secondo questo vangelo si legge che i tre Magi erano tre fratelli e sarebbero stati re di Arabi, Indi e Persiani e addirittura che, prima di cristo, sarebbe risorta un'altra persona di cui si narra nella Bibbia per l'occasione. Si tratta di Eva, moglie di Adamo. E' questa donna ad aver preceduto i tre re Magi alla mangiatoia dove riposava l'infante messia. Il Vangelo arabo-siriaco, racconta invece che i Magi tornarono in patria con un pannolino di Gesù, che tentarono poi di bruciare ritualmente sul fuoco sacro. Invano: le fiamme si spegnevano e il pannolino restava intatto.
In realtà in questo testo non c'è nulla di storico nè di scientifico. Si tratta solo di simbologie e del tentativo di estendere la fama della nascita di cristo anche ad altri popoli ecco perchè i tre Magi sarebbero stati arabi, persiani  e Indi. Il tentativo era portare la fama di questa storia fino alla lontana Asia.
 
LA PATRIA DEI MAGI - I 12 mila cavalieri però ricordano i  12 mila zoroastriani, adoratori del fuoco sacro che abitavano lo Yemen (attuale Iran) dove il mazdeismo aveva le sue radici. Sarebbe quella la patria dei Magi. Del resto, la stessa profezia dell'avvento di un messia deriva da Zoroastro: è stato questo profeta a dire che Saoshyant (il Messia mazdeista) sarebbe stato accolto con onori regali. Secondo gli atti degli Apostoli, altre probabili patrie dei Magi sarebbero Samaria e  Cipro. Ma l'ipotesi più pèrobabile è comunque quella che li collega allo Yemen, solo in quella terra infatti era possibile produrre tutti e tre i doni portati dai re magi al bambino della mangiatoia: si tratta dell'Arabia Felix, territorio ricco e progredito in grado di offrire davvero oro, incenso e mirra.
 
STELLE DIPINTE. È Adesso non resta che svelare il mistero della stella. In realtà la leggenda della stella con la coda che ricorda la scia di una cometa, nasce in età medievale e, precisamente, nel 1303 quando a Padova il pittore Giotto la dipinse, condizionato da un'enorme stella, la cometa Halley, che vide due anni prima e che associò naturalmente alle sacre scritture.
Matteo parla invece di una grande stella anomala, visibile in due tempi distinti: prima durante il viaggio dei Magi, poi durante il trasferimento a Betlemme. E Giacomo riferisce di “una stella grandissima, che brillava tra gli altri astri e li oscurava, tanto che le stelle non si vedevano più”. Lo Pseudo-Matteo conferma la versione di Giacono e parla di “un’enorme stella [...] la cui grandezza non si era mai vista dall’origine del mondo”.
 
MA DI CHE STELLA SI TRATTA?  DOPO NUMEROSE RICERCHE E STUDI SULLA STELLA Dunque a che astro alludeva
Dopo numerose ricerche e studi su questa stella possiamo affermare che, nell'anno zero, cioè l'anno di nascita di Gesù, non è avvenuto alcun fenomeno astronomico particolare che sia mai stato annotato in alcun libro. L'ipotesi più probabile sembra essere quella dell'astronomo tedesco Johannes Kepler  che, nel 1603 osservò una congiunzione fra pianeti, che abbinati sembravano un’enorme stella. L'astronomo, a seguito di questa scoperta, scrisse un libro che fu intitolato De anno natali Christi. sostenitore di questa teoria è Corrado Lamberti, direttore della rivista Le Stelle sostiene la tesi dell«è una congiunzione Giove-Saturno che ebbe luogo nel 7 a. C.: quell’anno i due pianeti si trovarono nel cielo uno vicino all’altro per ben tre volte. La tesi ha una certa credibilità, anche perché sono state trovate effemeridi babilonesi (cioè tavolette col calcolo dei movimenti degli astri, ndr) relative all’evento, segno che al fenomeno si accordò notevole importanza».

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