La compassione di gesù-pastore
Geremia 23, 1-6 ; Efesini
2, 13-18
Marco 6, 30-34
In quel tempo, 30 gli apostoli si
riunirono attorno a Gesù e gli riferirono tutto quello che avevano fatto e
quello che avevano insegnato. 31 Ed egli disse loro:"Venite in disparte,
voi soli, in un luogo deserto, e riposatevi un po' ". Erano infatti molti
quelli che andavano e venivano e non avevano neanche il tempo di mangiare. 32
Allora andarono con la barca verso un luogo deserto, in disparte. 33 Molti però
li videro partire e capirono, e da tutte le città accorsero là a piedi e li
precedettero. 34 Sceso dalla barca, egli vide una grande folla, ebbe
compassione di loro, perché erano come pecore che non hanno pastore, e si mise a
insegnare loro molte cose.
[Focalizziamo alcuni passaggi di questo brano con l’aiuto di parecchi
esperti]
v. 30 Gesù in ascolto. Lascia raccontare dagli inviati=apostoli l’esperienza fatta. Non obietta nulla, non mette in rilievo manchevolezze, riguardanti
l’insegnamento di cui Lui non li aveva incaricati. Ascolta…. Quale passo importante
per far enetrare nel cuore il suo grande messaggio!
v. 31 “Venite in disparte”. Il vangelo di oggi segna un
passaggio verso la moltiplicazione dei pani, quale sarà narrata nei versetti
che daranno seguito a quelli di oggi. Ecco perché Gesù, invece di dettare ai
Dodici specifici contenuti dottrinali, si limita a prestare attenzione alla
loro stanchezza, che arriva al punto di ‘non aver tempo per mangiare’. Con i
suoi gesti di comunione con loro soli a soli, vuol far trasparire il senso
profondo del suo grande Annuncio (difficile da dire a parole): farsi e
fare tutti partecipi della vita di comunione
che Lui realizza col Padre.
v. 34 “Ebbe compassione di loro”
L‘avere compassione è un termine tecnico
dell’AT e anche del NT, ed è adoperato esclusivamente per Dio. Gli uomini hanno
misericordia, ma solo Dio ha compassione. Che non è sentimento, ma dono di
amore radicato nelle viscere, cioè nella stessa carne; dono che
fa accostare l’altro nei suoi bisogni, tanto intensi quanto smarriti nella
ricerca dello straordinario. Gesù comprende e fa suo il bisogno di aiuto da
parte di chi corre dietro al carisma, con l’attesa qualcuno o qualcosa li possa
‘saziare’ per davvero; e sa che ciò peggiora la situazione di sbandamento. Sì,
quella folla era fatta di persone che “erano
come pecore senza pastore”. Non erano veri pastori le autorità religiose: già
Geremia (prima lettura)
lamentava che i pastori fossero
diventati mercenari i quali pascevano se stessi. E Paolo (seconda lettura) precisa: “Per mezzo di lui infatti
possiamo presentarci, gli uni e gli altri, al Padre in un solo Spirito”. Gesù in questo brano si
prefigura il Buon Pastore che si preoccupa dello smarrimento della folla e
insegna… che cosa? Tutto ciò che si collega ai suoi gesti di compassione:
saranno questi a guidarla, più che le sue stesse parole, nella comprensione
dell’amore di comunione con Dio a cui Egli vuole ri-chiamare l’umanità
col suo esempio.
RIFLESSIONI PERSONALI
Ausilia. Mi
limito a qualche citazione: da G. Ravasi: “oggi l'immagine del Pastore ci dice poco o quasi nulla e l'uomo d'oggi rifiuta
sdegnosamente il ruolo di ‘pecora’. Eppure, egli vi è dentro in pieno; senza che ce ne accorgiamo, noi ci lasciamo
guidare supinamente da ogni sorta di manipolazione e di persuasione occulta”.
Da Nietzsche: "Rovesciai tutte le pietre di confine,
inseguii i desideri più pericolosi. Nulla è vero, tutto è permesso: così parlai
a me stesso; vivere come io ne ho voglia o non vivere affatto. Ma, ahimè, ho io
ancora una meta? Un porto verso cui corra la mia vela? Un buon vento? Ah, solo
chi sa verso dove naviga sa anche quale vento è buono, favorevole alla
navigazione. Se non c'è una meta, se si va a finire nel nulla, non c'è nemmeno
una direzione del cammino. Che cosa mi è restato? Un cuore stanco, una volontà
instabile, ali per svolazzare qua e là, la schiena spezzata" (Così parlò
Zaratustra). Da Ermes Ronchi: “il primo insegnamento:
«come guardare», prima ancora di «come parlare»; uno sguardo che abbia
commozione e tenerezza, le parole e i gesti seguiranno. Se ancora c’è chi si
commuove per l’ultimo uomo, questo uomo avrà un futuro”.
Wilma Chasseur. Oggi più che mai c'è un
bisogno viscerale di sentirsi capiti, accolti per quel che si è, incoraggiati e
non ostacolati; e il Vangelo odierno ci dice da CHI dobbiamo andare in quei
momenti. "Venite a me, voi tutti che siete affaticati ed oppressi ed io vi
ristorerò, venite in disparte e riposatevi un po'". Un po' di relax…
Quanta premurosa attenzione da parte del Maestro verso i suoi, attento alle
loro esigenze come il migliore dei padri che comprende anche le loro
stanchezze. Contento di ascoltare ciò che i suoi hanno da dirgli: questa volta
è Lui che ascolta. Il Maestro che di solito insegnava, ora tace e ascolta... La capacità di ascolto è forse ciò di
cui ha più bisogno il mondo di oggi. L'uomo moderno stanco, stressato, non ha
tanto bisogno di una parola quanto di… un orecchio che ascolti.
Armando e Lucia
I nostri
nipotini non sanno cosa fa il pastore e non hanno mai visto una pecora in carne
ed ossa. Come allora descrivere la cura, l'attenzione, la tenerezza del Pastore
evangelico verso le pecore? Forse la vita moderna sta privando il Cristianesimo
di un’immagine tanto immediata per descrivere il nostro Salvatore? Sarà
possibile sostituirla o rielaborarla in altra maniera? Gesuù ha compassione
perché “sono come pecore senza pastore": immagine letteraria molto chiara dal punto di vista concettuale.
Ma davvero gli uomini moderni si sentono "pecore" in cerca di
Pastore? E' vero che la gente si cerca dei protagonisti, delle guide, ma quando
si tratta di orientatori spirituali già certificati come Gesù, si teme di
passare come pecore: e per non apparire tali, ci si inventa o si riveste
qualcuno delle proprie esibizioni personali e lo si segue. Ma davvero quella
gente era senza guida? Non è credibile che la gente non percepisse la presenza
di una guida sicura e indefessa nella dirigenza del Tempio, nei tenaci farisei?
Che cosa intende dire Gesù? Di quale guida-pastore si tratta? E qui balza fuori
prepotentemente Gesù: Egli è la guida che, oltre che disinteressata, propone la
via, assiste nel viaggio, accoglie nella meta. I pastori di quel momento - e di
ogni tempo - sono inadeguati non sempre per mancanza di doti morali o di
altruismo, ma per mancanza delle premure di colui che è la meta di tutte le
aspirazioni umane. Il quale era lì, in mezzo a quelle pecore, in attesa di
essere accolto quale Egli è!
1 commento:
Paolo
Sono commosso anch'io di fronte ad un Gesù così. Voglio liberarmi anch'io dal seguire questo a quello, ciò che si dice si fa comunemente....
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