sabato 21 luglio 2012

XVI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO Anno


La compassione di gesù-pastore
Geremia 23, 1-6 ; Efesini 2, 13-18
Marco 6, 30-34
In quel tempo, 30 gli apostoli si riunirono attorno a Gesù e gli riferirono tutto quello che avevano fatto e quello che avevano insegnato. 31 Ed egli disse loro:"Venite in disparte, voi soli, in un luogo deserto, e riposatevi un po' ". Erano infatti molti quelli che andavano e venivano e non avevano neanche il tempo di mangiare. 32 Allora andarono con la barca verso un luogo deserto, in disparte. 33 Molti però li videro partire e capirono, e da tutte le città accorsero là a piedi e li precedettero. 34 Sceso dalla barca, egli vide una grande folla, ebbe compassione di loro, perché erano come pecore che non hanno pastore, e si mise a insegnare loro molte cose.

[Focalizziamo alcuni passaggi di questo brano con l’aiuto di parecchi esperti]
v. 30 Gesù in ascolto. Lascia raccontare  dagli inviati=apostoli l’esperienza fatta. Non obietta nulla, non mette in rilievo manchevolezze, riguardanti l’insegnamento di cui Lui non li aveva incaricati. Ascolta…. Quale passo importante per far enetrare nel cuore il suo grande messaggio!
v. 31 Venite in disparte”. Il vangelo di oggi segna un passaggio verso la moltiplicazione dei pani, quale sarà narrata nei versetti che daranno seguito a quelli di oggi. Ecco perché Gesù, invece di dettare ai Dodici specifici contenuti dottrinali, si limita a prestare attenzione alla loro stanchezza, che arriva al punto di ‘non aver tempo per mangiare’. Con i suoi gesti di comunione con loro soli a soli, vuol far trasparire il senso profondo del suo grande Annuncio (difficile da dire a parole): farsi e fare tutti partecipi della vita di comunione che Lui realizza col Padre.  
v. 34 “Ebbe compassione di loro”
L‘avere compassione è un termine tecnico dell’AT e anche del NT, ed è adoperato esclusivamente per Dio. Gli uomini hanno misericordia, ma solo Dio ha compassione. Che non è sentimento, ma dono di amore radicato nelle viscere, cioè nella stessa carne; dono che fa accostare l’altro nei suoi bisogni, tanto intensi quanto smarriti nella ricerca dello straordinario. Gesù comprende e fa suo il bisogno di aiuto da parte di chi corre dietro al carisma, con l’attesa qualcuno o qualcosa li possa ‘saziare’ per davvero; e sa che ciò peggiora la situazione di sbandamento. Sì, quella folla era fatta di persone che  “erano come pecore senza pastore”. Non erano veri pastori le autorità religiose: già Geremia (prima lettura) lamentava che i pastori fossero diventati mercenari i quali pascevano se stessi. E Paolo (seconda lettura) precisa: “Per mezzo di lui infatti possiamo presentarci, gli uni e gli altri, al Padre in un solo Spirito”. Gesù in questo brano si prefigura il Buon Pastore che si preoccupa dello smarrimento della folla e insegna… che cosa? Tutto ciò che si collega ai suoi gesti di compassione: saranno questi a guidarla, più che le sue stesse parole, nella comprensione dell’amore di comunione con Dio a cui Egli vuole ri-chiamare l’umanità col suo esempio.

RIFLESSIONI PERSONALI
Ausilia. Mi limito a qualche citazione: da G. Ravasi: “oggi l'immagine del Pastore ci dice poco o quasi nulla e l'uomo d'oggi rifiuta sdegnosamente il ruolo di ‘pecora. Eppure, egli vi è dentro in pieno; senza che ce ne accorgiamo, noi ci lasciamo guidare supinamente da ogni sorta di manipolazione e di persuasione occulta. Da Nietzsche: "Rovesciai tutte le pietre di confine, inseguii i desideri più pericolosi. Nulla è vero, tutto è permesso: così parlai a me stesso; vivere come io ne ho voglia o non vivere affatto. Ma, ahimè, ho io ancora una meta? Un porto verso cui corra la mia vela? Un buon vento? Ah, solo chi sa verso dove naviga sa anche quale vento è buono, favorevole alla navigazione. Se non c'è una meta, se si va a finire nel nulla, non c'è nemmeno una direzione del cammino. Che cosa mi è restato? Un cuore stanco, una volontà instabile, ali per svolazzare qua e là, la schiena spezzata" (Così parlò Zaratustra). Da Ermes Ronchi:il primo insegnamento: «come guardare», prima ancora di «come parlare»; uno sguardo che abbia commozione e tenerezza, le parole e i gesti seguiranno. Se ancora c’è chi si commuove per l’ultimo uomo, questo uomo avrà un futuro”.
Wilma Chasseur. Oggi più che mai c'è un bisogno viscerale di sentirsi capiti, accolti per quel che si è, incoraggiati e non ostacolati; e il Vangelo odierno ci dice da CHI dobbiamo andare in quei momenti. "Venite a me, voi tutti che siete affaticati ed oppressi ed io vi ristorerò, venite in disparte e riposatevi un po'". Un po' di relax… Quanta premurosa attenzione da parte del Maestro verso i suoi, attento alle loro esigenze come il migliore dei padri che comprende anche le loro stanchezze. Contento di ascoltare ciò che i suoi hanno da dirgli: questa volta è Lui che ascolta. Il Maestro che di solito insegnava, ora tace e ascolta... La capacità di ascolto è forse ciò di cui ha più bisogno il mondo di oggi. L'uomo moderno stanco, stressato, non ha tanto bisogno di una parola quanto di… un orecchio che ascolti.
Armando e Lucia
I nostri nipotini non sanno cosa fa il pastore e non hanno mai visto una pecora in carne ed ossa. Come allora descrivere la cura, l'attenzione, la tenerezza del Pastore evangelico verso le pecore? Forse la vita moderna sta privando il Cristianesimo di un’immagine tanto immediata per descrivere il nostro Salvatore? Sarà possibile sostituirla o rielaborarla in altra maniera? Gesuù ha compassione perché “sono come pecore senza pastore": immagine letteraria  molto chiara dal punto di vista concettuale. Ma davvero gli uomini moderni si sentono "pecore" in cerca di Pastore? E' vero che la gente si cerca dei protagonisti, delle guide, ma quando si tratta di orientatori spirituali già certificati come Gesù, si teme di passare come pecore: e per non apparire tali, ci si inventa o si riveste qualcuno delle proprie esibizioni personali e lo si segue. Ma davvero quella gente era senza guida? Non è credibile che la gente non percepisse la presenza di una guida sicura e indefessa nella dirigenza del Tempio, nei tenaci farisei? Che cosa intende dire Gesù? Di quale guida-pastore si tratta? E qui balza fuori prepotentemente Gesù: Egli è la guida che, oltre che disinteressata, propone la via, assiste nel viaggio, accoglie nella meta. I pastori di quel momento - e di ogni tempo - sono inadeguati non sempre per mancanza di doti morali o di altruismo, ma per mancanza delle premure di colui che è la meta di tutte le aspirazioni umane. Il quale era lì, in mezzo a quelle pecore, in attesa di essere accolto quale Egli è! 

1 commento:

Anonimo ha detto...

Paolo
Sono commosso anch'io di fronte ad un Gesù così. Voglio liberarmi anch'io dal seguire questo a quello, ciò che si dice si fa comunemente....