venerdì 6 maggio 2011

Quel che di sbagliato c'è nel mondo

Ieri una conversazione con persone nelle quali non c'è chi non si possa riconoscere si parlava di quali rimedi andrebbero adottati in Italia per sollevare le condizioni della gente povera fino a rischiare la miseria assoluta. Si è detto di tutto, e il discorso è sfociato nella considerazione globale su problemi di carattere mondiale. Non vi ripeto ciò che ciascuno potrebbe dire alla pari di loro sul prepotere, su ciò che vi si oppone in maniera sempre inadeguata, sulla previsione di una sicura catastrofe verso la quale staremmo precipitando. E allora la ribellione sarebbe l'unico modo per snidare ogni malefatta.  
Ci si muove sempre su sistemi e principi massimi: tutti hanno la loro parte di torto. La sintesi è che tutto è sbagliato per colpa di questo e di quello. Dio, la fede, chi fa del bene, richiamano, in questi discorsi, la fatica di Sisifo, col suo voler far rotolare con sforzi enormi un masso verso l'alto, per vederlo sempre precipitare giù.

La storia non insegna niente a nessuno. Cristo, in pratica, non ha fatto niente perché la sua resurrezione non dice niente a moltissimi. Certamente l'Apocalisse biblica non fa prevedere un futuro splendido, e pochissimi la conoscono, come quasi nessuno attinge alla Bibbia ed ai tesori di grazia che potrebbero essere la nostra garanzia di salvezza.
Cosa ho da evidenziare io in questo desolante quadro?
Penso sempre a quanto la beghina percepiva come risposta alle sue insistenti domande sul male nel mondo: "TUTTO SARA' BENE". Penso all'epoca dello Spirito profetizzata da Gioacchino da Fiore. Non annego in un mare di risposte che hanno molto del vago. Non mi rifugio come  in un buco, nel posto privilegiato della mia coscienza, ma da esso mi metto a contatto col mistero, bussando alla porta che separa la realtà-di-ciò-che-appare dalla Realtà del Mistero. E questo,  pur lasciandomi nell'ignoto, richiede la mia parte. E allora mi propongo di fare diventare vita reale la mia Speranza teologale, ogni momento e in ogni piccola cosa del mio vissuto. Oh se ciascuno mettesse il suo mimimo contributo a far trionfare il bene sul male!
Facciamo presto, sempre e in ogni modo, tutto quello che possiamo noi nel nostro piccolo e nel nostro Grande. Scaviamo nella possibilità di concorrere alla nuova creazione, continua, la quale faveva dire alla Hillesum nell'inferno di Auschwitz: "Dio vuole essere aiutato", e, forte del suo sì, spandeva il seme della speranza e perfino di una felicità, che non fosse fine a se stessa.
Ausilia  




1 commento:

Joelle ha detto...

Tu dici: "E questo (il mistero), pur lasciandomi nell'ignoto, richiede la mia parte." Non sono d'accordo sul fatto che il Mistero ci lasci totalmente nell'ignoto, tutt'altro! Perchè se così fosse non avremmo alcuna spinta a cercare e a fare la nostra parte...Solo quando si hanno le tracce si è portati a proseguire la ricerca, altrimenti non esiste motivo. Se nella mia "scatola di cartone" (così chiamo la "realtà di ciò che appare") non ci fossero balenii di luce, resterei quieta nel mio perimetro, ma quegli sprazzi (ma a volte veri fasci di Luce) che bucano questa realtà mi portano a "sentire" la realtà del Mistero, che diviene sempre meno Mistero, man mano che lo Spirito si apre a riceverla! Compatisco le persone che decidono di credere solo a ciò che si vede e si tocca (senza analizzare le loro motivazioni) come fossero pezzi di carne buttati nel teatro di questa (per loro) unica esistenza! Magari persone degnissime, ma è come se portassero una valigia carica d'oro, inconsci del suo contenuto...sacrificando così ciò che c'è di più prezioso.