venerdì 5 maggio 2017

IV DOMENICA di PASQUA


Gv 10, 1-10

In quel tempo, Gesù disse: 1 «In verità, in verità io vi dico: chi non entra nel recinto delle pecore dalla porta, ma vi sale da un’altra parte, è un ladro e un brigante. 2 Chi invece entra dalla porta, è pastore delle pecore. 3 Il guardiano gli apre e le pecore ascoltano la sua voce: egli chiama le sue pecore, ciascuna per nome, e le conduce fuori. 4 E quando ha spinto fuori tutte le sue pecore, cammina davanti a esse, e le pecore lo seguono perché conoscono la sua voce.

5 Un estraneo invece non lo seguiranno, ma fuggiranno via da lui, perché non conoscono la voce degli estranei».

6 Gesù disse loro questa similitudine, ma essi non capirono di che cosa parlava loro. 7 Allora Gesù disse loro di nuovo: «In verità, in verità io vi dico: io sono la porta delle pecore. 8 Tutti coloro che sono venuti prima di me, sono ladri e briganti, ma le pecore non li hanno ascoltati. 9 Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvato; entrerà e uscirà e troverà pascolo. 10 Il ladro non viene se non per rubare, uccidere e distruggere; io sono venuto perché abbiano la vita e l'abbiano in abbondanza.

 

Sal 22

Il Signore è il mio pastore:
non manco di nulla.
Su pascoli erbosi mi fa riposare,
ad acque tranquille mi conduce.
Rinfranca l’anima mia.
      Mi guida per il giusto cammino
      a motivo del suo nome.
      Anche se vado per una valle oscura,
      non temo alcun male, perché tu sei con me.
      Il tuo bastone e il tuo vincastro
      mi danno sicurezza.
Davanti a me tu prepari una mensa
sotto gli occhi dei miei nemici.
Ungi di olio il mio capo;
il mio calice trabocca.
      Sì, bontà e fedeltà mi saranno compagne
      tutti i giorni della mia vita,
      abiterò ancora nella casa del Signore
     per lunghi giorni.

 

Commento

 

1) Il Vangelo di Giovanni e la messianicità di Gesù


PREMESSE
- Il Vangelo di Giovanni presenta importanti differenze rispetto agli altri tre, chiamati sinottici per la possibilità di essere disposti su colonne parallele ed essere letti con uno sguardo d'insieme (sinossi).

- Per un approccio corretto alla comprensione del testo del brano odierno, bisogna tener conto dell’intero IV vangelo.

- La composizione del cap. 10 era passata da tante mani prima di giungere a quella finale. Questa, perciò, porta segni evidenti delle versioni precedenti.

- Lo sfondo generale è caratterizzato dalla tensione tra i capi religiosi e i discepoli raccolti nelle comunità in formazione dopo la Risurrezione di Cristo, i quali si proponevano di interpretare la figura di Gesù e di continuare la sua missione. I primi avevano pubblicamente preso posizione, non solo rinnegandolo quale Cristo, ma stabilendo che, chiunque avesse riconosciuto in Lui il Messia, sarebbe stato espulso dalla sinagoga.

- I leader politico-religiosi conoscevano bene i passi dei profeti - Isaia, Geremia, Ezechiele - nei quali Dio si rivelava come pastore di Israele, ma non accettavano che ad appropriarsi dell’adempimento di tali profezie fosse Gesù, il quale polemizzava contro i poteri costituiti.

- Il titolo di Messia, nella tradizione ebraica legato ad un re o comunque una persona unta da Dio, in Giovanni assume un significato nuovo, che mette in evidenza il legame intimo di Cristo con Dio-Padre.

- Oltre all'incapacità del giudaismo di trascendere la lettera delle Scritture a favore dello Spirito che in essa (lettera) è contenuto, c’erano ancora tanti nodi da sciogliere nell’interpretazione della figura di Gesù. Un senso di incertezza attraversava anche la mentalità dei discepoli…

2) Il brano odierno

- Nel IV vangelo la collocazione del brano risulta immediatamente successiva all’episodio in cui il cieco miracolato era stato scacciato dalla comunità giudaica in malo modo.

Gli scribi e i farisei si vantavano di essere la frangia religiosa più rigorosa (e quindi, a loro parere, maggiormente gradita a Dio), e con tale autorità si presentavano al popolo di Giuda. Intanto  l’Autore del IV vangelo ci mostra un Gesù che scardina completamente proprio questa loro presunta autorità.

- Nei versetti seguenti 11-16, che oggi non leggiamo, avremo l’esplicita affermazione: Io sono il Buon Pastore. L'immaginario profetico di Dio come pastore di Israele viene utilizzato per la grande rivelazione di Gesù Buon Pastore.

- Giovanni, tenendo presente l’IO SONO di YHWH che si legge in Esodo 3,13-14 - Dirai così ai figli d'Israele: IO SONO mi ha mandato da voi, presenta Gesù stesso come colui che si autoproclama il Messia promesso, nella frase del v. 7:  IO SONO la porta dell’ovile.

- A partire del versetto 6 abbiamo un passaggio illuminante. Ad essere incapaci di capire le affermazioni di Gesù sono proprio i pastori, mentre il gregge appare docile nell’ascolto di Gesù e si ‘ribella’, disobbedisce a questi pastori che gestiscono il loro ministero come padroni del popolo: ma le pecore non li hanno ascoltati.

- Infine la frase io sono venuto perché abbiano la vita e l'abbiano in abbondanza: Il messaggio di Gesù è la risposta di Dio al bisogno di pienezza di vita che ogni persona si porta dentro.

3) Cosa rappresenta la porta?

Le comunità di cui parla Giovanni erano formate da diversi gruppi. C’erano in esse giudei di mentalità aperta, con un atteggiamento critico verso il Tempio e la Legge. C’erano anche samaritani e pagani convertiti, ciascuno con la propria origine storica ed i propri costumi culturali, assai diversi da quelli dei giudei.

Eppure le comunità di cui parla Giovanni, capiscono la sequela di Gesù come un vissuto di amore concreto e solidale. Rispettando le reciproche differenze, pian piano sapranno rendersi conto dei problemi di convivenza tra pagani e giudei, che agitavano le comunità dell’epoca. E, sfidate dalla realtà, le comunità volevano approfondire la loro fede in Gesù senza chiudersi al dialogo con altri gruppi.

In definitiva il definirsi porta per Cristo significa essere chiave di accesso tra realtà e mondi diversi. Egli vuole facilitare la comunicazione e la comunione, e non solo con Lui! Il cristiano non può rimanere sempre al sicuro nel recinto, ma deve andare fuori, cercare altre pecore per far loro attraversare quella porta.

Tutto ciò sfida e interroga l’oggi…..   

4) Come interrogare l’oggi del mondo e della nostra coscienza

Dopo la severità del testo giovanneo e il commento esegetico (formato ridotto!), una poesia dei bambini di Teresa di Calcutta per creare un clima meno freddo, più idoneo al sentire comune.

 

POESIA SCRITTA SUL MURO DELLA CASA DEI BAMBINI di CALCUTTA

Trova il tempo di pensare;

trova il tempo di pregare;

trova il tempo di ridere.

È la fonte del potere;

è il più grande potere sulla terra;

è la musica dell’anima.

Trova il tempo per giocare;

trova il tempo per amare ed essere amato;

trova il tempo di dare.

È il segreto dell’eterna giovinezza;

è il privilegio dato da Dio;

la giornata è troppo corta per essere egoisti.

Trova il tempo di leggere;

trova il tempo di essere amico;

trova il tempo di lavorare.

È la fonte della saggezza;

è la strada della felicità;

è il prezzo del successo.

Trova il tempo di fare la carità;

è la chiave del Paradiso.

 

Una risposta adeguata ai tanti miei dubbi me la dà soltanto il salmo di questa domenica. E’ un canto di fiducia, che anima tutta la lirica con il TU SEI CON ME.

E’ necessaria una guida, meglio: un compagno che condivida tutto col suo gregge.

La porta dell’ovile si apre a tutti, e non solo per entrare, ma anche per uscire.

Il significato della porta lo trovo nei commenti degli esegeti, che, però, si esprimono nei modi più disparati e non sempre mi convincono.

Allora interrogo il mio cuore.

Trovo che le persone le quali vogliono il mio bene, lasciano che sia io a scegliere quale esso sia. Ed io, dopo avere guardato dentro di me il Compagno di sempre, trovo che voglio il Bene duraturo.

Questo Compagno è stato sempre Gesù, anche quando si nascondeva dietro il compagno della mia vita e dietro altri buoni/e compagni/e di viaggio.

Lui mi fa guardare spazi aperti, sconfinati, dove le differenze non si annullano e non si confondono. Un’esperienza, una compagnia… possono entrare ed uscire. Ma Lui resta. Ha, ed è, la chiave della porta che mi introduce alla pienezza di Vita.

Grazie, Gesù.

 

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