sabato 25 giugno 2016




DOMENICA XIII T.O. anno C


Lc 9, 51-62
51 Mentre stavano compiendosi i giorni in cui sarebbe stato elevato in alto, Gesù prese la ferma decisione di mettersi in cammino verso Gerusalemme. 52 e mandò messaggeri davanti a sé.
Questi si incamminarono ed entrarono in un villaggio di Samaritani per preparargli l’ingresso. 53 Ma essi non vollero riceverlo, perché era chiaramente in cammino verso Gerusalemme. 54 Quando videro ciò, i discepoli Giacomo e Giovanni dissero: «Signore, vuoi che diciamo che scenda un fuoco dal cielo e li consumi?». 55 Si voltò e li rimproverò. 56 E si misero in cammino verso un altro villaggio. 57 Mentre camminavano per la strada, un tale gli disse: «Ti seguirò dovunque tu vada». 58 E Gesù gli rispose: «Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo».  59 A un altro disse: «Seguimi». E costui rispose: «Signore, permettimi di andare prima a seppellire mio padre». 60 Gli replicò: «Lascia che i morti seppelliscano i loro morti; tu invece va’ e annuncia il regno di Dio». 61 Un altro disse: «Ti seguirò, Signore; prima però lascia che io mi congedi da quelli di casa mia». 62 Ma Gesù gli rispose: «Nessuno che mette mano all’aratro e poi si volge indietro, è adatto per il regno di Dio».
 
COMMENTO per sommi capi
 Se finora Luca ha parlato degli insegnamenti di Gesù e delle Sue opere, ora si propone di evidenziare i tratti della figura di Gesù che, dopo aver predicato in Galilea, intraprende il cammino verso Gerusalemme, consapevole di dover morire.
= Ecco come si esprime nel primo versetto della pericope di oggi:
51 Mentre stavano compiendosi i giorni in cui sarebbe stato elevato in alto, Gesù prese la ferma decisione di mettersi in cammino verso Gerusalemme.
Letteralmente il testo andrebbe tradotto così: Gesù rende duro il suo volto. Cosa vuole indicare Luca parlando di durezza del volto? Le immagini melliflue o ieratiche con le quali i pittori, dietro le descrizioni precedenti, avrebbero potuto dar forma al volto di Gesù (e purtroppo oggi di fatto lo si ritrae ancora in tal modo!) sono ben lontane da quella tratteggiato ora da Luca.
= Come mai c’è durezza nel volto di Gesù? Prendendo in considerazione la risolutezza di Gesù nell’imboccare la via stretta della Passione e morte, tale risolutezza rispecchia, non solo sofferenza ma anche paura: Gesù è in lotta con se stesso a motivo, non di presunta debolezza nella personalità, bensì della condizione umana alla quale è del tutto partecipe.
= La prima tappa della lunga marcia verso Gerusalemme è la Samaria, dove vigeva una ben nota setta ereticale, in continua tensione con gli ebrei e, di conseguenza, anche con Gesù. Varie volte nei vangeli si parla dell’ostilità dei samaritani nei riguardi di Gesù. Ma nei vv.53-56 della pericope di oggi viene evidenziata e proclamata la visione universalistica del Suo messaggio. Da qui la Sua severità verso Giacomo e Giovanni, i quali avevano preso le Sue difese, invocando la vendetta divina contro i samaritani. Invece il regno di Dio da Lui predicato è per tutti. E chi intraprende il cammino al Suo seguito deve sapere fin dall’inizio che sarà al seguito di un povero, il quale non ha -detto con una metafora- un luogo dove posare il capo; di un uomo che ha saputo rompere ogni legame affettivo naturale, e che, una volta impegnatosi nella missione, non si è più guardato alle spalle.
= Il ‘viaggio’ continua poi con tre piccoli episodi sul tema del seguire Gesù. I primi due sono in comune con Matteo (fonte Q); il terzo può essere stato scritto da Luca o appartenere a una fonte sconosciuta da Matteo.
Sottolineiamo unicamente le risposte di Gesù a coloro che hanno qualche replica da fare all’invito di Gesù a seguirlo.
v.58 E Gesù gli rispose: «Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo»
v. 60 Gli replicò: «Lascia che i morti seppelliscano i loro morti; tu invece va’ e annuncia il regno di Dio».
v.60 Gli replicò: «Lascia che i morti seppelliscano i loro morti; tu invece va’ e annuncia il regno di Dio».
Come sempre, i termini con cui si esprime Gesù non sono da prendere alla lettera. Bisogna tenere presente che i vangeli nascono da una percorso fatto in seno a una comunità, e quindi col passar del tempo tanti particolari non possono essere una riproduzione esatta degli avvenimenti. Un esempio per tutti: Gesù non viveva di fatto in povertà così totale come emerge dal v.58. La replica di Gesù non non vuole estremizzare le condizioni della sequela, ma fa appello alla risolutezza che Lui esige dai discepoli di fronte ad una scelta tanto importante, dal momento che si reca a morire per risorgere e dare vita ad una comunità di credenti autentici. Guardare ad una morte che è promessa di risurrezione, cioè di vita senza limiti temporali, comporta una scelta di libertà. Chi capisce ciò deve districarsi dalle pastoie di ogni attaccamento umano.
Quale pedagogo potrebbe insegnare come si conquista libertà di decisione attraverso i suoi studi? Il maestro Gesù si presenta come l’aratore di se stesso per rivoltare continuamente il terreno in modo da liberarlo da ogni ostacolo fino ad affrontare la morte più difficile.
= Il vangelo di oggi è un vangelo "duro", e come tale non allegro.
= L'aratura in Palestina è un lavoro duro e anche un po' pericoloso. Se tu guardi a destra o a sinistra o peggio ancora ti guardi indietro, rischi non solo di non andare dritto, ma di farti male. Quindi bisogna guardare avanti e mai indietro.
C'è un Midrash che commenta il passaggio del Mar Rosso da parte degli ebrei. Essi scappano di notte dall'Egitto, ma si trovano di fronte il Mar Rosso. Non solo: dietro hanno gli egiziani armati fino all'inverosimile. Allora guardano a Mosè, molto arrabbiati, e gli dicono: "E ci hai condotti fino a qui solo per morire? E adesso? Non sarebbe stato meglio morire in Egitto?". Mosè non sa che rispondere e guarda in sù verso Dio. E Dio gli dice: "Mosè, non guardare avanti (il Mar Rosso), non guardare indietro (gli Egiziani), non guardare a destra e a sinistra (le colonne d'acqua); fa solo il prossimo passo e arriverai all'altra sponda".
= Abbiamo tanto da imparare dal vangelo. Dal vangelo letto, meditato in profondità, e soprattutto vissuto.
Due citazioni da Simon Weil
- (A proposito della durezza del volto ‘provato’ di Gesù): “Provo una sofferenza che aumenta senza fine, nell’intelligenza e al fondo del cuore, per l’incapacità in cui sono, di pensare insieme, nella verità, la sventura umana, la perfezione di Dio e il legame tra le due cose”.
- (A proposito della necessità di prepararsi a scelte non solo difficili e ricche di ideali, ma ‘BUONE’): “Possiamo anche battere militarmente Hitler, ma se non cambiamo la nostra idea di grandezza, niente potrà impedire in futuro a un adolescente sognatore di identificarsi, nella solitudine della sua stanza, con la grandiosa immagine del Fuehrer".
- Io (perdonatemi) non vorrei nemmeno l’immagine grandiosa di un Sant’Antonio, di una S. Rita, ecc. L’elenco sarebbe lungo.


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