venerdì 23 gennaio 2015

III DOMENICA T.O. anno B

I testi
 
Gio 3, 1-5. 10
Fu rivolta a Giona questa parola del Signore: «Àlzati, va' a Nìnive, la grande città, e annuncia loro quanto ti dico». Giona si alzò e andò a Nìnive secondo la parola del Signore. Nìnive era una città molto grande, larga tre giornate di cammino. Giona cominciò a percorrere la città per un giorno di cammino e predicava: «Ancora quaranta giorni e Nìnive sarà distrutta». I cittadini di Nìnive credettero a Dio e bandirono un digiuno, vestirono il sacco, grandi e piccoli. Dio vide le loro opere, che cioè si erano convertiti dalla loro condotta malvagia, e Dio si ravvide riguardo al male che aveva minacciato di fare loro e non lo fece.
Sal 24
Fammi conoscere, Signore, le tue vie,
insegnami i tuoi sentieri.
Guidami nella tua fedeltà e istruiscimi,
perché sei tu il Dio della mia salvezza.
      Ricordati, Signore, della tua misericordia
      e del tuo amore, che è da sempre.
      Ricòrdati di me nella tua misericordia,
      per la tua bontà, Signore.
Buono e retto è il Signore,
indica ai peccatori la via giusta;
guida i poveri secondo giustizia,
insegna ai poveri la sua via.
1 Cor 7, 29-31
Questo vi dico, fratelli: il tempo si è fatto breve; d'ora innanzi, quelli che hanno moglie, vivano come se non l'avessero; quelli che piangono, come se non piangessero; quelli che gioiscono, come se non gioissero; quelli che comprano, come se non possedessero; quelli che usano i beni del mondo, come se non li usassero pienamente: passa infatti la figura di questo mondo!
Mc 1,14-20
14 Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù andò nella Galilea, proclamando il vangelo di Dio, 15 e diceva: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo». 16 Passando lungo il mare di Galilea, vide Simone e Andrea, fratello di Simone, mentre gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. 17 Gesù disse loro: «Venite dietro a me, vi farò diventare pescatori di uomini». 18 E subito lasciarono le reti e lo seguirono. 19 Andando un poco oltre, vide Giacomo, figlio di Zebedèo, e Giovanni suo fratello, mentre anch'essi nella barca riparavano le reti. 20 E subito li chiamò. Ed essi lasciarono il loro padre Zebedèo nella barca con i garzoni e andarono dietro a lui.
Sguardo d’insieme sui testi con riflessioni
- Giona, annoverato tra i profeti minori, svolge, nella pericope proposta dalla liturgia, l’incarico ricevuto da Dio a cui si era sottratto una prima volta: predica ed ottiene la conversione agli abitanti malvagi di Ninive.
Il narratore inserisce un dettaglio curioso: Ninive era una città molto grande, larga tre giornate di cammino. Nessuna città antica è grande in questo modo. Ma Ninive è una città grande perché Dio se ne interessa nonostante la malvagità dei suoi abitanti. Il racconto vuole far sì che all’interno di Israele si elabori un concetto di Dio più aperto e sensibile anche a chi non merita il suo intervento.
- Del salmo 24 la liturgia riporta pochi versetti. Come in altri salmi  i personaggi sono tre:  l’orante, Dio ed il nemico (che è soprattutto interiore).
Par di sentire pulsare nel salmo lo spirito de vangelo: le colpe non sono motivo per sentirsi lontani da Dio con inutili sensi di colpa, ma per gustare la gioia della sua Misericordia: il Ricordati, Signore, della tua misericordia e del tuo amore è, più che un ricordare a Dio, un ricordare a noi stessi.
- I corinzi avevano posto per iscritto a Paolo alcuni quesiti, di cui il primo riguardava la vita sessuale nel matrimonio e nel celibato. L’apostolo, dal momento che nei primi tempi della formazione delle prime comunità cristiane si riteneva vicina la fine del mondo, fa riflettere sulla necessità dell’astensione sessuale, come modo migliore per innestare le proprie aspirazioni in ciò che è duraturo; passa infatti la figura di questo mondo. Il termine figura, schêma, può indicare la parte esterna e visibile, l’apparenza, destinata a passare. [Non si tratta di praticare uno sterile ascetismo, ma di una disciplina valida non soltanto nella paura della fine del mondo, bensì nella quotidianità: la gioia di amare scaturisce dalla disciplina interiore].
- Marco, sulla base della chiamata dei primi discepoli, offre una sintesi felicissima dei temi fondamentali di tutta la predicazione di Gesù: il compimento del tempo [cioè l’avvento del regno di Dio, da non circoscrivere nei limiti di un tempo storico, ma da considerare come manifestazione di Dio nella storia fin dalla creazione], la conversione, la fede al vangelo.
Questi tre elementi costituiscono l’elemento-chiave anche degli altri testi che, nel ruotare attorno al tema della Misericordia divina, si propongono di sollecitare l’impegno a cambiare la direzione del cammino nella propria esistenza: dall’avvitamento al proprio io al dono di sé. Anche gli affetti familiari che ad una lettura superficiale potrebbero sembrare messi in secondo piano -Ed essi lasciarono il loro padre Zebedèo nella barca con i garzoni e andarono dietro a lui- vanno, anziché trascurati, curati in altro modo, in vista del fatto che la disciplina del distacco è la più feconda.
Analisi del vangelo
14 Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù andò nella Galilea, proclamando il vangelo di Dio
L'evangelista, prima di parlare dell'attività di Gesù che viene situata in Galilea, luogo geografico ma soprattutto teologico, si premura di sottolineare che Giovanni è uscito di scena, poiché è stato arrestato. C’è dunque il passaggio di testimone dal Battista a Gesù.
Nella locuzione il vangelo di Dio, Marco si riferisce, anziché a Gesù, a Dio, cioè a Colui in nome del quale egli dà il lieto annuncio della salvezza (=trionfo del Bene sul Male) universale.
15 e diceva: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo».
Il contenuto sintetico del versetto precedente è in certo modo spiegato ora, dove due dittici ne esplicitano il contenuto: il tempo, kairos, è giunto al suo termine alla pienezza; ossia è giunto il momento fissato da Dio per l'avvento della sua signoria, intesa nel senso evangelico dove è escluso ogni esercizio di potere-dominio. Gli esegeti discutono se questa affermazione sia da intendere in senso escatologico, cioè come tempo ultimo; infatti Marco non usa il termine kronos per parlare di questo tempo, ma appunto kairos.
L'invito alla conversione, metanoia, ha un riferimento profetico e indica un mutamento radicale della vita, imposto dalla presenza del regno di Dio. E' interessante notare che convertirsi è sempre preso in assoluto, senza un riferimento specifico (così come nella prima lettura): non c’è chi non abbia bisogno di convertirsi (momento per momento).
16 Passando lungo il mare di Galilea, vide Simone e Andrea, fratello di Simone, mentre gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori.
Dopo il sommario, l'evangelista sembra voler esplicitare l'attività di Gesù e lo fa presentando una giornata tipo contrassegnata da diverse attività: chiamata dei discepoli (il testo odierno), esorcismi e guarigioni, preghiera e predicazione itinerante, che vedremo nelle prossime domeniche.
Il contesto della chiamata dei discepoli nel brano di Marco è molto diverso da quello che abbiamo meditato domenica scorsa in Giovanni e anche l'andamento dell'episodio richiama la nostra attenzione su aspetti differenti. La presenza del fatto in tutti i vangeli ne conferma la realtà storica; ogni evangelista tuttavia guarda la chiamata da un punto di vista specifico.
17 Gesù disse loro: «i farò diventare pescatori di uomini».
Gesù passa, vede e chiama con un comando: vediamo il modo tipico dell'evangelista di raccontare attraverso la descrizione del comportamento umano.
Il Venite dietro a me ricorda la chiamata di Eliseo da parte di Elia; qui allude alla comunicazione dello spirito di Gesù ai suoi seguaci (1,8). L'espressione pescatori di uomini, quasi sicuramente di Gesù, riflette la prassi missionaria della prima comunità cristiana: i chiamati sono destinati all'attività di reclutare altri uomini e donne per semplice contatto personale. La definizione dei credenti come pesci entrerà nel linguaggio della comunità cristiana delle origini.
18 E subito lasciarono le reti e lo seguirono.
Appare sorprendente questo modo di procedere. Molto probabilmente la conoscenza di Gesù fu graduale, ma ciò non toglie che la sequela di lui abbia caratteristiche specifiche: a differenza dei rabbini è Gesù che chiama con autorità e i discepoli imparano a conoscere lui e la sua dottrina. Del resto la citazione dei nomi propri, del luogo e del lavoro fanno pensare ad un evento reale anche se il racconto è schematizzato.
19 Andando un poco oltre, vide Giacomo, figlio di Zebedèo, e Giovanni suo fratello, mentre anch'essi nella barca riparavano le reti.
L'evangelista sembra aver introdotto il luogo e il tempo, dandoci una specie di modello ideale della chiamata. La seconda coppia di fratelli si affianca alla precedente in una frase ben costruita che evidenzia come il testo abbia una sua armonia e, se pur precedente alla composizione di Marco, sia stato sin dall'inizio un tutto.
20 E subito li chiamò. Ed essi lasciarono il loro padre Zebedèo nella barca con i garzoni e andarono dietro a lui.
La citazione dell'abbandono del padre, pur mitigata dalla presenza di persone che lavorano con lui, sottolinea la radicalità della scelta dei due discepoli.
Ogni coppia di fratelli rappresenta un settore diverso della società galilaica; nella prima coppia, formata da Simone e Andrea, il rapporto è di uguaglianza, non di subordinazione, non si menziona il patronimico e i loro nomi sono greci, dimostrando in tal modo minore attaccamento alla tradizione. Invece la seconda coppia, Giacomo e Giovanni, hanno nomi ebraici, dimostrando di appartenere a un settore più conservatore, nel quale inoltre ci sono rapporti di disuguaglianza.
Note personali in forma frammentaria
- Mi chiedo a che potrebbe servire questa lettura liturgica se rivolta unicamente ai praticanti cattolici, o anche  ai fratelli cristiani, o semplicemente ai credenti in un Dio.
- Non è possibile che Dio si manifesti in Gesù (come nei profeti di tutti i tempi e luoghi) per scegliersi dei devoti, magari suggestionati da miracoli.
- Mi fa riflettere la parola CONVERSIONE che risuona nelle letture di oggi. Ma che significa veramente?
Sono tante le risposte dei commentatori consultati. Ecco quella che mi calamita di più: conversione è prendere le distanze dai propri sogni e programmi di vita e lasciarsi guidare nei sentieri che si nascondono nella vita quotidiana, camuffati di imprevisti, di eventi o, al contrario, di insopportabile noia…
- Riuscire a scoprire in tutto il disegno divino sembra impossibile; e lo è se non ci si aggrappa al senso del mistero per avere il coraggio di decidersi a rendere feconda di bene la propria vita.
- Il mistero non si può spiegare con parole o con ragionamenti, né può essere rimpicciolito dalla tendenza idolatrica che si nasconde nei cercatori dello straordinario. In tale tendenza ci si illude di andare alla ricerca del “santo” di turno: in realtà si vuole ingigantire il proprio io.

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