Piste
di ricerca sul vero Gesù
3 febbraio 2013 IV DOMENICA
DEL TEMPO ORDINARIO Anno C
Geremia 1, 4-5.17-19; 1Corinzi 12, 31-13, 13
Luca 4, 21-30
21 In quel tempo, Gesù cominciò a dire nella sinagoga: «Oggi si
è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato». 22 Tutti gli davano
testimonianza ed erano meravigliati delle parole di grazia che uscivano dalla
sua bocca e dicevano: «Non è costui il figlio di Giuseppe?». 23 Ma egli rispose
loro: «Certamente voi mi citerete questo proverbio: “Medico, cura te stesso.
Quanto abbiamo udito che accadde a Cafàrnao, fallo anche qui, nella tua
patria!”». 24 Poi aggiunse: «In verità io vi dico: nessun profeta è bene
accetto nella sua patria. 25 Anzi, in verità io vi dico: c’erano molte vedove
in Israele al tempo di Elia, quando il cielo fu chiuso per tre anni e sei mesi
e ci fu una grande carestia in tutto il paese; 26 ma a nessuna di esse fu
mandato Elia, se non a una vedova a Sarepta di Sidone. 27 C’erano molti
lebbrosi in Israele al tempo del profeta Eliseo; ma nessuno di loro fu
purificato, se non Naamàn, il Siro». 28 All’udire queste cose, tutti nella
sinagoga si riempirono di sdegno.29 Si alzarono e lo cacciarono fuori della
città e lo condussero fin sul ciglio del monte, sul quale era costruita la loro
città, per gettarlo giù. 30 Ma egli, passando in mezzo a loro, si mise in
cammino.
Una prima premessa
Questo lavoro
settimanale è offerto a persone consapevoli del pericolo connesso ad un
ascolto pigro della Parola di Dio, lasciandola imprigionata in parole intese in
senso letterale. *** E’ vero, le masse (e noi con esse) hanno bisogno di
pascersi di certezze. Ma i porgitori della Parola e coloro che la custodiscono
nel proprio cuore, sono tenuti ad un atteggiamento cauto. C’è analogia tra il
grave errore pedagogico di chi presenta ai bambini la fiaba come fatto reale
anziché come racconto ricco di significato, e l’errore ancor più grave circa
ogni questione di fede, il cui ambito riguarda quei valori trascendenti che
danno all’esistenza il senso di ulteriorità. Non si può oscillare tra
appiattimento sulle posizioni ufficiali in nome di un malinteso rispetto per le
certezze acquisite o, al contrario, atteggiamento di disprezzo per le stesse
(non si può strappare a cuor leggero ogni velo a racconti ormai assimilati come
fior di verità storica). *** Non c’è bisogno di avere una grande
cultura per capire che anche noi adulti per primi siamo poco capaci di rieducarci:
ci costerebbe fatica! Ed è nociva la fretta nel leggere il Vangelo,
soprattutto se vogliamo accompagnarlo ad un’esegesi non inquadrata nei parametri di
riferimento che ci risultano allettanti.
Le nostre ataviche
aspettative
DAI RACCONTI DI GESÙ ALLE FAVOLE DEGLI ILLUSIONISTI
POLITICI DI OGGI - I racconti
sono la forma illusoria per eccellenza, tant’è che da bambini non ne potevamo
fare a meno; e quando siamo cresciuti, anche noi sostituiamo agli antichi
racconti altri che ci illudano, pur serbando segretamente la convinzione che si
tratti di illusioni. Non aiuta a svincolarsi dal cerchio magico delle
illusioni, lo spirito contrappositivo: “questo qui ti illude, io ti dico fatti
e non parole”, come se i fatti avessero una sola valenza e si potesse fare a
meno dell’aspetto immaginativo e creativo che rende meno cruda la realtà
concreta. ***
ESISTE UNA VERITA’ ASSOLUTA DEL VANGELO?
Il
Vangelo è anzitutto kerigma, cioè
narrazione orale, che prelude alla scrittura successiva. A quest’ultima perciò
bisogna affidarsi con cautela. Quando l’istituzione ecclesiastica propone, a
conclusione di ogni singola pericope la formula Parola del Signore, vuol ribadire con forza che essa abbia il
marchio di un’approvazione assoluta. Ma sarebbe presuntuoso uno spirito
assolutamente negazionista. E’ doveroso a)
tener presente che l’ottica nella quale è impostata la parola scritta è
derivata dalla predicazione orale, dal kerigma, appunto; b) serbare il rispetto per tale tradizione orale
e, nel medesimo tempo, non rinunziare all’ascolto diretto dello Spirito nella
coscienza personale (cosa che nessun pronunciamento dogmatico può impedire); c) attingere alle tracce del vero Gesù, nelle
quali c’è di più di quanto è scritto, mescolato all’interpretazione.
Il vangelo di oggi
Gesù in patria sta annunciando se
stesso come il Messia atteso. Il riferimento al profeta Geremia forse non ha un
carattere che distanzia Gesù dalla linea profetica dell’Antica Alleanza, come
vorrebbe il testo scritto. Sottolinea soltanto che la vocazione specifica del
profeta scaturisce dal rapporto divino-umano di amore in cui Dio (il Dio
trascendente) è il primo protagonista. ***
Molto bella e vicina al vero Gesù è la seconda lettura, in cui Paolo mette in guardia dal ricercare chissà quali
grandi carismi (le grandi profezie, la grande fede che sposta le montagne, le
grandi preghiere, i grandi gesti di carità…) ed invita a dare grande spazio
alla carità quotidiana, fatta di attenzione, di rispetto, di fiducia. È questa
carità che non verrà mai meno. *** La sincerità di Gesù nel presentarsi quale vero profeta e
messia non è apprezzata da quanti erano presenti nella Sinagoga, in maniera del
tutto analoga a quanto era avvenuto ai profeti che l’avevano preceduto. E la
stessa analogia c’è nel richiamo universalistico sotteso alla citazione circa
l’agire profetico antico, pieno di attenzione più per il lontano ed estraneo
che per il popolo ‘eletto’. *** Quando la scena cambia e all'ammirazione per Gesù succede la tipica
gelosia paesana, c’è da considerare che il cambiamento probabilmente sia
avvenuto in momenti
successivi, raggruppati
dal redattore evangelico, il quale fa dell’episodio un prologo della condanna a
morte. *** La frase attorno a cui ruota la
differenza tra Gesù e i profeti precedenti - Lc 3,27 “Oggi
si è adempiuta questa
Scrittura nei vostri orecchi” -, è
richiamo alla traduzione nella vita concreta del messaggio profetico, sempre
nuovo in quanto si fa attuale. Il bravo ascoltatore, di ieri come di oggi,
verifica il suo incontro con Gesù attraverso la propria esperienza personale; e
soprattutto prega.
Puoi
dire la tua nel blog Conversazioni qua
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3 commenti:
[benedetta.ventura@gmail.com]
che Dio ti benedica !!Di sicuro lo sta facendo ! Benedetta
Le posizioni ufficiali la fanno da padrone anche perchè il "porgitore della parola", se intende ancora porgere, deve attenersi alle verità dell Istituzione. E così non si muove nulla e tutto resta una palude spirituale....
Ciao,
joelle
"Devi capire che la maggior parte di loro non è pronta per essere scollegata. Tanti di loro sono talmente assuefatti, così dipendenti dal sistema che combatterebbero per difenderlo." (dal film: Matrix)
Riccardo
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