25 novembre 2012 -
SOLENNITÀ DI CRISTO RE DELL’UNIVERSO anno B
[Raccogliendo espressioni di Gesù
denudate il più possibile dalle sovrapposizioni storiche]
Giovanni
18, 33b-37
In quel tempo 33 Pilato allora rientrò nel pretorio, fece
chiamare Gesù e gli disse: "Sei tu il re dei Giudei?". 34 Gesù
rispose: "Dici questo da te, oppure altri ti hanno parlato di me?".
35 Pilato disse: "Sono forse io Giudeo? La tua gente e i capi dei
sacerdoti ti hanno consegnato a me. Che cosa hai fatto?". 36 Rispose Gesù:
"Il mio regno non è di questo mondo; se il mio regno fosse di questo
mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato ai
Giudei; ma il mio regno non è di quaggiù". 37 Allora Pilato gli disse: "Dunque
tu sei re?". Rispose Gesù: "Tu lo dici: io sono re. Per questo io
sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per dare testimonianza alla
verità. Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce".
PREMESSE
- COMPOSIZIONE DI TEMPO E DI LUOGO
1) Il più antico manoscritto che riporta il processo di Gesù nel
pretorio presso Pilato la mattina del venerdì santo è il frammento di un papiro
appartenente a un codice scritto al massimo nei primi trent’anni del secondo secolo
(S. Garofalo). Giovanni concede lo spazio di un terzo dell’intera
narrazione della passione al dialogo tra i due, certamente spinto da una sua
visione dell’accaduto, che costruisce con cura letteraria e teologica. I commentatori mettono
in evidenza la struttura concentrica del racconto, articolato in sette scene,
di cui il brano di oggi riporta la seconda. Pilato entra ed esce per parlare
alternativamente a Gesù (dentro) e ai capi religiosi (fuori) che non vogliono
entrare per non macchiarsi e poter celebrare la Pasqua; non
compare il popolo. 2) Nell’ultima
domenica dell’anno liturgico, la Chiesa celebra la ‘solennità di Gesù Cristo re
dell’Universo’. Questa fa riflettere a)
sull’uso del termine ‘re’ per i giudei del tempo, b) sull’auto-identificazione
che ne fa lo stesso Gesù, c) sulle motivazioni che spinsero Pio XI a
promuoverla con l’enciclica Quas Primas
dell’11 dicembre 1925 per “riparare gli oltraggi
fatti a Gesù Cristo dall'ateismo ufficiale”, d)
sul significato che comunemente ne viene desunto.
LA
REGALITA’ DI GESU’
1) Un primo pericolo
nell’applicazione del titolo di re a Gesù è costituito dall’apoteosi
celebrativa (anche la più spiritualistica). Gesù sviscera il senso della
propria identità regale-messianica, in contrapposizione a quella propria della
religione giudaica, e di cui danno testimonianza alcuni richiami dello stesso
Giovanni in 1,49, per bocca di Natanaele e in 12,13 per l’acclamazione del
popolo durante
l’ingresso a Gerusalemme. Nel cap. 18 occupano la scena i capi religiosi, i
quali si simulano dalla parte dei romani che dovrebbero aver timore di un ebreo
che si facesse loro re. Illuminante è la precisazione di Gesù nel v.37 del
brano odierno, dove allude al suo Regno quale ‘luogo’ della sua “testimonianza
alla verità”, tanto che perfino Pilato percepisce nelle sue parole
l’ispirazione a valori a lui ignoti. 2) Un altro pericolo attuale è più sottile: il
titolo viene associato unicamente alla croce e alla sofferenza sulla falsariga
dello stesso Giovanni in 12,32, dove parla della croce come unico mezzo che "attira tutti gli uomini a sé". Lui, invece parla del Regno in tutta la sua trascendenza, mai
disgiunta dalla sua dinamica nello stesso mondo, se attraversato dalla
testimonianza alla verità, attraverso l’impegno alla costruzione della
giustizia e dell’amore qui ed ora.
PILATO
Pittorica è la descrizione che fa Giovanni di un Pilato quasi preso alla
sprovvista di dover rappresentare il potere imperiale romano di fronte un uomo
il quale tutto ha meno che l’apparenza di un pericoloso sobillatore. Ironico e
curioso, riesce a cavarsela con compromessi, ma non riesce a nascondere
inquietudine di fronte ad un re che si dichiara testimone di verità e che per
essa è pronto a morire.
LA VERITA’
Gesù afferma di
essere nella verità e di fare la verità, associandola alla sua diretta
testimonianza: “Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce" (v.37). Non
afferma, come ci saremmo aspettati, “chi ascolta la mia voce è dalla verità”;
cioè all’ascolto del suo messaggio deve corrispondere l’orientamento della
propria vita. La verità è a) rivelazione che rimanda al Mistero di Dio proteso verso la
sua espansione nel mondo; b) non si
solidifica nella sua persona in nome di una divinizzazione facile come
salvagente (per un’istituzione bisognosa di certezze sistematiche); c) è proposta di risposta umana al destino divino
sull’umanità.
IL
MISTERO DI GESU’ OGGI
La storia
contemporanea mostra i segni d’un messianismo profano che inquadra i valori in
una filosofia (specialmente per l’etica), in una sociologia (per i problemi
relativi alla dignità umana), in questioni religiose (non ultima quella
riguardante le origini del cristianesimo), in altro ancora Al contrario il racconto della passione come ci viene presentato nel quarto
vangelo, ben compendiato nel brano liturgico di oggi, permette di decriptare un
Gesù cosciente della sua missione, della sua regalità, del suo essere per gli
altri: nella dis-identificazione da verità plurali formulate o rispondenti a
criteri unicamente razionali. E si può intravedere la possibilità per tutti di
alimentare il desiderio e la ricerca della verità, lontano da ogni fascinazione
ideolgico-idolatrica; alla sua scuola (senza escludere ogni altro seme di
verità sparso nella storia), in vista della liberazione dell’umano dalla sua
povertà, incurabile se abbandonata ad una sola dimensione.
8 commenti:
renzorodani@hotmail.com
grazie di questa bellissima documentazione, Renzo Rodani
L'insistenza con cui in questo blog si parla di Mistero in riferimento al Padre e al Figlio mi fa molto riflettere. non mi sfugge l'intento dell'autrice, mia collega, ma le sottopongo qui una domanda: se Gesù è venuto, o è stato mandato per testimoniare, non se stesso, ma la verità, e se la verità è mistero da cogliere e testimoniare senza parole, la divinità di Gesù tanto affermata dalla chiesa dove la mettiamo??? Esigo risposta, Fiordaliso
Faccio mia la domanda di Fiordaliso, e aggiungo che trovo affascinante capire di più. Caterina
Maria Ausilia Galotti [mariaausilia.galotti@tiscali.it]
... ricevo sempre volentieri i tuoi scritti ed apprezzo molto la tua sollecitudine e l’impegno instancabile.
Gianna G.
"sappiamo anche che nell'esecuzione del dipinto Leonardo si è ispirato a un versetto del Vangelo di Giovanni nel quale Gesù annuncia che verrà tradito.
Alla luce di tutto questo appare veramente sorprendente e inaudito il fatto che - tra le varie interpretazioni alternative e gnostiche - quella fantasiosa del romanzo di Dan Brown trovi spazio nella wikipedia in italiano (ma, nota bene NON in quella in inglese o spagnolo)".
cosa ne pensi, se ne pensi qualcosa.
Dalle mail che ricevo, di cui riporto soltanto qualcuna, ricavo una convinzione: si preferisce collegarsi al mio lavoro quasi dall'esterno. Apprezzo gli apprezzamenti e ringrazio. Ma chiedo, SE POSSIBILE,una partecipazione più attiva, come accenna di fare la donna che si presenta con lo pseudonimo Fiordaliso. Allora rispondo a lei ed agli altri: ogni lavoro - e il mio lo è - non può essere frettoloso sì da arrivare a trarne subito conclusioni. Ci va la pazienza dello scavo, lento, faticoso, appassionato. Dai grandi mistici cattolici apprendo come far emergere la sete di verità che alberga in noi. Essi non si fermavano mai a smantellare le verità di fede che la chiesa insegna, ma facevano della ricerca di verità una risposta di amore al Mistero di Dio che si realizza in Gesù; sapevano guardare oltre ogni standardizzazione (mai del tutto inevitabile nell'esperienza di vita terrestre) della verità. L'unica cosa che io sento di affermare è che il pericolo di fabbricare idoli è il più tenace nell'essere umano. E mi pare che Gesù cerchi proprio di distruggere in partenza l'idolo che si cerca di fare di lui, come nell'Antica Alleanza avveniva ad ogni manifestazione divina nei grandi profeti.
Forse è vero che abbiamo reso Gesù un idolo. Questo concetto me lo sono fatto quando ho visto l'ipocrisia dei devoti che adorano Gesù in ginocchio, ma non piegano il proprio cuore ad i suoi inviti................. sono molto d'accordo, ma non so portare contributi come vorrei.pazienza,Ausilia, non ce la so
m. c.
Sono d'accordo con Mario
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