QUESTO E’ IL MIO CORPO, QUESTO E’ IL
MIO SANGUE
Mc 14,12‐16.22‐26
Il primo
giorno degli Àzzimi, quando si immolava la Pasqua, i discepoli dissero a Gesù:
«Dove vuoi che andiamo a preparare, perché tu possa mangiare la Pasqua?». Allora mandò
due dei suoi discepoli, dicendo loro: «Andate in città e vi verrà
incontro un uomo con una brocca d’acqua; seguitelo. Là dove entrerà, dite al
padrone di casa: “Il Maestro dice: Dov’è la mia stanza, in cui io possa
mangiare la Pasqua con i miei discepoli?”. Egli vi mostrerà al piano superiore
una grande sala, arredata e già pronta; lì preparate la cena per noi».
I discepoli
andarono e, entrati in città, trovarono come aveva detto loro e prepararono la
Pasqua. Mentre mangiavano, prese il pane e recitò la benedizione, lo spezzò e
lo diede loro, dicendo: «Prendete, questo è il mio corpo». Poi prese un
calice e rese grazie, lo diede loro e ne bevvero tutti. E disse loro:
«Questo è il mio sangue dell’alleanza, che è versato per molti. In verità io vi
dico che non berrò mai più del frutto della vite fino al giorno in cui lo berrò
nuovo, nel regno di Dio».
Dopo aver cantato l’inno, uscirono verso il monte degli Ulivi.
Qualche commento
La
festa del Corpus Domini istituita dal papa Urbano IV nel 1264, per ispirazione
di una religiosa mistica, Giuliana di Cornillon, si considerò, nel secolo XIII,
come la massima esaltazione dell’eucaristia.
Marco struttura il racconto della
cena del Signore su quanto si legge nel Libro dell’Esodo al termine
dell’alleanza. Nel capitolo 24 si legge che Mosè prese il libro dell’alleanza e
lo lesse alla presenza del popolo, poi prese il sangue e ne asperse il popolo e
disse “Ecco il sangue dell’alleanza che il Signore ha concluso con voi sulla
base di tutte queste parole”.
* Nella frase in Marco: Gesù ”prese
il calice”, è da notare che, mentre prima per il pane ha adoperato il verbo
‘benedire’ (eÙlogšw) – un termine conosciuto nel mondo
ebraico –, per il calice usa il verbo ‘eÙcaristšw’, ‘ringraziare’, da cui deriva poi la parola Eucaristia. Perché
questi due verbi differenti e non ha usato per esempio lo stesso ‘benedire’
entrambe le volte? L’evangelista si rifà alle due moltiplicazioni dei pani.
Nella prima, in terra ebraica, Gesù benedì il pane (Mc 6,41); nella seconda, in
terra pagana, Gesù rese grazie (Mc 8,6). Allora nell’Eucaristia l’evangelista
vuole radunare questi due elementi: Il sangue di Cristo non è soltanto per
il popolo d’Israele, ma è per tutta l’umanità.
* Perché ci
è giunta la versione “per molti”? E’
da notare che la lingua ebraica non conosce un aggettivo che indichi «tutti»,
ma soltanto un sostantivo maschile che delimita più complessivamente «la
totalità» (ebr. kōl); perciò con ‘molti’
si vuole ildicare la moltitudine delle genti.
Una nota personale di Ausilia
In alcuni commenti la differenza
tra l’antica Alleanza (di cui in Esodo 24) e la Nuova viene evidenziata nel
senso che nella prima l’osservanza dei precetti divini sarebbe riduttivamente
legata a fattori esterni di osservanza, mentre nella seconda prevarrebbe il
carattere spirituale, intimo, d’amore per Dio, a discapito di ogni aspetto spiritualistico. Una divisione accentuata
porterebbe entrambe le due posizioni ad un eccesso, quasi che, prima, il
rapporto con Dio fosse unicame nte legato a fattori esterni e, dopo, questi
ultimi siano da ritenersi superflui.. Chi ha letto con intelligenza d’amore certi passi riferiti al popolo
ebraico sa trovarvi un’intensa spiritualità; altrettanto sa trovare nel senso
profondo che hanno la sacramentalità e la liturgia nella chiesa cattolica. Io
posso testimoniare che la mia fede, fin da quando ero fanciulla, ha trovato
nell’Eucarestia ben altro che il ritualismo (forse anche incoraggiato da certo
modo di amministrare i sacramenti da quella parte di clero più ligio alla forma
anziché agli elementi vivi, sempre da alimentare).
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