mercoledì 1 febbraio 2012

"La società civile si appropria del religioso, che diventa “ecologico”. Non dimentichiamo che il valore di un prodotto è dato da colui che lo consuma e non da colui che lo vende. Un prodotto è “buono” solo se, consumato, migliora l’opinione o il benessere del consumatore. Lo stesso vale per la religione: non è lei che cambia interiormente l’essere umano, ma ciò che viene dall’alto. Se la religione non è un “buon prodotto dall’alto”, ha solo legittimità per se stessa; di fatto, la si rifiuterà e con essa tutta la spiritualità". .....(dal sito delle cdb)

Osservazioni personali
Questo pensiero, anche se espunto da un contesto ampio, mi spinge a due osservazioni:  "il cambiamento viene dall'alto", si dice, ed si inserisce all'interno delle persone. Ma, se è vero che una religione spesso autocelebra i suoi assetti istituzionali sentendosi investita dall'alto, ciò di per sé non nuoce al rapporto diretto tra la persona e Dio, e, d'altra parte, non ci si può chiudere nella propria singolare fede. siamo appartenenti, necessariamente ad un contesto sociale, in cui si manifesta il nostro essere. Bisogna che si correggano le espressioni dottrinali rigide ed immobilistiche, ma liberarsi da tutto ciò che protegge la linfa di un albero, significa ucciderlo... Lapalissiano, no? Ausilia 

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