venerdì 20 febbraio 2015

I DOMENICA di QUARESIMA anno B


I testi

Genesi 9,8-15
Poi Dio parlò a Noè e ai suoi figli con lui dicendo: 9 «Quanto a me, ecco, stabilisco il mio patto con voi, con i vostri discendenti dopo di voi 10 e con tutti gli esseri viventi che sono con voi: uccelli, bestiame e tutti gli animali della terra con voi; da tutti quelli che sono usciti dall'arca, a tutti gli animali della terra. 11 Io stabilisco il mio patto con voi; nessun essere vivente sarà più sterminato dalle acque del diluvio e non ci sarà più diluvio per distruggere la terra». 12 Dio disse: «Ecco il segno del patto che io faccio tra me e voi e tutti gli esseri viventi che sono con voi, per tutte le generazioni future. 13 Io pongo il mio arco nella nuvola e servirà di segno del patto fra me e la terra. 14 Avverrà che quando avrò raccolto delle nuvole al di sopra della terra, l'arco apparirà nelle nuvole; 15 io mi ricorderò del mio patto fra me e voi e ogni essere vivente di ogni specie, e le acque non diventeranno più un diluvio per distruggere ogni essere vivente.
Salmo 24
Fammi conoscere, Signore, le tue vie,
insegnami i tuoi sentieri.
Guidami nella tua fedeltà e istruiscimi,
perché sei tu il Dio della mia salvezza.
      Ricòrdati, Signore, della tua misericordia
      e del tuo amore, che è da sempre.
      Ricòrdati di me nella tua misericordia,
      per la tua bontà, Signore.
Buono e retto è il Signore,
indica ai peccatori la via giusta;
guida i poveri secondo giustizia,
insegna ai poveri la sua via.

1Pt 3,18-22
Carissimi, Cristo è morto una volta per sempre per i peccati, giusto per gli ingiusti, per ricondurvi a Dio; messo a morte nel corpo, ma reso vivo nello spirito. E nello spirito andò a portare l’annuncio anche alle anime prigioniere, che un tempo avevano rifiutato di credere, quando Dio, nella sua magnanimità, pazientava nei giorni di Noè, mentre si fabbricava l’arca, nella quale poche persone, otto in tutto, furono salvate per mezzo dell’acqua. Quest’acqua, come immagine del battesimo, ora salva anche voi; non porta via la sporcizia del corpo, ma è invocazione di salvezza rivolta a Dio da parte di una buona coscienza, in virtù della risurrezione di Gesù Cristo. Egli è alla destra di Dio, dopo essere salito al cielo e aver ottenuto la sovranità sugli angeli, i Principati e le Potenze.
Mc1,12-15
12 In quel tempo, subito lo Spirito sospinse Gesù nel deserto 13 e nel deserto rimase quaranta giorni, tentato da Satana. Stava con le bestie selvatiche e gli angeli lo servivano. 14 Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù andò nella Galilea, proclamando il vangelo di Dio, e diceva: 15 Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo.

Veloce sguardo d’insieme sui testi

Nella vita della Chiesa la Quaresima ha costituito un periodo intenso per terminare la preparazione dei catecumeni in vista del Battesimo che sarà somministrato nella vigilia di Pasqua. E’ in tale contesto che bisogna inquadrare i testi proposti dalla liturgia. In essi risuona come sottofondo una parola: Alleanza; quell’alleanza tra il Creatore ed il creato che Gesù si è assunto il compito di ripristinare, sottoponendosi alla prova della tentazione, fatto supremo di condivisione della fragilità umana. 
Prima lettura
Il testo è ricavato dalla conclusione del racconto del diluvio (un antico mito orientale opportunamente ritoccato), causato dall’esplodere, nei rapporti fra le persone, della violenza ed il conseguente ritorno al caos primordiale. La fine del diluvio è presentata con la stessa benedizione divina che era stata conferita al primo essere umano: un fenomeno naturale viene così presentato come il segno della volontà di Dio, il quale si impegna a non sconvolgere l’ordine della natura. L’arcobaleno che sorge dopo il temporale viene evocato come un arco da guerra deposto sulle nubi: significa la fine del conflitto tra Dio e il cosmo e garantisce armonia e pace.
Salmo 24
Il salmista, percorso da un brivido di pentimento per i suoi trascorsi e dalla gioia del perdono, usa il linguaggio teologico dell’amore divino: confidare, sperare, conoscere le vie di Dio… in esso si sente già pulsare lo spirito del vangelo, soprattutto nel ripetuto richiamo della giustizia divina permeata di misericordia per i poveri, cioè per coloro che non presumono di se stessi.
La Prima lettera di Pietro, la quale secondo gli studiosi è una raccolta di tradizioni che potrebbero risalire in qualche modo a Pietro o al suo ambiente, è un’omelia inserita in una cornice epistolare. Alcuni studiosi, basandosi sugli accenni al battesimo che vi sono contenuti, affermano che si tratti di una predica battesimale, forse organizzata in modo da riflettere la celebrazione di un battesimo comunitario.
Vangelo
Il ciclo delle letture evangeliche della quaresima di quest’anno si apre con l’episodio della tentazione di Gesù nel deserto, raccontata da Marco in forma molto sobria nei soli vv.12 e 13, sicché il lezionario liturgico ha aggiunto i due versetti successivi con la sintesi del messaggio di Gesù e l'inizio del suo ministero.
L'interesse principale dell'evangelista non è la tentazione, come per Matteo e Luca; egli lo riferisce di passaggio, senza alcuno sviluppo. Più importanti per lui sono due accenni alla condizione paradisiaca: Gesù, dopo avere resistito al tentatore, vive con le bestie selvatiche dal momento che è ricostruita in Lui l’armonia universale, ed è servito dagli angeli che in tal modo riconoscono la sua superiorità.

Analisi del Vangelo

12 In quel tempo, subito lo Spirito sospinse Gesù nel deserto

Marco stabilisce uno stretto rapporto tra il racconto della tentazione e quello del battesimo immediatamente precedente: l'avverbio subito suggerisce la quasi simultaneità dei due episodi. Lo Spirito è il soggetto che opera in entrambi gli eventi; qui si serve dello spirito del male perché sia sconfitto dalla resistenza di Gesù alla tentazione.
Il termine deserto nella storia (non soltanto biblica) si è prestato a equivoci: è di volta in volta luogo della prova, dell'intimità con Dio, del tradimento, del pericolo (bestie feroci) ecc. (cfr. Esodo, Deuteronomio, Osea). Si propone ancor oggi come caratteristica cristiana di una spiritualità del deserto, risuscitando vecchi ideali anacoretici. Si può escludere che qui si tratti di un deserto geografico e si può optare per un senso figurato-teologico: l’incompatibilità tra Gesù e i valori professati dalla società giudaica.
13 e nel deserto rimase quaranta giorni, tentato da Satana. Stava con le bestie selvatiche e gli angeli lo servivano.
Il tempo di quaranta giorni è simbolico, ed ha ampia esemplificazione nell'AT. Si tratta di quel tempo della prova che precede un cambiamento, un passo in avanti nello sviluppo personale. Il profeta Isaia così annunciava i tempi messianici: “Il lupo dimorerà insieme con l`agnello, la pantera si sdraierà accanto al capretto; il vitello e il leoncello pascoleranno insieme e un fanciullo li guiderà”. La presenza del tentatore si prolunga per tutto il tempo della sua esistenza, a differenza di Matteo e Luca che la collocano al termine della quarantena, come a indicare che tutta la vicenda di Gesù, in quanto Messia, è sottoposta alla tentazione.
La presenza delle bestie selvatiche o degli angeli ha favorito, nell'interpretazione dei Padri, il parallelismo Cristo-Adamo e fa riferimento anche alla realtà escatologica della pace messianica tra uomini, bestie e creature celesti. Gesù quindi non solo supera la tentazione, ma inaugura il tempo finale; vive in anticipo il potere pasquale sull'avversario.
14 Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù andò nella Galilea, proclamando il vangelo di Dio, e diceva:
Dopo l'esperienza del deserto Gesù è pronto ad iniziare la sua missione e a predicare il vangelo di Dio, facendo da battistrada alla prima comunità cristiana, alla quale Marco si riferisce nel suo vangelo.
15 Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo.
Gli esegeti discutono sul modo di intendere questa affermazione: a) in senso escatologico come tempo di instaurazione del regno che avrà la sua compiuta realizzazione alla fine dei tempi, b) come tempo già attuale, definito da Marco (anziché kronos), kairos: tempo propizio della salvezza.
L'invito alla conversione sarà ripreso da Marco in 6,12) col termine metanoia, che ha un riferimento profetico e indica un mutamento impegnativo, radicale nella vita.

Brevi riflessioni personali (che invocano le vostre)

- Le tentazioni fanno riflettere sulla povertà umana di fronte alle tentazioni, e sulla possibilità di superarle grazie al fatto che il Cristo le ha condivise.
- Anziché chiedermi cosa significhi per me entrare nel tempo quaresimale (la maggioranza assoluta degli esseri umani si preoccupa di ben altro), potrebbe essere esteso a tutti un altro interrogativo: cosa  riempie la mia vita? Ognuno di noi scopre i propri idoli: i soldi, il benessere, l’immagine… [Per me, oso confidare, è la gioia che posso gustare nelle piccole come nelle grandi cose, e che il Dolore dilata verso verso la sua pienezza].
- E’ il Dolore che può aprire sconfinati spazi di felicità. Lo ripetono con accenti diversi i “grandi” di ogni tempo: da Esiodo ai fratelli Karamazov, a Oscar Wilde, alla piccola suora che in punto di morte, ha detto, tra terribili sofferenze, ma nello splendore di un viso raggiante: ora capisco perché sono nata.

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