Sabato
e domenica due annunci da liberare…..
Il divino
accosta l’umano
8
dicembre 2012 SOLENNITÀ DELL’IMMACOLATA CONCEZIONE
Genesi
3, 9-15.20; Efesini 1, 3-6.11-12
Luca
1, 26-38
In
quel tempo, al sesto mese, 26 l'angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città
della Galilea, chiamata Nazaret, 27 a una vergine, promessa sposa di un uomo
della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. 28
Entrando da lei, disse: «Rallegrati, piena di grazia: il Signore è con te». 29
A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto
come questo. 30 L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato
grazia presso Dio. 31 Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo
chiamerai Gesù. 32 Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell'Altissimo; il
Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre 33 e regnerà per sempre sulla
casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine». 34 Allora Maria disse all'angelo:
«Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». 35 Le rispose l'angelo: «Lo
Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell'Altissimo ti coprirà con la
sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio.
36 Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa
un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: 37 nulla è
impossibile a Dio». 38 Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga
per me secondo la tua parola». E l'angelo si allontanò da lei.
PREMESSA
L’argomento
attorno a cui mi muovo riguarda l’immacolata concezione, i cui corollari sono
la verginità di Maria e la divinità di Gesù. E’ doveroso specificare le linee
della mia ricerca esegetica, qui riassunta in castigati stralci. a)
Un criterio di sano discernimento interpretativo senza sottostare a quello
divenuto ormai di pubblico dominio (non essendone esclusi i non-credenti). b)
L’esame dell’inquadramento storico dei fatti offerto da Luca, il più attento
(ad essi) tra gli evangelisti; senza dimenticare che lui non intende
riportare letteralmente il racconto. c)
La ricerca di altri confronti: con la religiosità del mondo pagano in seno al
quale prese forma l’affermazione del cristianesimo, con le vedute tendenti a
comprimere il Mistero di Dio nell’ambito di una fede illimitata nella ragione
umana, con la tendenza antropologica alla divinizzazione di ogni oggetto del
desiderio umano, con quel che è rimasto di alcune tracce riscontrate in qualche
reperto storico.
v.26 “in una
città della Galilea chiamata Nazaret“
L’annuncio a Maria
della festività di sabato segue a quello rivolto a Zaccaria nella seconda
domenica di Avvento. Il messaggero è lo stesso (Lc 1,19.26) ma, il primo
messaggio era rivolto all’istituzione religiosa, nel Tempio, al cui culto
accudiva Zaccaria in qualità di sacerdote; il secondo ad una ragazza del
popolo, abitante a Nazaret, città mai nominata nel corso dell’Antica Alleanza,
in quanto non legata ad alcuna promessa o aspettativa messianica.
v.27 “a una
vergine promessa sposa di un uomo della casa di Davide”
Una
donna, l’adolescente Maria promessa sposa a Giuseppe, in ottemperanza alle
regole giudaiche doveva restare vergine, altrimenti sarebbe stata considerata
adultera o prostituta da punire. La costruzione lucana rispecchia fedelmente
la profezia di Isaia: “Ecco: la vergine concepirà e partorirà un figlio, che
chiamerà Emmanuele” (Is 7,14; cfr. Mt. 1,22-23). Luca non esplicita alcuna
ascendenza genealogica di Elisabetta, moglie di Zaccaria, al quale spettava di
imporre il nome al figlio “Giovanni”, anzi dà rilievo al fatto che
nell’annuncio a Maria debba essere lei, contro ogni usanza, a dare a suo figlio
il nome di “Gesù” (=Dio salva)”. Ciò fa pensare ad una sua ben precisa
intenzione teologica: Maria rappresenta ‘i poveri’ di
Israele, l’Israele fedele a Dio (=vergine).
v.28
“Entrando da lei disse: “Rallegrati piena di grazia: il Signore è con
te”
L’angelo ‘entra’
nell’abitazione di Maria, mentre nel tempio non era entrato. La saluta con un
buon auspicio in nome della sua pienezza di grazia . Questa formula
nell’Antica Alleanza significava il godimento del favore divino in ordine alla
fedeltà alla promessa fatta da Dio a Israele. Più avanti si dirà di Gesù che
“la grazia [=il favore] di Dio era su di Lui” (2,40); ma lo stesso evangelista
nel libro degli Atti chiamerà pieno di grazia anche altri, come Giuseppe figlio
di Giacobbe e soprattutto Stefano. Nel v.30 leggiamo “Hai trovato grazia
presso Dio”; sempre in riferimento a Gesù Messia-Unto-Cristo.
v.30 “verrà
chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore gli darà il trono di Davide suo
padre”; v.35 “la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua
ombra”
Anche se nel testo
si parla di Figlio dell’Altissimo, nel suo “essere figlio” si specifica che gli
sarà dato il trono di Davide, alla cui stirpe apparteneva Giuseppe. Ed ecco
affacciarsi nel v.35 la prospettiva teologica a chiarimento del dubbio mariano:
tutto avverrà a dimostrazione della presenza attiva di Dio in mezzo al suo popolo
(Sal 91,4); ne è indice il tabernacolo dell’assemblea israelita (Es
40,38), chiamato gloria-di-Dio’ e ombra-nube-di-Dio.
v.38 “Ecco la
serva del Signore”
L’umiltà delle
parole di Maria v.38, non consiste in un suo umiliarsi, ma
nell’identificarsi quale rappresentante dell’Israele fedele a Dio (Is 48,10.20;
49,3; Ger 46,27-28). Il suo sì è un semplice adeguamento al progetto di Dio.
QUALCHE REPERTO
ARCHEOLOGICO
a) Leggiamo dal
francescano Bellarmino, famoso archeologo scomparso nel 1990: «Nell’intonaco dell’edificio-sinagoga
si trovò un’iscrizione in caratteri greci. Essa recava in alto le lettere
greche XE e, sotto, MAPIA [la P greca equivale alla R]. È ovvio riferirsi alle
parole greche che il Vangelo di Luca mette in bocca all’angelo annunziatore: Cháire
Maria (Ave Maria). L’ignoto autore di quell’iscrizione aveva insomma voluto
ripetere il gentile saluto. b) Nell’intonaco di
un’altra pietra, che contiene molti graffiti, ce n’è uno in armeno, nel quale
si legge la parola keganuish, la quale è il titolo «bella ragazza»
[=vergine] che gli armeni sogliono dare a Maria. c) Nella stessa casa di Maria
si praticava il culto di lei fin dalle origini della Chiesa, perché lì essa era
stata scelta a «madre di Cristo». Sullo sfondo di questa grotta che aveva accanto
a sé una povera residenza, la «bella ragazza» riceve quell’annunzio
assolutamente sorprendente c) Dall’umanista
francese Postel è stato scoperto il Protovangelo di
Giacomo, risalente al II secolo. d) Nella casa di Maria si praticava il
culto di lei fin dalle origini della Chiesa, perché scelta a ‘madre di
Cristo’». – Tracce concrete di una realtà storica,
sulla quale aleggia sempre il mistero. Il quale è più grande di ogni sua
prigione ideologica, forse inevitabile nella storia umana.
11 commenti:
cettina - liberrima@libero.it
IMMACOLATA
MARIA, LA FANTASIA DI DIO
Il sigillo dell'ottimismo di Dio
L'inizio e la fine della vita terrena di Maria, pur non avendo nessun riscontro nei vangeli, corrispondono al compimento del progetto che Dio ha sull'umanità.
Creati a immagine e somiglianza di Dio (Gen 2,26), e chiamati a diventare suoi figli (Gv 1,12), gli uomini realizzano questa somiglianza nella vita terrena mediante la pratica di un amore che somigli a quello del Padre (Lc 6,35), e proseguono presso il Signore la loro esistenza oltrepassando la soglia della morte (Gv 11,25-26).
La Chiesa, presentando Maria come modello perfetto di questo itinerario di figliolanza e di somiglianza, ne celebra l'ingresso nell'esistenza terrena con l'Immacolata e quello nella sfera di Dio con l'Assunta. Queste verità, che pur non avendo alcun riferimento nel Nuovo Testamento appartengono al patrimonio di fede del popolo cristiano, sono nate dall'intuito della gente più che dalla speculazione teologica.
Per “Immacolata” la Chiesa intende che quel groviglio di colpe che impedisce la piena comunicazione di vita tra Dio e l'umanità non pesa su Maria. Questa condizione non è statica, data una volta per sempre, bensì dinamica: la creatura è invitata a collaborare attivamente al dono del Creatore, sintonizzando il suo amore sulla stessa lunghezza d'onda di quello di Dio, “che ci ha scelti prima della creazione del mondo per essere santi ed immacolati per mezzo della carità” (Ef 1,4).
Maria viene presentata dagli evangelisti come il segno tangibile di quel che Dio può realizzare con ogni creatura che non metta ostacoli alla potenza del suo amore e si lasci colmare dal suo Spirito. L’Immacolata è il sigillo dell'ottimismo di Dio sull'umanità, il segno di quanto stimi l'uomo, di come abbia bisogno di ogni persona per portare a compimento la sua creazione ed essere Padre per tutti gli uomini (2 Cor 6,18).
Due annunciazioni
L’abisso che separava gli uomini da Dio è stato colmato con l’Immacolata: la creatura può essere intimamente unita al suo Creatore. Questa piena comunione, possibile a tutti gli uomini (Ef 1,4), è frutto di un processo di crescita nella fede che è stato vissuto anche da Maria. L'itinerario di fede di Maria si può racchiudere nell'arco di due grandi cicli: le annunciazioni. Ogni annunciazione è una chiamata da parte di Dio alla pienezza di vita, e nell’esistenza di Maria s’incontrano due importanti chiamate: nella prima il Dio di Israele si rivolge alla ragazza di Nazaret, nella seconda Gesù, il “Dio con noi” (Mt 1,23), interpella sua madre. La prima annunciazione culminerà nella nascita dell'Uomo-Dio, la seconda in quella della discepola perfetta.
Nella prima annunciazione, Dio, rimasto inascoltato dal sacerdote nel Tempio (Lc 1,20), si rivolge “a quel che il mondo disprezza” (1 Cor 1,28), ad una donna sposata nella malfamata Nazaret (Gv 1,46), e le chiede di diventare la madre di suo Figlio (Lc 1,26-38)....
Per Gesù suoi intimi sono solo quelli che lo seguono e come lui vivono la volontà del Padre traducendola in un amore incondizionato che si rivolge a tutti, prescindendo da categorie religiose, morali e sessuali (Lc 10,29-37)....
Cettina
joellissima@alice.it
Ero convinta che il dogma dell'Immacolata concezione fosse che Maria stessa fosse stata concepita senza il peccato originale.
Comunque, umanamente o terrenamente parlando, Credo che il concepimento di Gesù sia stato assolutamente normale. Questo nulla toglie che Gesù sia l'incarnazione della perfezione dell'uomo secondo Dio e Maria pure.
Joelle
Rispondo subito a Joelle: è vero che la festa liturgica riguarda l'esenzione di Maria dal peccato originale, ma io mi riferisco a quanto è scritto nei Vangeli
Cettina ha detto: "Per “Immacolata” la Chiesa intende che quel groviglio di colpe che impedisce la piena comunicazione di vita tra Dio e l'umanità non pesa su Maria" ...
Ma se il groviglio non pesa su Maria, perchè deve pesare su di noi? Ma saranno sempre e solo COLPE che pesano sull'animo umano oppure la difficoltà di entrare in sintonia con il Tutto, per tutta una serie di ragioni che impediscono anche di entrare in contatto con la profondità di noi stessi, dove si trova Dio? ...questo senza scomodare la "Grazia"...
Un abbraccio,
Joelle
armaze@tin.it
Voglio inseguire un pensiero che l’angelo annunziante a Maria mi richiama alla memoria. Un altro angelo, quello che dell’annuncio a Zaccaria, non riesce a convincere l’anziano sacerdote. Mi domandava qualcuno, a sculoa di religione: “Ma é mai possibile non credere ad un anĝelo? Se sai – e Zaccaria lo sa – che quello è un angelo mandato da Dio, come fai a non credergli? Che forse esiste una fonte più certa di questa?
Si potrà dosobbedire all’angelo, ma non non credergli.
E’ possibile superare le perplessità provenienti da questa “incoerenza intrinseca”?
armando
guirgio.saglietti@libero.it
I due vangeli dell’infanzia sono un genere letterario a sé e non devono essere interpretati come storici ma teologici
Detto questo, non vedo perché la fede in Gesù e nel suo messaggio debba portare all’idolatria di sua madre trasformata in madonna cioè in una divinità
Lasciamo poi perdere il problema della verginità che può essere solamente accettata come simbolica o metaforica cioè come atteggiamento di totale disponibilità al servizio
Il passo biblico dell’antico testamento che citi non parla di una vergine ma di una giovane donna ed è indirizzata ad un re che ha perso la speranza: la discendenza di questa donna costituisce una speranza che viene annunciata dal profeta
Giorgio
Da webmonaca@teologhe.org
MARIA IMMAGINE DELLA CHIESA, SEGNO DI CERTA SPERANZA - Introduzione -
Tutte le Chiese hanno come base ecumenica della fede, il Credo di Nicea-Costantinopoli, che considerano un fedele riassunto del messaggio fondamentale della Parola di Dio, contenuta nella Sacra Scrittura. Insieme, tutti i cristiani confessano a Gesù Cristo come «l’unigenito Figlio di Dio, generato dal Padre prima di tutti i secoli... generato non creato, della stessa sostanza del Padre»; questo unigenito Figlio del Padre «si é incarnato per opera dello Spirito Santo nel seno della Vergine Maria e si é fatto uomo». Maria è dunque chiamata «Madre di Dio (Concilio di Efeso, 431) e anche «Vergine» (Mt 1.18; Lc 134), perché è madre umana dell’unigenito Figlio di Dio. Se si considera quale figlio è Gesù, nato da Maria, cioè il Figlio eterno generato dal Padre prima di tutti i secoli, si capisce bene che non può avere un altro padre umano, e che la storia del Vangelo, affermando la verginità di Maria e la concezione di Gesù, diviene un’evidenza teologica: la madre umana del figlio, generato non creato, della stessa sostanza del Padre, non può essere che madre-vergine. Tutti i cristiani confessano, secondo la Bibbia e la Tradizione Maria Vergine e Madre di Dio (Teotókos) [altro]
RISPOSTE
AD ARMANDO: Si è liberi di credere secondo la propria ispirazione (che mi auguro sottoposta all'uso ragionevole della fede). Ma il mio argomentare verte proprio sulla credibilità storica dei fatti e dei detti riportati nel vangeli: senza un minimo disprezzo per una personale impostazione teologica o dogmatica della propria fede.
A JOELLE-ANONIMO: Sì, così siamo abituati a considerarci, ed a ragione se peccatori equivale a limitati e quini soggetti ad ogni imperfezione.In ciò che di veridico i vangeli dicono anche attraverso un groviglio di sovrapposizioni storiche,ci sono elementi, tracce, barlumi di verità che trovano riscontro nel nostro intimo, attraverso il silenzio più eloquente del mistero di Dio. E ciò è di una ricchezza straordinaria
AD WEBMONACA: Mi meraviglio di questo richiamo puro e semplice alla fede professata nella fede, magari nella ricerca di concordanza con le altre chiese cristiane. Ma come far trovare all'umanità intera l'orientamento verso una visione di Dio quale mistero ineffabile e che pur si fa presente nelle profondità del cuore umano? L'umanità non ha bisogno di certezze da ritenere eterne per l'autorità storica di una o più chiese: ha bisogno di afflato mistico, non superficiale e non affidato ad effervescenze idolatriche.
A GIORGIO: Strano che non ti sia accorto che io dico quanto tu affermi...
Lasciatemi fare una preghiera breve breve(che penso corrisponda al profondo pensiero di Ausilia):
"L'umanità intera! Te l'affido mio Dio e mio Tutto (così invocava Francesco di Assisi alla fine della sua vita)! Ripeto anch'io quell'invocazione, unendomi a quest'umanità lacerata, in ricerca di Te"
In fondo, tutti gli spropositi della teologia antica hanno come fondamento l’idea secondo la quale il racconto di Adamo ed Eva è un racconto “storico”, quando in realtà oggi si sa che è un mito molto antico, che cerca di spiegare l’origine del male nel mondo.
"Che significa questa festività? Che Maria, la madre di Gesù, fu liberata da quello che fa nascere il male nel mondo: il desiderio (Es 20,17). Non qualsiasi desiderio, ma il peggiore di tutti, quello di «essere come Dio» (Gen 3,5). Cioè, il desiderio di essere al di sopra di tutti e di dominare tutti. In questo sta l’origine di tutte le nostre disgrazie". Da J.M.Castillo
A J.M.Castillo, io direi un "essere come Dio" mal interpretato ;) Perchè noi siamo scintilla di Dio!
Un abbraccio,
Joelle
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