Da natale
all’epifania
PREMESSA
Che la Bibbia non
sia un aerolito piombato dal cielo della trascendenza, ma sia piuttosto un seme
deposto nel terreno della storia è ormai un dato storico-critico e teologico
rigettato solo dal fondamentalismo.
Come diceva suggestivamente S. Weil, "i beni più preziosi non devono
essere cercati, ma attesi come dono". D'altro lato, gli autori ispirati del Nuovo
Testamento, che hanno di fronte ai loro occhi la figura del Cristo, rileggono
le parole antiche, ancora sfumate, incerte ma "aperte", attraverso la
luce della realtà che essi vivono con Gesù di Nazaret. Intuiscono che sotto gli
scritti e il pensiero dei profeti si muove il disegno di Dio stesso, il quale
compone in un'unica trama di salvezza tutta la vicenda dell'uomo. I passi
dell'Antico Testamento si allargano oltre il loro primo significato, rivelano
nuove risonanze, acquistano valori inediti. I Vangeli dell'infanzia, invece,
sono testi per adulti nella fede, i cui segreti storici e teologici si aprono
solo a chi vuole comprendere autenticamente le Scritture. Al centro c'è un uomo
e quindi una storia che è l'antipodo del mito. Un uomo reale, segnato dalle
frontiere del tempo che si chiamano nascita e morte. Un uomo come tutti,
contrassegnato da una sua identità spaziale, culturale, temporale e linguistica.
Ma su questo uomo si proietta la luce della Pasqua e del mistero. - La prova
più grande di Gesù Cristo, il Messia atteso, sono le profezie. Esse sono la
preparazione della nascita di Gesù Cristo. Tra i profeti eccelle Isaia: già nel II secolo, in uno sbiadito ma
suggestivo affresco nelle catacombe romane di Priscilla sulla via Salaria, Maria siede tenendo in grembo il piccolo Gesù nudo si volge con vivacità
verso il profeta Isaia. In alto, una stella, verso la quale accenna il profeta,
evoca l'oracolo messianico del mago Balaam, la cui storia è narrata nel libro
biblico dei Numeri 24,17 "Una stella spunta da Giacobbe, uno
scettro sorge da Israele". Lo scopo, infatti, era quello di far
rilevare l'unità tra i due Testamenti e dimostrare come il Cristo fosse il
sigillo ultimo dell'attesa e della speranza dell'Israele di Dio. Per
questo motivo qualche studioso
"radicale" ha immaginato che gli eventi dell'infanzia di Gesù secondo
Matteo siano stati "inventati" proprio a partire dalle profezie
dell'Antico Testamento così da esaltare il Cristo. – Noi non avalliamo nessuna
tesi: ci limitiamo a registrare fatti e interpretazioni, tendendo ad additare
la via dell’accoglienza dello Spirito illuminante e vivificante di Dio dentro
l’interiorità attraverso la preghiera, con lo sguardo distaccato di chi è
consapevole e serenamente com-passionevole verso la precarietà temporale nonché
verso l’ineliminabile bisogno umano della verità di Dio.
ALCUNE
INFLUENZE CULTURALI
a) L’ellenismo - stoicismo, platonismo,
epicureismo, cultura alessandrina… - b)
l’orizzonte greco-romano: attraverso
l’epistolario apocrifo tra Paolo e Seneca i culti misterici, con il pasto sacro
dionisiaco, incidono sul tema della koinonia cristiana; e ancora la parousia
delle ‘graziose’ visite imperiali entrano nella prospettiva
cristiana dell’euanghelion e della nuova venuta finale di Cristo - c) le raccole
bibliche scritturali: sono famosi i
manoscritti del Mar Morto, trovati nel 1947 dallo studioso inglese J. H. Harris
nella quarta delle undici grotte di Qumran, usate dalla comunità giudaica del I
secolo avanti Cristo e I secolo dopo Cristo - e)
l’esperienza protocristiana, folgorante,
a partire dal contatto col Cristo risorto.
LE
INTERPRETAZIONI
Il nucleo storico di eventi è avvolto in un velo di
interpretazioni, di approfondimenti, di rielaborazioni teologiche, di simboli,
di allusioni bibliche (donde le diverse catalogazioni degli esegeti: racconto
omiletico cristiano, storia simbolica, storia popolare, e così via). Sono ardui
e spesso vani, allora, gli sforzi di quelli che vogliono dimostrare e
documentare storicamente ogni asserto. Tuttavia sono da evitare a) il privilegiare assoluto della sponda
mitico-allegorica: il testo sarebbe solo un
"pretesto" per illustrare tesi cristologiche o per rivestire di
consistenza fantasie popolari o per rielaborare miti antichi o per suscitare
emozioni spirituali e morali; b) l’uso
improprio di florilegi di testi biblici di taglio messianico e la loro
storicizzazione mitica; c) la melassa
religiosa, sentimentale, infantilistica, che ha
favorito la creazione di un certo "clima natalizio", complice il
consumismo interessato; d) le suggestioni
natalizie radicate nella stessa NOSTRA umanità.
NEI
VANGELI
Marco, nel
suo vangelo, il più antico, non ci racconta niente della nascita di Gesù. - Il
riferimento scontato degli altri evangelisti sono i vangeli apocrifi, in particolare il ‘Protovangelo di
Giacomo’ del III secolo nonché ad uno scritto gnostico egizio: “Io divenni
piccolo perché attraverso la mia piccolezza potessi portarvi in alto donde
siete caduti. – Matteo in 1,23 "Ecco, la vergine concepirà e partorirà un
figlio", si riallaccia ad Isaia 7,1 "Ecco,
la giovane donna concepirà e partorirà un figlio". Il vocabolo ebraico
usato dal profeta non è quello preciso della verginità (betulah), ma quello
generico della donna abilitata al matrimonio ('almah). Ma la menzione della
"vergine" come può essere giustificata? La risposta è probabilmente
nel fatto che Matteo rimanda, come spesso avviene nei Vangeli, alla celebre
versione greca della Bibbia del III-II secolo avanti Cristo detta "dei
Settanta". In essa la "giovane donna" di Isaia è resa col
termine greco parthènos, che significa appunto "vergine". Questo non
implica che il giudaismo di quel tempo attendesse un concepimento verginale del
Messia, ma solo che "una donna, che ora è vergine, concepirà" un
bambino provvidenziale e straordinario. A proposito dell'Emmanuele leggiamo
nello stesso Isaia 11,1-2 "Un germoglio spunterà dal tronco di Iesse
[il padre di Davide], un virgulto germoglierà dalle sue radici e su di lui
si poserà lo Spirito del Signore" [Continuiamo lo stesso
argomento nel seguente paragrafo].
L’INCARNAZIONE
E LA MADRE DI DIO
a)
Giovanni rappresenta il cardine del senso dato alla venuta di Cristo
sulla terra. Leggiamo in 1,14 “Il Verbo si fece carne e pose la sua tenda
in mezzo a noi”. Il termine 'Verbo' era già presente in 1,4 “In lui era la vita
e la vita era la luce degli uomini”, dove si afferma che il
Verbo eterno e divino assume la sarx, la carne [=la caducità temporale];
la tenda col suo valore simbolico nel mondo giudaico è tradotta in greco
col verbo ‘skenoun’ che
allude all’arca dell’alleanza, le cui tre consonanti radicali esprimono una
presenza divina nascosta, che accompagna l’esodo, il cammino verso la libertà;
il tema della vita
zwh indica la qualità di vita non soggetta alla morte, in
contrapposizione al greco bi,oj, indicante la vita animale - L‘espressione in 20,19 “E i discepoli
gioirono al vedere il Signore” vuole essere un invito a cogliere i
segni della rivelazione di Dio. Quale? E’ famosa l’iscrizione greca di Priene
che usa il termine ‘evangelo’ per la nascita di Augusto. La gloria osannata
dagli angeli è l’adorazione di Dio che si manifesta attraverso la ‘eudokia’,
cioè il desiderio ardente del bene della sua creatura; da questo nasce lo ‘shalom’
biblico, che abbraccia prosperità, gioia, serenità, pienezza di vita come già
in Es 40,34-38) - b) Matteo
8,11 “Molti verranno da oriente e da occidente e siederanno a mensa
con Abramo, Isacco e Giacobbe nel Regno dei cieli” vedeva raffigurati
nei Magi i popoli che incontrano Cristo dopo averlo cercato,
guidati dalla rivelazione naturale. La stella
che li guida è rivelazione delle tracce di Dio nel creato - c) In Luca
i pastori, considerati impuri dal giudaismo ufficiale di allora e
quindi esclusi dalla vita religiosa pubblica, servono a tracciare l’itinerario
verso la fede: la loro decisione interiore si traduce in gesti concreti di
vita. Circa la successiva definizione di Maria
come Madre di Dio la frase più significativa è nel v. 19 “Maria
custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore” [per commentare
rimandiamo alla conclusione]. La gloria osannata dagli angeli è
l’adorazione di Dio che si manifesta attraverso l‘eudokia’, cioè il
desiderio ardente del bene della sua creatura; da questo nasce lo ‘shalom’
biblico, che abbraccia prosperità, gioia, serenità, pienezza di vita. La
gloria di Dio, splendore della presenza divina, era già presente in Esodo
40,34-38, a manifestare visibilmente il suo echeggiare nella storia.
CONCLUSIONE
CONCRETA
Che senso può avere per ogni essere umano,
oltre i confini di una chiesa, l’incarnazione? Maria genera il Figlio di Dio,
cioè la sua maternità tocca Dio stesso; in lei Dio si rivela quale centro
dell’esistenza umana e cosmica; in Gesù divino ed
umano si sono fusi in maniera tale che non si possono separare. Forse il concetto
sostanzialista di questa fusione va superato da chi ascolta la verità dentro di sé. Affinché la
divinizzazione umana, sogno camuffato in mille modi in ogni essere umano, non
sia vacua esaltazione o pedissequo comodo uniformismo, possono valere anche in questo caso le parole di Paolo ai Tessalonicesi 5,21; “esaminate
ogni cosa, tenete ciò che è buono e bello”; e quelle in 1 Corinzi;
“I Greci cercano la sapienza… noi predichiamo Cristo crocifisso…
stoltezza per i pagani”.
Chi si può rifiutare di camminare verso la direzione dell’amore oltre ogni
limite perché ci sia ancora speranza in questo mondo?
4 commenti:
Cara Ausilia
ho trovato questa tua riflessione molto interessante anche se penso che ciascuno dei punti andrebbe trattato più distesamente. Certo che ci vorrebbe un corso biblico, mio antico desiderio! Comunque grazie perché hai fatto chiarezza.
Di mio aggiungo che anche la teoria jungiana degli archetipi fa la sua parte. Uno degli archetipi é infatti il puer aeternus che permane in ciascuno di noi.
Esso ritorna nella storia della letteratura e del cinema più volte: cito la IV bucolica di Virgilio che tanto ha influito sul cristianesimo delle origini e su Dante: dopo innumerevoli e dilanianti guerre civili a Roma e in tutto il bacino del mediterraneo, vi era -sotto Augusto e "grazie" ad Augusto- un diffuso bisogno di pace, di palingenesi, di rinascita che la IV bucolica espresse, non so dire con quanta consapevolezza, grazie all'intuizione di un vate quale Virgilio.
Fino al Pascoli che elaborò la poetica del fanciullino. Certo, come bene hai detto tu, dal fanciullo alle fanciullaggini il passo può essere molto breve e la curia romana ha amato sempre- lo dimostra l'ultimo libro di Ratzinger- gingillarsi con l'idea di una umanità innocente, bambina, acritica. Alla Disney per intenderci.
Quanto alla figura femminile è noto che , prima dell'arrivo degli indoeuropei, nel mediterraneo vigeva il "terribile" matriarcato che conservò il suo potere in modo sotterraneo e zuccheroso enfatizzando la datrice della vita. Sappiamo bene quanto fosse importante il culto di Iside proprio al tempo di Cristo.
Con ciò voglio dire sia che gli intrecci sono molteplici sia- e soprattutto- che proprio la scelta del Cristo di calarsi tra queste istanze molteplici, per me- nel mio cuore- rende più veritiera la sua venuta poiché Egli non ha sdegnato la storia dell'uomo, ma si è totalmente incarnato nel marasma di psicologia, antropologia, archeologia, illuminando la parzialità di ciascuna di queste branche del sapere con la sua venuta.
Grazie ancora
Cettina Centonze
Sono indotta a pensare e perciò mi limito a dire che dobbiamo avvicinarci ai vangeli senza la pretesa di cogliere la verità dei fatti, ma cogliendo in alcune frasi un seme di verità da meditare dentro il proprio cuore.
Sì, a me la frase citata riguardante Maria, è quella che più mi colpisce.... e mi giunge al cuore. Sono con te, Ausilia, come sempre.
Silvana Cabrini [silvycab@gmail.com]
Sono tante le cose "belle e buone" da meditare nelle letture di questo tempo di Natale! La cosa che in questi giorni mi torna maggiormente alla mente è la frase detta da un amico di origine albanese, dove per tanti anni nella sua patria era impossibile parlare o minimamente manifestare interesse per la religione " leggendo il Vangelo ho capito perchè i cristiani erano i più temuti e perseguitati e perchè un sacerdote cattolico è stato incarcerato per 30 anni nel mio paese".
Infatti la storia delle fedi (di quella cristiana in particolare), si intreccia sempre con la storia dei rifiuti e delle persecuzioni. La novità che viene da Dio è una minaccia contro i "palazzi del potere" perchè impone di ridimensionare ogni forma di potere che gli uomini sperano invece di assolutizzare.
Ma i palazzi del potere sono anche quelli che hanno le chiese e lastessa chiesa cattolica... bisogna cominciare a fare qualcosa nel nostro piccolo.............. Se non si comincia dalla base, non si comincia mai , Giuseppe
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