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dicembre 2012 - III DOMENICA DI AVVENTO Anno C
Sofonia
3, 14-17, Filippesi 4, 4-7
Luca
3, 10-18
In
quel tempo, 10 le folle lo interrogavano: «Che cosa dobbiamo fare?». 11
Rispondeva loro: «Chi ha due tuniche ne dia a chi non ne ha, e chi ha da
mangiare faccia altrettanto». 12 Vennero anche dei pubblicani a farsi
battezzare e gli chiesero: «Maestro, che cosa dobbiamo fare?». 13 Ed egli disse
loro: «Non esigete nulla di più di quanto vi è stato fissato» 14 Lo
interrogavano anche alcuni soldati: «E noi, che cosa dobbiamo fare?». Rispose
loro: «Non maltrattate e non estorcete niente a nessuno; accontentatevi delle
vostre paghe». 15 Poiché il popolo era in attesa e tutti, riguardo a Giovanni,
si domandavano in cuor loro se non fosse lui il Cristo, 16 Giovanni rispose a
tutti dicendo:«Io vi battezzo con acqua, ma viene colui che è più forte di me,
a cui non sono degno di slegare i lacci dei sandali. Egli vi battezzerà in
Spirito Santo e fuoco. 17 Tiene in mano la pala per pulire la sua aia e per
raccogliere il frumento del suo granaio; ma brucerà la paglia con un fuoco
inestinguibile». 18 Con molte altre esortazioni Giovanni evangelizzava il
popolo.
PREMESSA
Chiunque si
avvicina alla lettura dei vangeli a partire dall’orizzonte mentale e spirituale
tradizionale, può avanzare parecchie perplessità quando si trova di fronte ad
una semplice arida analisi testuale, che può scombussolare parametri storici
inveterati. Altrettanto non convincente è l’entusiasmo per studi
storico-critici che si limitano a decostruire ogni elemento tradizionale, dando
aggio alla foresta dei lettori superficiali di avvalersi dell’autorevolezza
scientifica degli studiosi, senza sviluppare seri e fondati strumenti di discernimento
personale. E’ facile cadere dall’estremo polo di un ossequio sviscerato per
l’assoluto del dogma all’ossequio per un opposto assoluto. In tal modo si passa
da un’ingenuità ad un’altra. Anche la pretesa liberazione da ogni inquadramento
definito e circoscritto in una chiesa, non tiene conto di nuove possibili
idolatrie, subdole, sdrucciolevoli, socialmente pericolose, nella pretesa di
liberarsi una volta per tutte da un passato di inganni. C’è da invocare un
equilibrato, assiduo, appassionato e ragionevole senso del limite, nutrito di
vissuto, di preghiera, di confronto; nonché di compassione per gli errori a cui
l’umano non si può sottrarre del tutto.
QUALE VERITÀ STORICA NEL TESTO DI OGGI
Lo storico
Giuseppe Flavio ha lasciato scritto nelle sue Antichità
Giudaiche questo ritratto di
Giovanni Battista: "Era un uomo buono, e diceva ai Giudei di
esercitare la virtù, così come la giustizia gli uni nei confronti degli altri e
la devozione verso Dio, e poi di venire al battesimo". Basterebbe questa
sintesi per commentare correttamente i vv. 10-15. Mi limito ad aggiungere che
il testo (il termine textus significa tessuto, costruzione), nel sottolineare la differenza tra il profetismo di Giovanni ed
il messianismo di Gesù, riproduce gli elementi di travaglio e di
responsabilità dei diffusori del vangelo: i
redattori mettono
assieme i vari pezzi dei ricordi mescolandovi l’entusiasmo carismatico attinto
all’esperienza della Pentecoste, sicché presentano in Giovanni un credente ante
litteram nel
messianismo singolare di Gesù che “battezzerà
in Spirito Santo” v.16.
LE
FOLLE, I PUBBLICANI, I SODATI vv. 10-13
Le
varie scuole rabbiniche piegano la risposta di Giovanni al quesito “che
cosa dobbiamo fare”, verso il senso di una perfezione da conseguire
attraverso l’osservanza della Torah mediante pratiche, preghiere e digiuni. Al
contrario nella comunità di Luca c’era già posto per una risposta nuova: la
vera conversione si dimostra dal posto dato all’uomo bisognoso, povero, anche
da parte di persone tutt’altro che praticanti, come gli esattori delle tasse.
Intanto una sottile distinzione faceva breccia già tra i primi cristiani ai
tempi in cui Luca scriveva: i consigli del Battista sono ben differenti da
quelli di Gesù, pregni di senso dello Spirito [vedi qui di seguito].
“EGLI VI BATTEZZERA’ In SPIRITO SANTO E FUOCO”
v.16
Questa
domenica reca una ventata di gioia nel centro dell’avvento. Il senso di questa
gioia è nella percezione cristiana che è vicino l’ingresso dello Spirito nella
vita umana tramite Gesù. - Come possiamo farlo nostro oggi? – Forse, anziché
guardare grettamente alla lettera dei vangeli, bisogna ricorrere alla via dei
mistici di ieri e di oggi. Sono questi a rileggerli attraverso la luce del
trascendente radicata nell’interno del cuore umano. Il percorso è segnato dal
passaggio dalla superficialità delle apparenze alla verità che Gesù ci
incoraggia a penetrare. Percorso aperto a ciascun essere umano. - Il termine
Spirito risale all’espressione greca soma
pneumatikòn =corpo spirituale, la quale risolve ogni antitesi tra tempo
ed eterno. Nel linguaggio paolino, come in tutta la Bibbia con termini analoghi, lo Spirito è un tutt’uno col corpo, col
suo limite e la sua mortalità; infatti è costitutivo della persona nella sua
essenza, in sintonia ed in sincronia con la sostanza di tutto il creato. Non è
detto che tale realtà sia preclusa ai non-credenti. Anzi è verso questi ultimi
che i credenti sono chiamati a lanciare un ponte (e non per miope
proselitismo). – Chi legge il vangelo deve risolvere l’enigma del Gesù storico alla
luce di una fede quale apertura alla Verità, quale trascendenza nell’immanenza.
E lo potrà soltanto alla condizione di scoprire le tracce dell’eterno nel
tempo. Per commentare mi servo delle parole di un esegeta della tempra di G. Ravasi: “Per compiere il riconoscimento del Cristo
risorto non basta essere stati con lui per qualche anno lungo le strade
palestinesi, aver mangiato con lui, averlo ascoltato mentre parlava nelle
piazze. E' necessario avere un "canale" di conoscenza e di comprensione
superiore”. “Dio non entra solo nel nostro spazio, entra nella
stessa nostra carne, nel nostro limite, la morte; egli percorre tutta la nostra
miseria per redimerla, purificarla e per riportare l’umanità a tutto il suo
splendore di stirpe di Dio”.
4 commenti:
anomat@yahoo.com
Leggo con molto interesse e condivido pienamente
Maria Grazia Sollima
E' duro pensare che i vangeli sono frutto di tanti elementi redazionali....... siamo abituati alle certezze! imparerò a leggere dentro il mio cuore : verrà in me lo Spirito Santo o scende soltanto nella chiesa?
Corallo Srefano
Lo Spirito PARLA ovunque, anche nelle cose da cui meno te lo aspetteresti... Bisogna avere mente e cuore aperti. Lo Spirito soffia dove vuole...
Joelle
luciaspano@libero.it
Non mi sento di parlare per ora per commentare, ma cerco di accogliere nel mio cuore tutto
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