venerdì 14 dicembre 2012

III Avvento annoC


16 dicembre 2012 - III DOMENICA DI AVVENTO Anno C
Sofonia 3, 14-17, Filippesi 4, 4-7
Luca 3, 10-18
In quel tempo, 10 le folle lo interrogavano: «Che cosa dobbiamo fare?». 11 Rispondeva loro: «Chi ha due tuniche ne dia a chi non ne ha, e chi ha da mangiare faccia altrettanto». 12 Vennero anche dei pubblicani a farsi battezzare e gli chiesero: «Maestro, che cosa dobbiamo fare?». 13 Ed egli disse loro: «Non esigete nulla di più di quanto vi è stato fissato» 14 Lo interrogavano anche alcuni soldati: «E noi, che cosa dobbiamo fare?». Rispose loro: «Non maltrattate e non estorcete niente a nessuno; accontentatevi delle vostre paghe». 15 Poiché il popolo era in attesa e tutti, riguardo a Giovanni, si domandavano in cuor loro se non fosse lui il Cristo, 16 Giovanni rispose a tutti dicendo:«Io vi battezzo con acqua, ma viene colui che è più forte di me, a cui non sono degno di slegare i lacci dei sandali. Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco. 17 Tiene in mano la pala per pulire la sua aia e per raccogliere il frumento del suo granaio; ma brucerà la paglia con un fuoco inestinguibile». 18 Con molte altre esortazioni Giovanni evangelizzava il popolo.
PREMESSA
Chiunque si avvicina alla lettura dei vangeli a partire dall’orizzonte mentale e spirituale tradizionale, può avanzare parecchie perplessità quando si trova di fronte ad una semplice arida analisi testuale, che può scombussolare parametri storici inveterati. Altrettanto non convincente è l’entusiasmo per studi storico-critici che si limitano a decostruire ogni elemento tradizionale, dando aggio alla foresta dei lettori superficiali di avvalersi dell’autorevolezza scientifica degli studiosi, senza sviluppare seri e fondati strumenti di discernimento personale. E’ facile cadere dall’estremo polo di un ossequio sviscerato per l’assoluto del dogma all’ossequio per un opposto assoluto. In tal modo si passa da un’ingenuità ad un’altra. Anche la pretesa liberazione da ogni inquadramento definito e circoscritto in una chiesa, non tiene conto di nuove possibili idolatrie, subdole, sdrucciolevoli, socialmente pericolose, nella pretesa di liberarsi una volta per tutte da un passato di inganni. C’è da invocare un equilibrato, assiduo, appassionato e ragionevole senso del limite, nutrito di vissuto, di preghiera, di confronto; nonché di compassione per gli errori a cui l’umano non si può sottrarre del tutto.
QUALE VERITÀ STORICA NEL TESTO DI OGGI
Lo storico Giuseppe Flavio ha lasciato scritto nelle sue Antichità Giudaiche questo ritratto di Giovanni Battista: "Era un uomo buono, e diceva ai Giudei di esercitare la virtù, così come la giustizia gli uni nei confronti degli altri e la devozione verso Dio, e poi di venire al battesimo". Basterebbe questa sintesi per commentare correttamente i vv. 10-15. Mi limito ad aggiungere che il testo (il termine textus significa tessuto, costruzione), nel sottolineare la differenza tra il profetismo di Giovanni ed il messianismo di Gesù, riproduce gli elementi di travaglio e di responsabilità dei diffusori del vangelo: i redattori mettono assieme i vari pezzi dei ricordi mescolandovi l’entusiasmo carismatico attinto all’esperienza della Pentecoste, sicché presentano in Giovanni un credente ante litteram nel messianismo singolare di Gesù che “battezzerà in Spirito Santo” v.16.
LE FOLLE, I PUBBLICANI, I SODATI vv. 10-13
Le varie scuole rabbiniche piegano la risposta di Giovanni al quesito “che cosa dobbiamo fare”, verso il senso di una perfezione da conseguire attraverso l’osservanza della Torah mediante pratiche, preghiere e digiuni. Al contrario nella comunità di Luca c’era già posto per una risposta nuova: la vera conversione si dimostra dal posto dato all’uomo bisognoso, povero, anche da parte di persone tutt’altro che praticanti, come gli esattori delle tasse. Intanto una sottile distinzione faceva breccia già tra i primi cristiani ai tempi in cui Luca scriveva: i consigli del Battista sono ben differenti da quelli di Gesù, pregni di senso dello Spirito [vedi qui di seguito].
“EGLI VI BATTEZZERA’ In SPIRITO SANTO E FUOCO” v.16
Questa domenica reca una ventata di gioia nel centro dell’avvento. Il senso di questa gioia è nella percezione cristiana che è vicino l’ingresso dello Spirito nella vita umana tramite Gesù. - Come possiamo farlo nostro oggi? – Forse, anziché guardare grettamente alla lettera dei vangeli, bisogna ricorrere alla via dei mistici di ieri e di oggi. Sono questi a rileggerli attraverso la luce del trascendente radicata nell’interno del cuore umano. Il percorso è segnato dal passaggio dalla superficialità delle apparenze alla verità che Gesù ci incoraggia a penetrare. Percorso aperto a ciascun essere umano. - Il termine Spirito risale all’espressione greca soma pneumatikòn =corpo spirituale, la quale risolve ogni antitesi tra tempo ed eterno. Nel linguaggio paolino, come in tutta la Bibbia con termini analoghi, lo Spirito è un tutt’uno col corpo, col suo limite e la sua mortalità; infatti è costitutivo della persona nella sua essenza, in sintonia ed in sincronia con la sostanza di tutto il creato. Non è detto che tale realtà sia preclusa ai non-credenti. Anzi è verso questi ultimi che i credenti sono chiamati a lanciare un ponte (e non per miope proselitismo). – Chi legge il vangelo deve risolvere l’enigma del Gesù storico alla luce di una fede quale apertura alla Verità, quale trascendenza nell’immanenza. E lo potrà soltanto alla condizione di scoprire le tracce dell’eterno nel tempo. Per commentare mi servo delle parole di un esegeta della tempra di G. Ravasi: “Per compiere il riconoscimento del Cristo risorto non basta essere stati con lui per qualche anno lungo le strade palestinesi, aver mangiato con lui, averlo ascoltato mentre parlava nelle piazze. E' necessario avere un "canale" di conoscenza e di comprensione superiore”.  “Dio non entra solo nel nostro spazio, entra nella stessa nostra carne, nel nostro limite, la morte; egli percorre tutta la nostra miseria per redimerla, purificarla e per riportare l’umanità a tutto il suo splendore di stirpe di Dio”. 

4 commenti:

Maria Grazia Sollima ha detto...

anomat@yahoo.com
Leggo con molto interesse e condivido pienamente
Maria Grazia Sollima

Corallo Stefano ha detto...

E' duro pensare che i vangeli sono frutto di tanti elementi redazionali....... siamo abituati alle certezze! imparerò a leggere dentro il mio cuore : verrà in me lo Spirito Santo o scende soltanto nella chiesa?
Corallo Srefano

Anonimo ha detto...

Lo Spirito PARLA ovunque, anche nelle cose da cui meno te lo aspetteresti... Bisogna avere mente e cuore aperti. Lo Spirito soffia dove vuole...
Joelle

Lucia Spanò ha detto...

luciaspano@libero.it
Non mi sento di parlare per ora per commentare, ma cerco di accogliere nel mio cuore tutto