sabato 9 luglio 2011

Seconda risposta alla mail di Giuseppe

Giuseppe afferma:
Mi domando se il nostro confronto è la lotta col potere gerarchico o se invece il nostro impegno non sia piuttosto un confronto col vangelo e con i suoi valori. Che mi importa dei paludati signori che pontificano...quando, come la statua di Nabuccodonosor ...  siamo qui per vivere e far vivere il vangelo e sui valori di esso cerco il confronto con chi vuole impegnarsi per i preti sposati e per le donne coinvolte con preti.

Con questi paludati signori, come lichiami e non a torto, abbiamo da fare se ci proclamiamo appartenenti alla ciesa cattolica, altrimenti - nulla di male, certo - siamo senza una chiesa oppure in un'altra chiesa. A me piace la chiarezza, ed è per questa che si fa questione circa il celibato dei preti.
C'è una contraddizione di fondo nei soggetti che si scatenano contro, o peggio, ignorano con disprezzo, i paludati; si battono per sostenere che sono-rimangono appartenenti al presbiterio, vogliono amministrare i sacramenti ( e alcuni lo fanno con arbitrio), hanno l'angoscia esistenziale (sic!) perché desacralizzati etc.; parlano di chiesa alternativa, ma dove è questa chiesa se non nell'invisibiltà (come chiesa)? E poi pretendono sposarsi contro la legge a cui si sono legati con una promessa, senza chiedere un permesso o spiegare umilmente i propri motivi che sono seri. E le donne a parlare di innamoramento-amore per un prete, a pretendere che i preti si sposino o ad accettare compromessi!!! E' questo il vivere e far vivere il vangelo?
Certamente confrontarsi col Vangelo è essenziale, ma non possiamo ignorare la storia; non possiamo far finta che tutto ci autorizzi a stare nella chiesa così com'è attraverso la trasgressione, legittima, se vogliamo, ma da clandestini.... Preferisco almeno la denuncia, la messa in evidenza dei controsensi della storia quando ha fatto il suo tempo: o anche l'uscita anonima, ma reale. Se mio marito avesse fatto la scelta del pastorato valdese, sarebbe stato meglio che continuare a soffrire come ha sofferto.
Io, però, per conto mio, debbo essere sincera: alla frequenza dei sacramenti ci tengo, come anche ad i molti tesori di sapienza cumulati (tra tante astruserie, se vogliamo), al bene che si fa in certi luoghi, al fatto che nelle feste religiose ci sia gente sinceramente credente che partecipa col senso del sacro (non idloatrico)... eccetera eccetera.
E vorrei farl camminare la storia........................................... E' per questo che mi piace questionare sul celibato e su quello che esclude la donna nei posti-chiave della vita della chiesa....
Tronco qui, e forse mi sono espressa precipitosamente, ma nutro la speranza di trovare corrispondenza attiva. Vostra Ausilia  

1 commento:

Anonimo ha detto...

Quello che ho notato tra i soggetti che "si scatenano contro" è la tendenza a costruire virtualmente una "struttura", anche se virtuale e invisibile, da contrapporre ai "signori di cui non importa nulla" arrivando a creare una sorta di "anti catechismo" che è pur sempre un personalissimo catechismo con le proprie regole, proprio perchè "c'è bisogno di contrapporre un qualcosa di pari livello e forza". Uno "sganciamento" vero e proprio, a mio parere, prevederebbe una rivoluzione totale della persona che si sgancia...cosa molto facile a dirsi che a farsi.
Ciao,
Joelle