sabato 18 maggio 2019

QUINTA DOMENICA di PASQUA

7QUINTA DOMENICA di PASQUA

1) il vangelo

Gv13,31-35

31 Quando Giuda fu uscito [dal cenacolo], Gesù disse:
Ora il Figlio dell’uomo è stato glorificato, e Dio è stato glorificato in lui. 32 Se Dio è stato glorificato in lui, anche Dio lo glorificherà da parte sua e lo glorificherà subito. 
33 Figlioli, ancora per poco sono con voi;
34 Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri. Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri.
35 Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri.

2) il commento

- Il testo si pone in uno sfondo universale e perciò tale che non riguarda soltanto i seguaci di Gesù.
Il tema centrale affrontato è il comandamento dell’amore, riguardante il modo nuovo di amare Dio e il prossimo; ma, in quanto messo in bocca a Gesù, pare una sorta di testamento spirituale e morale che Gesù avrebbe affidato ai suoi.
Alcuni obiettano: ma l'amore può essere un comandamento? non è piuttosto uno slancio spontaneo del cuore?
Tertulliano (II-III sec.), il più geniale e poliedrico scrittore della letteratura cristiana del tempo, scriveva nell’Apologeticum che i non-cristiani esclamavano stupiti: Guardate come si amano fra loro e come sono disposti a morire per amore degli altri.
- BREVE ESEGESI DEL TERMINE AMORE
a) Il greco conosceva almeno tre verbi (assieme ai relativi sostantivi) per esprimere l’amore: Il verbo eràō e il sostantivo éros indicano l’amore-desiderio, che spesso sfocia nella sensazione di possesso (anzitutto tra uomo e donna).
Poiché l’ebbrezza dei sensi non conosce forma né misura, già i tragici greci conoscevano l’aspetto demoniaco dell’eros, che può far smarrire ragione, volontà e senno.
Progressivamente si affermarono altri aspetti dell’amore di carattere morale e/o spirituale: amore artistico (amore del bello), filosofico (amore del vero), religioso (amore per gli dei, o per la vita eterna. Plotino giunse ad esprimere con eros l’aspirazione mistica per l’unione spirituale con la realtà soprasensibile.
- Il termine più generale per indicare l’inclinazione affettiva verso qualcuno o qualcosa èphiléō philìa. Da cui: phìlos (amico) e vari nomi composti: filo-sofia (amore della sapienza), filantropia (amore verso gli umani).
Il verbo agapàō, molto meno colorito, è di etimologia incerta e viene usato senza particolari sfumature, tanto da essere talvolta intercambiabile con i precedenti.
- Nella religione ebraica il comandamento dell’amore al prossimo non è riassuntivo di tutti i comandamenti, poiché l’amore di JHWH si articola in tutta una gamma di prescrizioni e precetti. - La comunità di Qumran, ai tempi del NT, era consapevole dell’amore di Dio, che si rivolgeva, però, soltanto ai figli della luce; cioè Il comandamento biblico consisteva nell’amare chi era eletto da Dio e nell’odiare chi è odiato da Lui (!).
b) L’amore come comandamento nuovo
Meglio che i rabbini, il Gesù dei vangeli (soprattutto quello di Giovanni) parla di comandamento nuovo.
Per l’Autore del IV vangelo la vera novità del Cristo, è il suo dono più specifico e originale, in rimando al clima dell’ultima cena, quando Lui lo proclamò come nuovo (rispetto ai comandamenti dell’AT); infatti non è da aggiungere ai precedenti, ma da approfondire nella sua novità: il rapporto filiale quale quello di Gesù per il Padre. Per capirlo basta richiamarsi a quello che Gesù aveva detto: Non vi chiamo più servi … ma vi ho chiamato amici (phíloi), perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l’ho fatto conoscere a voi.
c) IL COMMENTO DI PAPA FRANCESCO
Essere cristiano è un cammino di liberazione; i comandamenti ti liberano dal proprio egoismo e ti liberano perché c’è l’amore di Dio che ti porta avanti.
Proseguendo un ciclo di catechesi dedicato ai dieci Comandamenti, papa Francesco ha invitato i fedeli presenti all’udienza generale in piazza San Pietro, a fare un esercizio di memoria, teso a ricordare quante cose belle ha fatto Dio per ognuno di noi! E ha esortato a guardarsi dentro e a chiedere a Dio di essere liberati dall’egoismo, dal peccato, dalle catene della schiavitù.

3) Personale: quel che il cuore mi detta

Come parlare di amore per Dio e per il prossimo in questo omento storico, quando i valori umani sono scomparsi, Dio è distante dall’essere umano e il prossimo è soffocato dalla morsa del male?
Mi chiedo cosa resta di tutto ciò in cui credevo fervidamente quando ero bambina.
Allora cerco un rifugio lontano dalla triste e trista realtà e prego col linguaggio del cuore; e, per dare riposo alla mia inquietudine, balbetto parole in poesia [chiedo scusa se le mie poesiole non sopportano la punteggiatura]:

se guardo superficie luminosa del mare
o mi fingo altro cielo altra danza festosa
fatta di ritmi mai ascoltati
rimango smarrita ma prego

o Dio percuoti il mio incanto
trascendi i miei sensi
attraversa il mio cielo interiore
abbeverami di VERITA’

solo guardando il buono e il cattivo
il vecchio e il bimbo il sano e il malato
fuori dalle angustie dell’io

ti scopro o mio Dio
presente in tutti e in ciascuno
o mio Dio o mio AMORE

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