sabato 6 agosto 2016

DOMENICA XIX T.O. anno C




 
DOMENICA XIX T.O. annoC
 
Lc12,32-48
 
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: 32 «Non temere, piccolo gregge, perché al Padre vostro è piaciuto dare a voi il Regno. 33 Vendete ciò che possedete e datelo in elemosina; fatevi borse che non invecchiano, un tesoro sicuro nei cieli, dove ladro non arriva e tarlo non consuma. 34 Perché, dov’è il vostro tesoro, là sarà anche il vostro cuore. 35  Siate pronti, con le vesti strette ai fianchi e le lampade accese; 36 siate simili a quelli che aspettano il loro padrone quando torna dalle nozze, in modo che, quando arriva e bussa, gli aprano subito. 37 Beati quei servi che il padrone al suo ritorno troverà ancora svegli; in verità io vi dico, si stringerà le vesti ai fianchi, li farà mettere a tavola e passerà a servirli. 38 E se, giungendo nel mezzo della notte o prima dell’alba, li troverà così, beati loro! 39 Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora viene il ladro, non si lascerebbe scassinare la casa. 40 Anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo». 41 Allora Pietro disse: «Signore, questa parabola la dici per noi o anche per tutti?». 42 Il Signore rispose: «Chi è dunque l’amministratore fidato e prudente, che il padrone metterà a capo della sua servitù per dare la razione di cibo a tempo debito? 43 Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà ad agire così. 44 Davvero io vi dico che lo metterà a capo di tutti i suoi averi. 45 Ma se quel servo dicesse in cuor suo: “Il mio padrone tarda a venire” e cominciasse a percuotere i servi e le serve, a mangiare, a bere e a ubriacarsi, 46           il padrone di quel servo arriverà un giorno in cui non se l’aspetta e a un’ora che non sa, lo punirà severamente e gli infliggerà la sorte che meritano gli infedeli. 47 Il servo che, conoscendo la volontà del padrone, non avrà disposto o agito secondo la sua volontà, riceverà molte percosse; 48 quello invece che, non conoscendola, avrà fatto cose meritevoli di percosse, ne riceverà poche. A chiunque fu dato molto, molto sarà chiesto; a chi fu affidato molto, sarà richiesto molto di più».
Commento
Dovrei lavorare sul materiale essenziale e succinto, raccolto per elaborarlo e quindi trarne un commento breve e ordinato. Ma come fare se il testo di Luca che la liturgia offre oggi alla lettura risulta una raccolta di brevi parabole le quali non presuppongono un unico episodio? La pericope è frammentata e addirittura potrebbe essere una raccolta ad uso didascalico nella comunità lucana. Ciò va detto perché i miei lettori impegnati a leggere il vangelo, non si accontentano di conoscere la superficie  delle parole, e forse vorrebbero conoscere il processo storico che le ha generate.
 
- Una premessa di carattere generale
Richiamiamo alla mente quanto già conosciamo.
- Dapprincipio c’è stato il Kerigma (= annuncio), cioè la tradizione orale che trasmetteva le notizie sulla figura di Gesù, nonché i Suoi detti e fatti; ma teniamo presente che il tutto è passato attraverso la fede praticata e predicata, sicché ciascuno dei quattro vangeli è stato generato in seno alle comunità, dai ricordi diretti o indiretti di tanti, finché non c’è stato l’autore che ha dato forma unitaria all’insieme raccolto, confrontato, elaborato, vissuto e soprattutto pregato.
- Tra gli studiosi che hanno fatto approfondimenti esegetici sulla genesi dei vangeli, Rudolf Bultman (morto nel 1976) giunge ad un risultato deludente: di Gesù non riusciamo a saper nulla; dai vangeli emerge solo la fede pasquale. Un’altra scuola di pensiero è più positiva nella convinzione che si può arrivare a scoprire il nucleo storico di Gesù; ma è sicuro che ognuno dei quattro vangeli è passato dalla prospettiva teologica del suo autore.
= Luca (e il suo vangelo).
Intellettuale, scrittore greco di raffinata cultura ellenistica, quando si converte al cristianesimo, diviene discepolo e collaboratore di Paolo e con lui cammina per le strade dell’impero romano nell’opera di evangelizzazione. Attraverso la sua esperienza di contatti con persone che si sono incontrate col Cristo, egli stila il suo vangelo.
- Tolti i primi due capitoli che parlano dell’infanzia di Gesù (ne parleremo nel periodo natalizio), l’immagine che ci presenta Luca è quella di un Gesù sempre in cammino verso Gerusalemme: un Gesù pellegrino, nomade. E la sua storia, passando per la Resurrezione, si conclude con l’Ascensione, Ma ci sarebbe da aggiungere che Luca parla soprattutto della e alla chiesa (cioè la sua comunità).
- Tutto il suo vangelo è pervaso da alcuni temi, primo fra tutti quello della preghiera. Seguono quello dell’universalismo e quello dell’attenzione agli ultimi.
= La pericope di oggi
Si legge, in ordine sparso, un insieme di tante parabole nel modo di una lunga esortazione, ricca di detti, i quali quasi sempre altro non sono che citazioni prese dall’AT.
Fermiamoci brevemente sui temi principali.
a) La chiesa nei primi tempi della formazione delle varie comunità, viveva in uno stato di paura nell’attesa della parusia (=presenza), cioè il ritorno di Gesù alla fine dei tempi; e tale ritorno si riteneva possibile nell’immediato. Da qui la prima raccomandazione di Gesù: Non temere, piccolo gregge.
b) Nelle altre parabole Gesù incoraggia i Suoi, ma nello stesso tempo raccomanda la vigilanza: il Regno, cioè il governo di Dio, trionfatore definitivo su tutti gli altri governi terreni, alla fine dei tempi darà luogo ad un mondo di pace e di giustizia, destinato a chi ha saputo trasformare la paura della lunga attesa in impegno, con l’esercizio del distacco dai beni terreni per attingere a quelli  che non si consumano; infatti nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo. Siccome sappiamo che l’incontro col Signore avverrà di sicuro, ma noi restiamo esitanti, ciò avviene a causa della nostra poca fede.
c) La domanda di Pietro Signore, questa parabola la dici per noi o anche per tutti? è certamente costruita sulla piattaforma della sua autorevolezza in seno alla comunità; ma nulla ci vieta di pensare che sia stato Pietro in persona a farsene portavoce. Nella risposta alla domanda di Pietro, Gesù formula un’altra domanda in forma di parabola: Chi è dunque l’amministratore fidato e prudente, che il padrone metterà a capo della sua servitù per dare la razione di cibo a tempo debito? Subito dopo Gesù stesso dà la risposta: il buon amministratore è colui che svolge la sua missione di servo, non si avvale dei beni ricevuti a suo vantaggio, ed è sempre vigilante ed attento. Ed è come (ma questa è un’interpolazione mia) se il fatto che Pietro si sia fatto protagonista della  domanda, desse occasione a Gesù per richiamarlo: “Pietro, la parabola è veramente per te! Spetta a te saper amministrare bene la missione che Dio ti ha dato”. Quanto a noi, leggiamo sentendoci interpellati in prima persona. Tale ipotesi è confermata dall’avvertimento finale, A chiunque fu dato molto, molto sarà chiesto; a chi fu affidato molto, sarà richiesto molto di più. Di fatto la frase fa pensare alle possibili negligenze di chi sfugge ai doveri che nascono quando si assume una qualche responsabilità; ma fa pensare anche a chi se le assume (le responsabilità) con una certa leggerezza.
Preferisco chiudere con una preghiera che mi trovo davanti:
Troppo spesso Signore, rischiamo di non mettere a frutto i talenti che Tu ci hai donato. Ci accontentiamo di non fare il male e ci preoccupiamo poco di tutto il bene che potremmo, o meglio dovremmo fare. Donaci un cuore capace di restare in ascolto del grido di tanti nostri fratelli piccoli, poveri, abbandonati, feriti, e donaci di fare tutta la nostra parte per alleviare almeno un po’ la sofferenza di chi, sfibrato dalle prove della vita, ha perso la speranza”.
 


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