ASCENSIONE
– 20 MAGGIO 2012
IL
SIGNORE FU ELEVATO IN CIELO E SEDETTE ALLA DESTRA DI DIO
Mc 16,15-20
[In quel tempo, Gesù apparve agli Undici e]
disse loro: «Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura.
Chi crederà e sarà battezzato sarà salvato, ma chi non crederà sarà condannato.
Questi saranno i segni che accompagneranno
quelli che credono: nel mio nome scacceranno demòni, parleranno lingue nuove,
prenderanno in mano serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro
danno; imporranno le mani ai malati e questi guariranno».
Il Signore Gesù, dopo aver parlato con
loro, fu elevato in cielo e sedette alla destra di Dio.
Allora essi partirono e predicarono
dappertutto, mentre il Signore agiva insieme con loro e confermava la Parola
con i segni che la accompagnavano.
Commento di Alberto
Maggi OSM
L’ascensione del Signore non separa Gesù dalla
vita dei credenti, ma il Signore si inserisce nella loro esistenza
potenziandola con una forza, con un’energia ancora più grande di quella che prima
potevano aver conosciuto.
Ci viene proposto l’ultimo brano,
l’ultimo pezzo del vangelo di Marco, che però non è di Marco.
Il vangelo di Marco termina al cap. 16, v. 8
con l’annuncio della Risurrezione di Gesù, ma senza le prove delle apparizioni.
Questo destò scandalo nella comunità primitiva, per cui negli anni seguenti
vennero aggiunte ben tre successive finali a questo vangelo, quella che
leggiamo è una di queste. Quindi non è di Marco, non è dell’evangelista, ma è
indubbiamente frutto dell’esperienza della comunità cristiana.
Secondo l’autore di questo brano Gesù dice: “andate
in tutto il mondo e proclamate il vangelo a ogni creatura”. La missione
dei credenti è di andare, non di rimanere fermi, ma di andare a proclamare che
cosa? La buona notizia. Sappiamo che il termine ‘vangelo’ significa ‘buona notizia’.
E qual è questa buona notizia? Dio non è
buono, è ESCLUSIVAMENTE buono; Dio è amore che chiede soltanto di essere
accolto. Dio-amore che si offre non per togliere qualcosa all’uomo, ma per
potenziare la sua esistenza. E da questo amore di Dio nessuna persona,
qualunque sia la sua condotta o il suo comportamento, può sentirsi esclusa.
Questa è la buona notizia: Dio ama tutti in
maniera incondizionata, e questo va proclamato ad ogni creatura.
Aggiunge l’autore “chi crederà …” -
‘credere’ non significa aderire, accettare una dottrina, una verità, ma
‘credere’ significa accogliere questa potenza d’amore ed essere disposti poi a comunicarla
agli altri. L’amore ricevuto da Dio si trasforma in amore comunicato.
“… sarà battezzato”. All’inizio di
questo vangelo il battesimo era espressione di una
conversione. Per ‘conversione’ si intendeva il
‘cambio di orientamento della propria esistenza: se fino ad adesso ho vissuto
per me, adesso ho deciso di orientare diversamente lamia vita e di vivere per
gli altri. Come segno di questo cambio c’era questo rito del battesimo.
Quindi chi aderisce a questo amore, lo accoglie
e dimostra pubblicamente questo cambio nella sua esistenza, questi è già nella
pienezza di vita.
“Ma chi non crederà sarà condannato”. Chi invece
lo rifiuta e rimane nel suo egoismo, centrato soltanto sui propri bisogni e
sulle proprie necessità, sarà condannato, non da Dio perché Dio è amore e non
condanna, ma è lui stesso che si condanna.
Poi ci sono i segni classici che
accompagneranno i credenti nella loro missione, è una protezione contro ogni
forma di male, in particolare l’espressione finale “e questi guariranno”; beh,
il testo greco non è proprio così, il testo greco dice: “e questi staranno
bene”. Gesù, il Signore, non ci dà la capacità – magari! – di guarire gli
ammalati, ma di far sì che stiano bene, questo sì. Cioè un affetto, una
premura, un’attenzione e un servizio in modo che le persona anche nella loro
malattia, nella loro infermità, possano in qualche maniera stare bene.
“Il Signore Gesù, dopo aver parlato con loro, fu elevato in cielo”.
Quando leggiamo il vangelo occorre sempre
distinguere quello che l’evangelista ci dice da come ce lo dice. ‘Quello che ci
dice’ è la Parola di Dio e questa è valida per sempre; ‘come lo dice’, l’autore
usa le sue abilità letterarie, lo stile dell’epoca.
Allora, in questo brano, si vede chiaramente la
distinzione tra ‘quello che l’autore vuol dire’ e ‘come lo dice’. Dice che “fu
elevato in cielo e sedette alla destra di Dio”.
Cos’è che vuol dire l’evangelista? L’evangelista vuol dire alle autorità religiose: “Quell’uomo che voi
avete condannato come bestemmiatore, come eretico, in realtà era Dio. Aveva la condizione
divina”.
Quindi non era lui che bestemmiava, come hanno
denunciato gli scribi la prima volta che hanno ascoltato Gesù, ma “siete voi i
bestemmiatori che non avete riconosciuto la presenza di Dio”.
Come lo dice? Lo dice
adoperando gli schemi letterari dell’epoca. Il ‘cielo’ non significa
l’atmosfera, significa la dimora divina, Dio,
Dio stesso, e ‘sedere alla destra’: a quell’epoca nella corte, accanto al re
sedeva la persona che deteneva il suo stesso potere, un potere simile al suo.
Quindi, l’evangelista adopera queste immagini conosciute dell’epoca per
trasmettere una verità.
Che l’ascensione non sia una separazione di
Gesù dalla vita dei credenti, lo afferma poi l’autore. Infatti dice “essi
partirono e predicarono dappertutto mentre il Signore agiva insieme a loro”.
Quindi il Signore non è andato da qualche
parte, ma l’evangelista vuol dire che in Gesù si manifesta la pienezza della
condizione divina, e questo porta il Signore a rafforzare l’attività, il comportamento
dei suoi discepoli.
“E confermava la parola” - ‘la parola’
è la buona notizia, il messaggio, “con i segni che l’accompagnavano”.
La parola non è credibile, non è veritiera, se non è accompagnata da segni quali
l’amore, il perdono e la condivisione.
PERSONALE
Dio si separa dal punto di vista della visibilità, ma resta presente,
anzi agisce in noi. Questa la frase che più mi tocca-dentro. Mi chiedo con
insistenza: Cosa faccio per rendere presente visibilmente Colui che è Ponte tra
la vera Vita e la vita di ogni giorno? Ausilia
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