Giovanni
3, 16-18
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In quel tempo, disse Gesù a Nicodemo:
16 Dio infatti ha tanto
amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non
vada perduto, ma abbia la vita eterna. 17 Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il
mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui. 18 Chi crede in lui non è condannato; ma chi
non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell'unigenito
Figlio di Dio.
Commento
PREMESSA
- Il testo evangelico scelto dalla chiesa per questa festa parla in modo manifesto solo del Padre e del Figlio, mentre lo Spirito è presente come amore di Dio.
- Il testo evangelico scelto dalla chiesa per questa festa parla in modo manifesto solo del Padre e del Figlio, mentre lo Spirito è presente come amore di Dio.
- C’è una premessa che non dovrebbe essere necessaria, ma che di
fatto è ineliminabile, date le deduzioni che sono state tratte dall’uso dei simboli,
utilizzati come se fossero realtà. Invece i nomi Padre, Figlio, Spirito,
Trinità e Unità di Dio, non indicano una realtà sostanziale; ma abbracciano
tutta la gamma delle funzioni in seno a Dio e nel rapporto tra Dio e credente.
- Sono stati i primi Concili della Chiesa a definire: che il
Figlio è uguale nella divinità al Padre, concilio di Nicea (325); che lo
Spirito Santo è uguale al Padre e al Figlio, concilio di Costantinopoli 381.
In questi concili hanno avuto un’importante influenza gli imperatori
Costantino I (Nicea) e Teodosio I (Costantinopoli). Il
cosiddetto “cesaropapismo”, intromissione degli imperatori nella teologia, è
stato più forte di quanto si possa pensare. Erano i tempi del crollo
dell’Impero, e gli imperatori avevano bisogno di una religione forte e unita;
cosa che trovarono nella Chiesa e nei suoi dogmi.
- Quel che il credente dovrebbe capire è che Dio si è rivelato come
Padre attraverso il Figlio, il quale traccia la via della salvezza
all’umanità; e come Spirito, che illumina e guida a cogliere il significato della
rivelazione in ogni tempo e situazione. Ma ben più dei concetti, è determinante l’esperienza umana di
Lui, tradotta nelle convinzioni che guidano la vita di ciascuno. Invece, come è
affermato in un testo coraggioso di papa Alessandro II, si fa della Trinità un’idea teologica da
celebrare.
-
La benedizione presente nella seconda lettura, 2 Cor, ci dimostra la presenza di Dio
nella comunità dei cristiani di Corinto. Bella l’esortazione ad accogliere e a
lasciar operare la grazia: Fratelli, siate gioiosi, tendete
alla perfezione, fatevi coraggio a vicenda, abbiate gli stessi sentimenti,
vivete in pace e il Dio dell’amore e della pace sarà con voi. Salutatevi a
vicenda con il bacio santo.
IL TESTO
Giovanni nei tre versetti della
pericope di oggi ci introduce nel contesto del colloquio notturno (cf. Gv
3,1-21)) tra Gesù e Nicodemo, un “maestro di Israele”, che rappresenta la
sapienza giudaica in dialogo con Gesù. Nicodemo, pur avendo fede in Gesù, fa fatica
ad accogliere la novità della rivelazione portata dal rabbi “venuto da Dio”.
Gesù risponde alle domande del suo interlocutore (ma l’ultima risposta, quella
più lunga, sembra contenuta all’interno di una meditazione personale dell’autore
del quarto vangelo. In ogni caso le parole di Gesù sono, non certo riportate
tali e quali, bensì meditate, comprese e ridette nel tessuto di una comunità
cristiana che le ha credute e vissute.
- v.16 Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il
Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la
vita eterna.
-
amato, egàpesen, dice l’amore sommo, cioè quello
del Padre verso il Figlio.
- il
mondo,
il kòsmos, che a volte nel quarto
vangelo è letto sotto il segno del male, del dominio di Satana, principe di questo mondo, qui è letto
come umanità, che Dio vide quale cosa molto
buona (così recita la Genesi).
- la
vita eterna è la vita indistruttibile, dono che non è da meritare, ma da accogliere
con fede; dono fatto di condivisione divina con la nostra vita, le nostre lotte,
la nostra sete di Vita totale.
- v.17 Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il
mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui.
L’idea di un giudizio è estranea al vangelo
di Giovanni. Il Padre ha incaricando il Figlio di portare a Lui tutti senza
condizioni. La sua è una proposta di vita da accettare nella libertà.
- v.
18 Chi crede in lui non
è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto
nel nome dell'unigenito Figlio di Dio.
Data la libertà umana, ci può essere sia
l’accoglienza sia il rifiuto umano al dono di Dio: ciascuno, accogliendo o rifiutando
la proposta divina, o entra nella Vita oppure si allontana dalla sua sorgente.
Certamente le espressioni di Gesù sono molto
dure, radicali; ma vanno decodificate e spiegate; soprattutto non vanno
applicate alla moltitudine di uomini e donne che non hanno potuto incontrare
Cristo nella storia, perché appartenenti ad altri tempi o ad altre culture.
Costoro, se avranno vissuto la loro esistenza senza far male a nessuno, e
nell’amore ai fratelli e alle sorelle, è come se avessero partecipato alla vita
umana di Gesù.
A posto del salmo, nella
liturgia troviamo il cantico dei tre giovani alla fornace, alla quale essi sono
stati condannati dal re Nabucodonosor per essersi rifiutati di tributare culto
divino alla sua statua. E’ una dossologia di rara bellezza:
Dn 3,52.56
A te la lode e la gloria nei secoli.
Benedetto sei tu, Signore, Dio dei padri nostri.
Benedetto il tuo nome glorioso e santo.
Benedetto sei tu nel tuo tempio santo, glorioso.
Benedetto sei tu sul trono del tuo regno.
Benedetto sei tu che penetri con lo sguardo gli abissi
e siedi sui cherubini
A te la lode e la gloria nei secoli.
Benedetto sei tu, Signore, Dio dei padri nostri.
Benedetto il tuo nome glorioso e santo.
Benedetto sei tu nel tuo tempio santo, glorioso.
Benedetto sei tu sul trono del tuo regno.
Benedetto sei tu che penetri con lo sguardo gli abissi
e siedi sui cherubini
RIFLESSIONI
- Quando ci si accosta alla dottrina della Trinità, si ha l’impressione di essere di fronte a un enigma inspiegabile. Ma la festa della Tri-unità di Dio dovrebbe, non tanto indurci a speculazioni su questo mistero, quanto a farne esperienza. Del resto, come afferma Rémi Brague, il dogma trinitario non è altro che lo sforzo ostinato di andare sino in fondo all’affermazione giovannea per cui ‘Dio è amore’ (1Gv 4,8).
- Quando ci si accosta alla dottrina della Trinità, si ha l’impressione di essere di fronte a un enigma inspiegabile. Ma la festa della Tri-unità di Dio dovrebbe, non tanto indurci a speculazioni su questo mistero, quanto a farne esperienza. Del resto, come afferma Rémi Brague, il dogma trinitario non è altro che lo sforzo ostinato di andare sino in fondo all’affermazione giovannea per cui ‘Dio è amore’ (1Gv 4,8).
- Spesso ci si immagina un Dio lontano,
astratto, ridotto quasi a un sistema di idee contorte o semplicissime, ma
inesplicabili; e perciò si dubita che Dio si interessi dell’umanità.
- Un prete amico
della gente di strada afferma: Quando un tossicodipendente sceglie
volontariamente di entrare in comunità, compie
il primo passo verso Dio, verso la riconciliazione con la Vita. Forse non andrà
otre, forse non entrerà mai in chiesa, ma è già in cammino verso il Padre che
lo ama. Tuttavia per entrare in
comunità, bisogna che qualcuno abbia iniziato ad aprire una casa per accogliere
chi stava sulla strada.
PERSONALE
Comincio col narrarvi:
- Ermanno Olmi scriveva in un articolo de La Repubblica, il 4 marzo 2013 (prima dell'elezione di papa Francesco):
Cara
Chiesa TI SCRIVO
Cara Chiesa, non so più a chi
rivolgermi e anche tu non mi vieni in aiuto. Ci parli di Dio ma sai bene che
nessun dio è mai venuto in soccorso dell' umanità. Nella lotta tra bene e male,
l' uomo è sempre stato solo. Già nel racconto biblico si comincia con un
delitto: «Che hai fatto Caino? La voce del sangue di tuo fratello grida a me
dal suolo dove sei nato...» dunque, dio ha udito benissimo il grido del
fratello ucciso, ma non ha fatto nulla per trattenere la mano fratricida. E
adesso? Cosa sta accadendo a tutti noi? Come abbiamo fatto a ridurci così?
troppo spesso ho la sensazione di non sentirmi in relazione con gli altri.
Anche con le persone che mi sono più vicine. Mi trovo in uno stato
confusionale, come se ognuno parlasse per conto proprio annaspando nel nulla.
Cara Chiesa di cristiani smarriti, ho deciso di scriverti non tanto per fede ma
perché tu hai più di duemila anni di storia e forse puoi aiutarci a capire i
nostri comportamenti. Abbiamo smarrito la via maestra della pacifica
convivenza. Ovunque conflitti di religione, separazioni di razze. Chi crede in
dio sa bene che il Creatore ha fatto l' uomo e la donna, ma non le razze. E che
neppure ha dato di più ad alcuni per farli ricchi perché con il loro denaro umiliassero
i poveri. Così ho deciso di scriverti. Perché in questo tempo bastardo anche tu
mi deludi, e mi dispiace. Probabilmente sono mosso più dal sentimento che dalla
ragione. Del resto, è il sentimento che presiede ogni ragionamento. Voglio
credere, Chiesa di Cristo Gesù, che tu abbia i tuoi buoni motivi che io non
posso conoscere né sarei in grado di capire: questioni istituzionali ...
UNA
CONFESSIONE per essere vicina ai miei lettori
- Chissà
quanti si ritrovano nella condizione morale e spirituale di Olmi!
Confesso
che anch’io talvolta, nella mia lunga vita, ho attraversato momenti di
smarrimento. Le mie incertezze riguardavano il concetto di una chiesa dallo
scheletro fatto di dogmi; nello stesso tempo mi domandavo se, senza la rigidità
dello scheletro, essa avrebbe potuto tramandare il messaggio evangelico.
-
Insistente è stata sempre l’esigenza di una verità storica su Dio e Gesù, la
quale non offendesse mai la ragione umana. Il dramma era nell’accorgermi
che le ‘guide’ proponevano, in maniera diretta, o sottesa, sempre l’orizzonte
dogmatico nella ristrettezza di un’interpretazione poco convincente.
-
Dopo tanta sofferenza interiore, oggi, pur trovando risposte che cozzano contro
una verità irrigidita nelle formule, attraverso la via mistica irrobustita da
una equilibrata ascesi, e lo studio di un’esegesi approfondita, interrogo la
storia di Gesù, de-falsificata da tante incrostazioni, e non faccio più fatica
a CREDERE.
Credere
è per me trovare la sicurezza in un CENTRO che è dentro di me, ma in
comunicazione col vero CENTRO, il Dio-TUTTO, che misteriosamente mi si comunica
nella preghiera, autentica ancora di salvezza.
- Una
sola paura mi tenta ancora: la ristrettezza soffocante dell’impotenza umana di
fronte al Male annidato ovunque.
Un
ultimo esempio prossimo: il blue whale, che letteralmente significa
balena blu, gioco dell’orrore che ha già ucciso 157 giovani in Russia, e tanti
altri altrove. Ha regole ben precise; l’adolescente si affida ad un Curatore ed
esegue, tramite internet, ordini che non specifico, ma che finiscono con la
proposta di suicidio… e questo per gioco!!!… Viene da gridare: di chi la
colpa? Altro che parlare di fede ad una società corrotta, che ha già distrutto
il senso della famiglia; l’idea di rispetto verso genitori, gli anziani, i
Maestri di vita; la corruzione nelle condotte sociali e politiche, ecc.
Mi
risuona la voce di JHWH: se troverò… 10 giusti, …poi 5 giusti,
…infine un solo giusto, salverò tutti.
Ebbene,
oso pregare: Resisto, mio Dio e mio
Tutto, perché credo in Te!
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