La
storia dei tre Re Magi è leggenda o finzione letteraria? E' prova di ingegno di
fantasia o sono davvero esistiti? Quello che è certo è che attorno alle loro
spoglie sono avvenuti saccheggi e furti, alle reliquie dei magi pare ci abbiano
creduto in tanti a partire da Marco Polo per arrivare a federico Barbarossa e
passando per Ludovico il Moro, Papa Alessandro VI, Filippo II di Spagna,
Papa Pio IV, Gregorio XIII e Federico Borromeo.
Secondo quella che
leggenda non è, ma memorie di viaggio, Marco
Polo avrebbe trovato la tomba dei Re Magi nella città di Saba,
a sud di Teheran nel 1270: “In Persia è la città ch’è chiamata Saba, da la
quale si partiro li tre re ch’andaro adorare Dio quando nacque. In quella città
son soppeliti gli tre Magi in una bella sepoltura, e sonvi ancora tutti interi
con barba e co’ capegli: l’uno ebbe nome Beltasar, l’altro Gaspar, lo terzo
Melquior. Messer Marco dimandò più volte in quella cittade di quegli III re:
niuno gliene seppe dire nulla, se non che erano III re soppelliti anticamente.”
(Il Milione, cap. 30)
Forse Marco Polo avrà deciso
di accrescere la sua fama attraverso invenzioni che sanno di leggenda? Non lo
sappiamo. Ma quello che è certo è che non abbiamo tracce della tomba dei magi
nella città di Saba, mentre abbiamo certezza di altre tombe attorno alle quali
sarebbero passate le reliquie dei tre re. Se Marco Polo afferma di aver visto
il corpo dei Magi ancora intatto, quasi 9 secoli prima, nella Basilica Romanica
di Sant'Eustorgio esiste una tomba fatta costruire dal vescovo Eustorgio
nell'anno del signore 344. L'obiettivo del vescovo era più che ambizioso:
voleva essere seppellito assieme ai tre Magi. Per questo fine riuscì ad
ottenere l'approvazione dell'Imperatore Costante e fece trasferire i corpi dei Magi dalla Terra Santa
alla Basilica di Costantinopoli.
Se i corpi dei Magi
non si trovano più a Milano dove, il giorno dell'epifania viene esposta solo
una spilla d'oro che si dice sia stata fatta con l'oro regalato al Signore, è
solo perchè nel 1162 l'imperatore Federico Barbarossa si introdusse a Milano
dove distrusse gran parte degli edifici pubblici compresa la chiesta di
Sant'Eustorgio e si impossessò del corpo dei magi che però, nel 1164 furono
trasferite dall'arcivescovo di Colonia, Rainaldo di dassel nella città tedesca.
Da quel momento in poi, in tanti tentarono di recuperare di nuovo le spoglie
dei Magi: Ludovico il Moro nel 1494, Papa Alessandro VI,
Filippo II di Spagna, Papa Pio IV, Gregorio XIII,
Federico Borromeo riuscirono a far tornare le spoglie in Italia. Bisognò
attendendere fino al 1904 quando, il cardinal ferrari, Arcivescovo di Milano,
fece solennemente ricollocare alcuni frammenti ossei (due fibule, una tibia e
una vertebra), offerti dall’Arcivescovo di Colonia Fischer, in Sant’Eustorgio.
Era il 3 gennaio, tre giorni prima dell'Eifania. Un atto di riconciliazione se
vogliamo, ma è tutto ciò che ci rimane dei magi.
Cosa
dice la storia? Per
capirla dobbiamo partire dal vangelo secondo Matteo, l'unico dei vangeli degli
apostoli a parlare dei Magi assieme ad alcuni vangeli apocrifi. Nella
storia narrata da Matteo si parla di "alcuni Magi", ma non si fa
riferimento al numero, il numero tre appartiene a una simbologia sacra e
sicuramente all'enumerazione dei doni che quelli erano esattamente tre: oro,
inconso e mirra. che uno di loro fosse di pelle scura, un Moro, anche quella è
pura leggenda o, almeno, nel vangelo secondo Matteo non c'è scritto.
Ecco quanto narrano
i vangeli: «Gesù nacque
a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode. Alcuni Magi (μάγοι magoi)
giunsero da oriente a Gerusalemme e domandavano: "Dov'è il re dei Giudei
(βασιλεὺς τῶν Ιουδαίων basileus tōn ioudaiōn) che è nato? Abbiamo visto
sorgere la sua stella (ἀστέρα astera), e siamo venuti per adorarlo".
All'udire queste parole, il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme.
Riuniti tutti i sommi sacerdoti e gli scribi del popolo, s'informava da loro
sul luogo in cui doveva nascere il Messia. Gli risposero: "A Betlemme di
Giudea, perché così è scritto per mezzo del profeta: “E tu, Betlemme, terra di Giuda, non
sei davvero il più piccolo capoluogo di Giuda: da te uscirà infatti un capo che
pascerà il mio popolo, Israele.”
Allora Erode, chiamati segretamente i Magi, si fece dire con esattezza da loro il tempo in cui era apparsa la stella e li inviò a Betlemme esortandoli: "Andate e informatevi accuratamente del bambino e, quando l'avrete trovato, fatemelo sapere, perché anch'io venga ad adorarlo". Udite le parole del re, essi partirono. Ed ecco la stella, che avevano visto nel suo sorgere, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino. Al vedere la stella, essi provarono una grandissima gioia. Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, e prostratisi lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. Avvertiti poi in sogno di non tornare da Erode, per un'altra strada fecero ritorno al loro paese. Essi erano appena partiti, quando un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe e gli disse: "Alzati, prendi con te il bambino e sua madre e fuggi in Egitto, e resta là finché non ti avvertirò, perché Erode sta cercando il bambino per ucciderlo". Giuseppe, destatosi, prese con sé il bambino e sua madre nella notte e fuggì in Egitto »
Allora Erode, chiamati segretamente i Magi, si fece dire con esattezza da loro il tempo in cui era apparsa la stella e li inviò a Betlemme esortandoli: "Andate e informatevi accuratamente del bambino e, quando l'avrete trovato, fatemelo sapere, perché anch'io venga ad adorarlo". Udite le parole del re, essi partirono. Ed ecco la stella, che avevano visto nel suo sorgere, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino. Al vedere la stella, essi provarono una grandissima gioia. Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, e prostratisi lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. Avvertiti poi in sogno di non tornare da Erode, per un'altra strada fecero ritorno al loro paese. Essi erano appena partiti, quando un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe e gli disse: "Alzati, prendi con te il bambino e sua madre e fuggi in Egitto, e resta là finché non ti avvertirò, perché Erode sta cercando il bambino per ucciderlo". Giuseppe, destatosi, prese con sé il bambino e sua madre nella notte e fuggì in Egitto »
CHI
ERANO I MAGI? Come
specificato su Focus.it che alla leggenda dei tre Magi dedica un
approfondimento, i Magi erano i sacerdoti dei Medi, avi degli attuali
Curdi: un popolo montanaro che nel VI secolo a. C. fu sottomesso dai Persiani.
Sio tratta di un popolo dall'antica saggezza ricordata anche da Erodoto che
scrive che i Magi sapevano interpretare gli astri e i sogni. Anche nella
leggenda infatti, i magi erano tre uomini esperti di astronomia e
interpretazione dei sogni. Ma non uomini dediti alle arti magiche, nè tantomeno
dei Re.
Le altre notizie
sui Magi, non essendo presenti nel Vangelo secondo Matteo, derivano
indubbiamente dagli Apocrifi e, in particolare, nel Vangelo armeno, si legge
che il viaggio dei Magi durò ben 9 mesi, cita anche i loro nomi oltre a
enumerare il gran numero di doni che avrebbero portato con sé oltre a uno
stuolo di 12 mila cavalieri: i doni, secondo quanto scritto in questo
vangelo apocrifo, non sarebbero stati solo tre, ma sarebbero stati tanti e di
gran pregio. Si va dalle piante medicinali come l'aloe, porpora, mussolina,
nardo, cannella, cinnamomo, argento, zaffiri, perle, lino e libri esoterici.
Sempre secondo
questo vangelo si legge che i tre Magi erano tre fratelli e sarebbero stati re
di Arabi, Indi e Persiani e addirittura che, prima di cristo, sarebbe risorta
un'altra persona di cui si narra nella Bibbia per l'occasione. Si tratta di
Eva, moglie di Adamo. E' questa donna ad aver preceduto i tre re Magi alla
mangiatoia dove riposava l'infante messia. Il Vangelo arabo-siriaco, racconta invece
che i Magi tornarono in patria con un pannolino di Gesù, che tentarono poi di
bruciare ritualmente sul fuoco sacro. Invano: le fiamme si spegnevano e il
pannolino restava intatto.
In realtà in questo
testo non c'è nulla di storico nè di scientifico. Si tratta solo di simbologie
e del tentativo di estendere la fama della nascita di cristo anche ad altri
popoli ecco perchè i tre Magi sarebbero stati arabi, persiani e Indi. Il
tentativo era portare la fama di questa storia fino alla lontana Asia.
LA
PATRIA DEI MAGI -
I 12 mila cavalieri però ricordano i 12 mila zoroastriani, adoratori del
fuoco sacro che abitavano lo Yemen (attuale Iran) dove il mazdeismo aveva le
sue radici. Sarebbe quella la patria dei Magi. Del resto, la stessa profezia
dell'avvento di un messia deriva da Zoroastro: è stato questo profeta a dire
che Saoshyant (il Messia mazdeista) sarebbe stato accolto con onori
regali. Secondo gli atti degli Apostoli, altre probabili patrie dei Magi
sarebbero Samaria e Cipro. Ma l'ipotesi più pèrobabile è comunque
quella che li collega allo Yemen, solo in quella terra infatti era possibile
produrre tutti e tre i doni portati dai re magi al bambino della mangiatoia: si
tratta dell'Arabia Felix, territorio ricco e progredito in grado di offrire
davvero oro, incenso e mirra.
STELLE DIPINTE. È Adesso non resta che svelare il mistero
della stella. In realtà la leggenda della stella con la coda che ricorda la
scia di una cometa, nasce in età medievale e, precisamente, nel 1303 quando a
Padova il pittore Giotto la dipinse, condizionato da un'enorme stella, la
cometa Halley, che vide due anni prima e che associò naturalmente alle sacre
scritture.
Matteo parla invece
di una grande stella anomala, visibile in due tempi distinti: prima durante il
viaggio dei Magi, poi durante il trasferimento a Betlemme. E Giacomo
riferisce di “una stella grandissima, che brillava tra gli altri astri e li
oscurava, tanto che le stelle non si vedevano più”. Lo Pseudo-Matteo conferma
la versione di Giacono e parla di “un’enorme stella [...] la cui grandezza non
si era mai vista dall’origine del mondo”.
MA DI CHE STELLA SI TRATTA? DOPO NUMEROSE
RICERCHE E STUDI SULLA STELLA Dunque a che astro alludeva
Dopo numerose
ricerche e studi su questa stella possiamo affermare che, nell'anno zero, cioè
l'anno di nascita di Gesù, non è avvenuto alcun fenomeno astronomico
particolare che sia mai stato annotato in alcun libro. L'ipotesi più probabile
sembra essere quella dell'astronomo tedesco Johannes Kepler che, nel
1603 osservò una congiunzione fra pianeti, che abbinati sembravano un’enorme
stella. L'astronomo, a seguito di questa scoperta, scrisse un libro che fu
intitolato De anno natali Christi. sostenitore di questa teoria è Corrado
Lamberti, direttore della rivista Le Stelle sostiene la tesi dell«è una
congiunzione Giove-Saturno che ebbe luogo nel 7 a. C.: quell’anno i due pianeti
si trovarono nel cielo uno vicino all’altro per ben tre volte. La tesi ha una
certa credibilità, anche perché sono state trovate effemeridi babilonesi (cioè
tavolette col calcolo dei movimenti degli astri, ndr) relative all’evento,
segno che al fenomeno si accordò notevole importanza».
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