RILIEVI sulla festività del Corpus Domini
a) La vita umana è popolata di presenze. Presenze che procurano quiete,
soddisfazione, sicurezza, e presenze tempestose, che incombono come una
minaccia.
Sul piano dell’esperienza umana profonda, c’è la presenza
di Dio, che ha assunto, spesso, nella storia, forme tangibili. Di queste
l’esemplare primo, per noi cristiani, è Cristo.
La presenza di Cristo, non solo viene affidata al
ricordo, ma se ne fa memoria. Si
tratta di una memoria che, attraverso i segni del pane e del vino mangiati e
condivisi nella comunità, rende presente
Cristo nella sua realtà misteriosa. La memoria, allora, diviene viva ed efficace, sostenuta
dalla fede. L’Eucaristia è, quindi, una
memoria basata sulla fede.
b) J. Castillo per delucidare alcuni aspetti (o nodi)
cruciali per entrare nel cuore della festività:
“Come è noto, la
festività del Corpus Domini si iniziò a celebrare nella città di Leja
nel 1246. E fu istituita per la Chiesa universale nel 1264 dal papa Urbano IV.
Nella festa del Corpus Domini, come è ovvio, quello che si vuole è
esibire con solennità e sfarzo l’ostia consacrata per la venerazione e
l’adorazione dei fedeli. Quello che ha rappresentato il passaggio definitivo
verso una concezione dell’Eucaristia che aveva oramai poco a che vedere con
quella che è stata la sua origine: i pasti di Gesù che ci raccontano i vangeli,
specialmente la cena d’addio prima della passione. Questo processo di
cambiamento teologico e di esperienza cristiana è iniziato alla fine del secolo
VIII, quando la preghiera eucaristica iniziò ad essere recitata dal prete a
voce bassa. Inoltre, i preti iniziarono a celebrare di spalle alla comunità, si
moltiplicarono le messe solitarie. Nel secolo X il prete ed il suo altare si
allontanano dalla comunità, che assiste passiva e si limita a vedere ed a
ascoltare la messa, ma non vi partecipa più. Tutto ciò ha supposto una nuova
teologia della Chiesa, che aveva il suo centro principalmente nei preti, visto
che i fedeli erano semplici clienti e sudditi. Di più, a partire dal teologo
Pietro Lombardo, l’aspetto specifico del sacramento dell’«ordine» è il potere
di convertire il pane ed il vino nel corpo e nel sangue di Cristo. Ma, siccome
in questo potere non esiste differenza tra il semplice prete ed il vescovo, la
conseguenza è stata che da allora fino al Concilio Vaticano II molti teologi
hanno difeso l’idea che l’episcopato non è sacramento, ma una dignità ed
una potestà giuridica. In questo modo si è deformata la teologia
dell’Eucaristia e la teologia della Chiesa. Il Vaticano II ha recuperato in
buona parte il significato originale della teologica del primo millennio”.
P. Curtaz si pone queste domande: “Cosa ci è
successo? Perché è così difficile partecipare ad una celebrazione in cui si
respiri la fede? Perché i nostri preti, invece di parlare della Parola, ci
inondano di inutili parole e di astratti concetti teologici, o giocano a fare
gli intrattenitori simpaticoni? Perché le persone che abbiamo intorno, troppo
spesso, sono solo degli anonimi spettatori con i quali non abbiamo nulla da
spartire?”
Altri rilievi
a) Una mia nipote ha messo l’accento sulla fede: chi
si riconosce in Gesù e gli crede deve aver fiducia assoluta nell’aiuto
divino, altrimenti affonda nelle acque, come rischiavano di affondare i
discepoli quando, volendo raggiungere Gesù in barca, non si fidarono del suo
invito a raggiungerlo. Io sperimento nella mia vita che debbo fidarmi
dell’aiuto divino per non affondare. b)
Una mia amica mi ha dichiarato di essere sconcertata di fronte ai problemi di
carattere teologico: io credo, ma non
sono convinta da alcun ragionamento c)
Una persona dotta mi ha detto le sue perplessità sull’aspetto miracolistico
collegato alla festività del C. D.; mi ha citato Dostojevski: “Tu, o Cristo avevi sete di fede libera, non
di una fede fondata sui prodigi”. d)
Personalmente mi collego all’esperienza di bambina, quando ricevevo
l’eucaristia. Non pensavo ad altro che al divino che mi raggiungeva; nel
medesimo tempo m sentivo collegata con tutti i sofferenti ed oppressi. Ecco
cosa è tutt’oggi per me l’eucaristia: mezzo di comunione con Dio, attraverso
Gesù, e con i bisognosi: tutti, compresa me stessa …
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