Il cuore della
liturgia odierna
Al cuore delle letture del giorno di Pasqua vi è l’annuncio
e l’esperienza della resurrezione.
Vangelo - La scoperta della tomba vuota
conduce Maria di Magdala a darne la notizia a Pietro e al discepolo amato:
quest’ultimo, Giovanni, entrato nel sepolcro, vide e credette: è
l’inizio della fede pasquale. Da quel primo giorno della settimana la
resurrezione di Gesù diviene la parola per eccellenza che la chiesa è
chiamata ad annunciare e a testimoniare:
I Lettura – E’ quello che fa Pietro nel
suo discorso riportato dagli Atti.
II Lettura - La resurrezione di Gesù
coinvolge il credente facendo del battezzato un uomo partecipe del mistero
pasquale e la cui vita è ormai nascosta con Cristo in Dio.
Il salmo - Scritto probabilmente al tempo di Giuda Maccabeo dopo la vittoria su
Nicanore e la purificazione del tempio di Gerusalemme, l’autore, riconoscente
al Signore, si considera uno scartato in quanto è uno dei tanti di Israele
che si erano fatti conquistare dai costumi ellenistici, ma che sono diventati
pietra d'angolo”, per Israele. E’ da
ricordare che questa riflessione è ripresa nell’ingresso trionfale di Gesù a
Gerusalemme ed è diventata il famoso Osanna, caro anche alla tradizione
cristiana.
Analisi del
vangelo
1 Il primo giorno della
settimana, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di mattino, quando era ancora
buio, e vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro.
Diversamente da quanto riferiscono i sinottici, Giovanni in
questo versetto fa comparire Maria Maddalena da sola (mentre al v.2 usa il
plurale).
L’espressione primo giorno è l’ottavo (la nostra domenica), che richiama il
racconto della creazione, raccontato in Genesi 1,5: …E fu sera e fu
mattina: primo giorno. infatti l’evangelista presenta la resurrezione di
Gesù come azione creatrice di Dio con la quale inizia la nuova e definitiva
creazione.
Maria si recò al sepolcro, in
quanto, ancora condizionata dall’idea della morte come fine di tutto, cerca
Gesù nel sepolcro. Lì vide: il verbo greco, espresso con blépo, indica il vedere fisico; infatti da questa percezione
deriva alla donna una conclusione puramente umana: il cadavere non c'è più. Evidentemente
Maria non pensa ancora a una possibile risurrezione di Gesù.
2 Corse allora e andò da
Simon Pietro e dall'altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro:
"Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l'hanno
posto!". 3 Pietro
allora uscì insieme all'altro discepolo e si recarono al sepolcro.
L’altro discepolo, Giovanni, era stato presente alla
sepoltura e vive gli stessi sentimenti di Maria.
4 Correvano insieme
tutti e due, ma l'altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per
primo al sepolcro.
Questo versetto è testualmente incerto: l’autore non vuole
affermare un contrasto tra lui e Pietro; sembra invece che riconosca a
Pietro, facendolo entrare per primo nel sepolcro, un primato nella guida dei
discepoli.
5 Si chinò, vide i teli
posati là, ma non entrò. 6 Giunse intanto anche Simon Pietro, che lo
seguiva, ed entrò nel sepolcro e osservò i teli posati là,
Questa volta il vide è la traduzione del verbo greco
theoréin, che dice più del semplice
vedere fisico; implica uno sguardo attento, interrogante. Infatti dal passo parallelo
di Luca veniamo a sapere che Pietro era pieno di stupore per l'accaduto.
I teli (cioè le strisce di tela
che avvolgevano il lenzuolo funerario o sindone), se prima erano rialzati perché
all'interno c'era il corpo, ora sono posati, cioè non manomessi: è la prima
traccia della Resurrezione poiché era impossibile che il corpo di Gesù fosse
uscito dalle fasce semplicemente rianimato, o che fosse stato asportato, sia
da amici che da nemici, senza svolgere quelle fasce o senza manometterle in
qualche maniera.
7 e il sudario – che era
stato sul suo capo – non posato là con i teli, ma avvolto in un luogo a
parte.
Ci troviamo di fronte ad una vera e propria
"crux" interpretativa: il
sudario continuava ad essere avvolto, cioè arrotolato, conservando la sua forma ovale, come se si ostinasse
a circondare ancora il volto del Signore. Se il cadavere fosse stato rubato,
il fazzoletto si sarebbe dovuto trovare in altre condizioni, invece di
continuare ad essere arrotolato, così come lo avevano lasciato la sera in cui
seppellirono Gesù.
8 Allora entrò anche
l'altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette. Questa
volta il verbo greco tradotto con vide è éiden, il
perfetto di horào, che significa
guardare, percepire, prendere conoscenza (nel linguaggio biblico del NT il
verbo indica anche la visione spirituale). Siamo cioè a un terzo gradino di
profondità rispetto agli altri due verbi esaminati.
Il fatto che si parli solo della fede dell’altro discepolo
non esclude che anche Pietro abbia creduto. Essi sono dunque i primi che
hanno creduto perché hanno visto, se non proprio la persona del Risorto,
almeno i segni della sua risurrezione.
9 Infatti non avevano
ancora compreso la Scrittura, che cioè egli doveva risorgere dai morti. 10
I discepoli perciò se ne tornarono di nuovo a casa.
L’accenno alla Scrittura,
che i discepoli non avevano ancora compreso,
sottintende che essa, anche da sola, sarebbe bastata per portarli alla fede:
forse l’evangelista, senza voler biasimare i due, sta già preparando
l’affermazione di Gesù secondo cui sono beati
quelli che pur non avendo visto crederanno.
Riflessioni
- La morte non ha l’ultima parola nel
destino degli esseri umani, ma la speranza in un’altra vita al di là della
morte può trasformarsi in una minaccia per questa vita. Tutti quelli che,
lungo la storia delle religioni, sono morti uccidendo, sono arrivati ad
essere assassini perché la speranza nell’altra vita ha fornito loro argomenti
per uccidere ed uccidersi: i terroristi suicidi si sono immolati in tanti
massacri perché convinti che, facendo questo, entravano nel paradiso dei
risorti. Senza arrivare a questi eccessi di disumanizzazione, la speranza
danneggia la vita terrena: ci sono persone che, per essere fedeli alle loro
convinzioni di eternità, sottovalutano o persino disprezzano coloro che non
la pensano come loro, coloro che hanno altre convinzioni religiose o non si adeguano
alle esigenze di un determinato credo. Bisogna amare e rispettare gli esseri
umani non perché in questo modo si conseguono premi eterni, ma perché gli
esseri umani meritano rispetto etsi Deus non daretur, come se Dio non
esistesse.
- La risurrezione di Gesù non è un
privilegio concesso a qualche personaggio duemila anni fa, ma una possibilità
per tutti i credenti. Non si crede che Gesù è risorto perché c'è un sepolcro
vuoto, ma soltanto se lo si incontra vivo e vivificante nella propria vita.
- Cosa è per me la
Pasqua? E’ canto alla Vita che trionfa
sulla vita fisica. Ci vuole
tutto il vissuto nell’arco dell’esistenza per
rendersi conto della vanità di ogni cosa per la natura stessa di ciò che nasce
– cresce – decresce - muore. Ma non è forse questa la via che conduce oltre
il tempo?
Aiutami, o Dio, ad entrare in quest’ottica attraverso la semplice riflessione su tutto ciò che si agita ogni giorno in quest’angolo di terra che osiamo chiamare
mondo. Fammi sorridere delle ingenuità nel ritenere che
tutto si aggiusterà o si guasterà per colpa di questo o di quello. Strappa
pian piano
la benda che nasconde la Verità. Fa’ entrare poco
alla volta quel tanto di Luce che sgomberi una ad una le illusioni di
cui ancora mi pasco. E dammi la gioia di optare per la Vita che non finisce.
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